cannabis

Sempre più spesso, in questi ultimi mesi, capita di leggere sui principali organi di informazione a proposito di un dibattito che si fa maggiormente intenso e ricorrente: quello sulla possibile legalizzazione della marijuana, anche sulla base dei suoi potenziali impieghi in ambito medico.

I numerosi studi scientifici compiuti negli anni sulla cannabis hanno dimostrato le sue numerose proprietà curative, e le possibilità ed i vantaggi di utilizzarla in medicina come cura di alcune malattie.

A seguito di diverse ricerche, è stato verificato come la cannabis abbia importanti azioni lenitive; di conseguenza, può avere una notevole efficacia per lenire il dolore causato da specifiche patologie quali ad esempio l’Aids oppure la sclerosi multipla. L’impiego di questo tipo di farmaci ha una particolare rilevanza per quanto concerne la terapia del dolore per malati terminali, a cui i cannabinoidi sono somministrati per mezzo di appositi vaporizzatori per uso medico, a proposito dei quali è possibile avere alcune informazioni aggiuntive cliccando qui.

E’ inoltre di questi giorni la notizia di un’importante scoperta effettuata dall’università di Tel Aviv, che, a seguito di uno studio condotto su alcuni anziani, ha portato alla conclusione che l’uso della canapa contribuisce a guarire la disfagia, oltre a diminuire il dolore e l’insorgenza di incubi conseguenti a traumi o stress e a rappresentare un’ottima cura per l’ansia.

Ulteriori ricerche sono state effettuate , tra le numerose altre, dalle Università di Los Angeles e Madrid, da cui è emerso che la cannabis ha delle proprietà altamente terapeutiche al punto che potrebbe essere un’ottima cura per combattere il cancro. La sua azione, infatti, risulterebbe essere molto più utile rispetto alla cura chemioterapica (che è molto più nociva), dal momento che ha diversi effetti positivi (antiproliferante, antiangiogenesi, antimetastasi e apoptotico), che costituiscono peculiarità fondamentali nella lotta alla cura del tumore.

Molti illustri scienziati sono a favore di un utilizzo della cannabis in ambito medico, tra cui Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, che, viste le potenti proprietà curative della pianta, ne auspica un uso terapeutico anche in Italia.

Sono molte le regioni italiane in cui, seppur a livelli diversi, sono già stati adottati provvedimenti volti alla legalizzazione della canapa, quali ad esempio la Toscana, il Friuli Venezia Giulia, le Marche e l’Emilia Romagna, seguendo così l’esempio di altre nazioni in cui la cannabis è già stata legalizzata, come Usa, Uruguay, Israele, Olanda e Repubblica Ceca.

La legalizzazione anche in Italia dei farmaci contenenti il CBD (Cannabidiolo), utilissimo nella cura di patologie riguardanti il sistema nervoso (come l’ansia) e uno dei principali cannabinoidi contenuti nella cannabis insieme al THC (Tetraidrocannabinolo), sarebbe una grande vittoria per tutti gli scienziati che da tempo esaltano a gran voce le virtù curative della marijuana, le quali consentirebbero alla medicina di progredire nella sconfitta di molte patologie attualmente incurabili.

Naturalmente è opportuno sottolineare che, in ogni caso, e al di là dell’impiego in ambito terapeutico e di un utilizzo coscienzioso e consapevole, la cannabis è pur sempre una droga leggera e, in quanto sostanza psicoattiva, può causare una riduzione delle capacità cognitive e altri effetti negativi, indipendentemente dalla quantità fumata.

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Effetti della cannabis sulla percezione visiva.
Fonte: Ferrara S.D. 2006
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