Roby Marton’s Tonka Gin. Spirito inglese, eccellenza italiana.

Nato in Olanda a metà Seicento come rimedio medico, ad opera del dott. Francisco Della Boe, il Gin è oggi utilizzato il più delle volte come base per cocktail. In un’acquavite di cereali (di solito orzo e frumento), vengono fatte macerare bacche di ginepro e altre erbe (i famosi “botanicals”): il tutto viene poi rifermentato e, quasi sempre, filtrato. Per quanto concerne i botanicals, non esiste un disciplinare preciso e solitamente si usano ginepro, liquirizia, scorze di arancio, limone, mandarino e pompelmo, bergamotto, semi di cardamomo, rizomi di giaggiolo e zenzero, coriandolo, mandorla e altri ingredienti, a seconda dei produttori e delle ricette. Il risultato è un distillato ad alta gradazione di colore chiaro o incolore, i cui gusti e profumi sono fortemente connotati dalle bacche di ginepro, cui deve il suo nome. Nonostante i natali olandesi, il Gin è considerato un distillato tipicamente inglese per motivi storici.

Il nostro paese vanta una lunga tradizione nella produzione di distillati di ginepro, soprattutto in Piemonte e Trentino, ma senza l’aggiunta di altre erbe, se non cannella e anice. Negli ultimi anni, però, si sono affacciate sul mercato alcune realtà che puntano alla produzione di Gin di tradizione inglese d’eccellenza: una di queste, quella di cui parleremo oggi, è la distilleria di Roby Marton, fondata nel 2012 a Bassano del Grappa. Il Marton’s Gin è di color giallino pallido, dal gusto connotato (spiccano sentori di liquirizia e zenzero): un distillato di eccellenza, prodotto in quantità limitate (parliamo di circa 12.000 bottiglie l’anno). Tuttavia, in questo contributo parleremo di un altro capolavoro di Marton, prodotto in quantità ancora più limitate: il Marton’s Tonka Gin (Limited Edition 2015).

Come si intuisce dal nome, per la preparazione di questo Gin vengono adoperate anche le fave Tonka, ossia i semi di Dipterix odorata, una pianta diffusa in Brasile, Guyana, Nigeria, Trinidad e Venezuela. In culinaria, questa spezia è caduta relativamente in disuso a seguito di un allarme lanciato dalla FDA statunitense riguardo alla sua presunta tossicità, ma in diversi paesi europei, tra cui l’Italia, il suo uso è consentito. Oltre che in profumeria, la Tonka è adoperata per l’aromatizzazione di alcuni tabacchi da pipa, tra cui il Samuel Gawith 1792 Flake.

Ma veniamo al Tonka Gin. 

Una volta rimosso il tappo di vetro dalla elegantissima bottiglia che lo contiene, ne fuoriesce un profumo penetrante e connotato: oltre al ginepro, la fava Tonka si fa immediatamente sentire, col suo tipico aroma a metà tra mandorla e vaniglia. Si apprezzano inoltre distintivi sentori agrumati, molto eleganti e raffinati, con una punta di liquirizia e zenzero. Una volta versato, il Gin si presenta torbido (non viene infatti filtrato) e incolore: consigliamo di goderselo liscio, senza l’aggiunta di alcunché se non, se proprio si vuole, un cubetto di ghiaccio.
L’ingresso è acido, con piacevoli punte amaricanti, caratteristiche che tradiscono la presenza di agrumi, ma in bocca risulta rotondo, persino morbido, ma anche assertivo, con il ginepro in evidenza, affiancato dalla Tonka che, tuttavia, non lo sovrasta. In altre parole, il classico bouquet del Gin di tradizione inglese non è snaturato, bensì arricchito in modo elegante e ispirato. Nonostante la gradazione alcolica elevata (47 gradi), non si sente il bisogno di diluirlo o allungarlo con acqua tonica o altro: al contrario, è un Gin che va centellinato, sorseggiato ed apprezzato, esplorato nelle sue molte sfaccettature, ma con la consapevolezza che ogni tentativo di rintracciarne gli ingredienti é destinato allo scacco.

Insomma, un prodotto di assoluta eccellenza che vale il suo prezzo, senz’altro elevato (circa 80€ per una bottiglia da 50 cl.), ma accettabile in rapporto alla straordinaria qualità.

Il Marton’s Tonka Gin, un distillato di lusso, si sposa sorprendentemente bene con un tabacco popolare, semplice e schietto: provatelo col Semois La Reserve du Patron di Vincent Manil. Le note tostate e terrose del Semois fanno da contraltare a quelle aromatiche del ginepro e della Tonka, armonizzandosi con queste ultime in modo perfetto: il gusto amaricante del tabacco, inoltre, bilancia quello tendenzialmente acido del distillato.

Un abbinamento per contrasto, dunque: raramente ne abbiamo sperimentato uno più azzeccato.