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Sulle note di “Tobacco Road” 

Dove le parole finiscono, inizia la musica. Heine aveva ragione. Suonare vuol dire immergersi in un profondo silenzio interiore, creare delle sensazioni e trasformarle in note.Far vibrare le corde di uno strumento è un po’ come amare: si sfuma il proprio tocco sul viso di una persona, regalandole sospiri o parole concitate. Suonare vuol dire esprimersi trasmettendo emozioni con gusto. E il “gusto” è un senso molto più ampio di quanto si creda! C’è quello per il buon cibo, per il vino di qualità, per un’opera d’arte, per una sequenza di note piacevoli. E c’è il gusto per il tabacco.
Una pipa accesa e “gustata” nel tepore della propria stanza, non chiede niente di meglio di un buon sottofondo musicale. Immagino che molti musicisti siano d’accordo nell’ammettere che un concerto ben riuscito brami, tra i festeggiamenti più graditi, un pasto ricco, del buon vino e… una nuvola di fumo in compagnia!
Il tabacco è versatile, cambia il proprio sapore a seconda che venga consumato sorridendo o in un momento di profonda tristezza. Può avere un retrogusto decadente o creativo, leggero o amaro se nel petto aleggiano sensazioni piacevoli o pensieri poco graditi.
La musica può influire sull’umore e, a mio parere, anche sul sapore di tabacco e vino. Ascoltare una canzone implica un pensiero, di qualsiasi tipo, un fermare il tempo reale e farsi trascinare da atmosfere e situazioni immaginarie. Quante volte abbiamo trasformato i suoni in momenti figurativi, non di rado surreali e viceversa? In musica ogni accordo può suscitare la sensazione di un sapore o abbozzare un disegno, un insieme di colori. Allo stesso modo un ritratto, un odore o una sequenza di immagini, possono suggerire suoni diversi, fondendo le sfumature in un’ unica elettrizzante sensazione.

Ho fatto un esperimento: ho ascoltato la canzone Tobacco Road, scritta da John D. Loudermilk e ho scelto alcune delle numerose esecuzioni di gruppi e cantanti diversi, fermandomi a riflettere sulle sensazioni che mi ha suscitato l’ascolto di ogni performance. Che dire? La Via del tabacco ha indossato ogni volta davanti a me abiti differenti, stili caratterizzati e riconoscibili nota per nota. Ad ogni interpretazione mi ha lasciato immaginare un luogo, una bevanda e un tabacco! La distorsione di una chitarra, il ritmo di una percussione e il timbro di una voce hanno cambiato profondamente il senso del testo e l’intenzione della melodia. Quale effetto può suscitare la voce di David Lee Roth piuttosto che quella di Low Rauls? Le sonorità degli Animals quanto distano dalla versione dei Jefferson Airplane? Come non provare emozioni contrastanti ascoltando i Nashville Teens piuttosto che la chitarra di Steve Vai o di Jimi Hendrix ?

Le sonorità dei Jefferson Airplane sono stupefacenti! Fin dalle prime note ho immaginato un viaggio on the road, con sigaro cubano in bocca e vento fresco tra i capelli… in piena estate.

E’ o no un’immagine surreale?
Durante un crepuscolo fatto di sfumature pervinca, Eric Burdon e i suoi Animals mi hanno fatto compagnia al bancone di un bar, bevendo comodamente del whisky e fumando poi un narghilè su un comodo divano, in completo relax.
I Nashville Teens accordavano le chitarre mentre improvvisavo con loro un accompagnamento blues, dopo aver posato il mozzicone di sigaretta su un posacenere.  Abbiamo sorseggiato una birra seduti sul palco vuoto e all’improvviso ha iniziato a risuonarmi nella testa il ritmo country di Steve Young e il timbro della sua armonica… Un tocco di originalità che andrebbe sfruttato suonando un violino zigano sotto questa fresca notte stellata!
Quando è giunta la sera, la voce calda di Lou Rawls ha fatto da cornice a un’atmosfera di luci soffuse all’interno del locale, trasformato magicamente in salone soul/jazz, costellato di strumenti, cappelli e tintinnìo di bicchieri che dava voce ai tavoli. Un bicchiere di buon vino rosso mi ha scaldato il  petto, un po’ infreddolito alla visione della neve che si intravedeva dai vetri appannati. Niente di meglio che una pipa fumata lentamente con tabacco aromatizzato alla vaniglia! Le immagini si rarefacevano pian piano, mentre le osservavo attraverso il fumo che disegnava ombre in movimento. David Lee Roth, rockeggiando con la chitarra spavalda di Steve Vai, mi ha  destata dal sonno, riportandomi nuovamente sulla macchina che dalle luci del mattino mi aveva accompagnata in questo viaggio immaginario.

Odori e sapori del presente e del passato si sono materializzati in personaggi vivi, così come le note, che hanno accompagnato la mia ricerca immaginaria lungo quesla strada misteriosa e sconosciuta, chiamata Tobacco Road.

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