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Se conoscete un po’ la regione Marche e se geograficamente sapete dov’è Jesi, si pensa spesso al vino Verdicchio che viene creato in quelle fantastiche colline.
Ma Jesi ha anche un’altra piccola perla… una tabaccheria gestita da due fratelli, Paolo e Giorgio Grilli, che ho avuto la fortuna di conoscere qualche anno fa quando ero di passaggio in questa città per lavoro.
Sono rimasto stupito, e lo rimango tutte le volte che li vado a trovare, dalla loro passione, dedizione e pazienza che hanno con tutti i clienti.
Hanno una grande conoscenza del mondo del lento fumo che va dalla pipa al sigaro caraibico e nazionale.
In nessuna tabaccheria ho visto il titolare preparare una tavoletta di legno con panno in pelle per poter appoggiare le pipe in esposizione o sigari in vendita, per farli ammirare con calma e attenzione ai propri clienti.
Ho pensato che fosse giusto e bello darvi la possibilità di conoscerli attraverso una intervista qui nel nostro sito GustoTabacco.
Buona lettura!

P.S.
Quando entrerete anche voi in questa tabaccheria non pensate di uscirne dopo 5 minuti… io rimango sempre non meno di un’ora perchè è un piacere parlare con Paolo Grilli di pipe e tabacchi!

 

Ciao Paolo, grazie per la disponibilità per l’intervista. La prima domanda che vorrei farti è la più banale: come è nata questa tabaccheria con tuo fratello?
L’abbiamo conosciuta nel 1972 quando eravamo, “sfollati” a Jesi causa il terremoto di Ancona, dove avevamo un’altra attività. Acquistata nel 1979, è stato un continuo sviluppo di ciò che già era, trattava anche allora Pipe, Accendini ecc., con particolare attenzione sia al mondo del fumo sia al settore articoli da regalo inerenti al concetto classico di Tabaccheria, un po’ all’inglese se vogliamo.


Da dove nasce la passione per il lento fumo e soprattutto per la pipa? Perché sei così innamorato della pipa Castello?
Ho acquistato la prima Pipa per il fascino dell’oggetto a sedici anni e mai provato a fumarla, poi le chiacchierate in amicizia con un cliente, fumatore di Pipa, della precedente attività (una Trattoria ad Ancona, appunto) mi ha fatto venire la voglia di conoscere questo mondo, così ho iniziato a comprare un tabacco poi un altro e un’altra Pipa così che fumare la Pipa è diventata un’autentica passione.
Per i Sigari, invece, tutto è iniziato provando i primi Cubani arrivati in Italia (Montecristo n°4 e Vegueros Seoame) i primi anni novanta e la scoperta dei loro raffinatissimi gusti, degli abbinamenti con ciò che mangi e bevi o semplicemente quando cerchi un momento di soddisfazione personale, mi ha conquistato e non ho potuto più fare a meno di provare, sperimentare e gustare queste sensazioni.
La mia passione per Castello? Beh, ho conosciuto il mondo Castello, dopo aver visitato diversi artigiani e mi sono reso conto che vi sono diversi modi di interpretare l’Artigianato della Pipa. Nel lavoro degli artigiani Castello, relativamente simile a quello degli altri, non c’è solo maestria, c’è una tale attenzione a mille dettagli e una passione nel creare questi splendidi oggetti che è impossibile da spiegare. Solo vedendo di persona si può capire l’atmosfera che aleggia in quel laboratorio.

Quali sono secondo te i nuovi artigiani pipe-maker degni di nota che si stanno affacciando ora nel mercato?
Mi piace molto Amorelli (che commercializzo), Don Carlos ma ho visto tantissime altre belle pipe.

Cosa dovrebbero fare per farsi notare questi artigiani in un settore dove Castello, Savinelli e Dunhill la fanno da padrone?
Forse cosa non dovrebbero fare. Modelli troppo esasperati, eccentrici o placche fiammatissime non servono per fumare bene, ho sempre sostenuto che la Pipa è uno strumento per fumare un certo tipo di tabacco quindi prima deve essere buona, fatta bene e soggettivamente bella.

La tua miscela preferita da pipa qual è? Come è nata la tua miscela che mi che mi offri quando ti passo a trovare?
Preferisco gli “inglesi”. Non ho un tabacco preferito anche perché, per dovere professionale, sono portato ad assaggiare continuamente i prodotti che poi dovrò cercare di spiegare ai clienti. Comunque mi trovo molto bene con i Samuel Gawith e specialmente con il Perfection.
La mia miscela è nata per l’esigenza di poter fumare (quando si poteva fumare in negozio) un tabacco con gusto delicatamente “inglese”, leggero e che non desse aromi ambientali tali da infastidire i clienti.

So che sei un grande appassionato di auto, ti piace vedere la Formula1 e la 24 di Le Mans. Che ne dici di fare un parallelismo tra auto e pipe? E anche con i sigari? Nell’ordine Ferrari, Mercedes, Red Bull, Williams, McLaren. Trova per ogni auto la pipa e sigaro che più la assomigli.
Verissimo, il Motorsport in generale è una mia grande passione (Gilles Villeneuve il mio mito come pilota e come uomo) ma non potendo andare tanto spesso ai circuiti guardo ciò che propone la TV o al computer e il mio primo Montecristo n°4 l’ho fumato alla Variante Bassa di Imola prima di un Gran Premio di San Marino. Sinceramente a parallelismi e similitudini non ho mai pensato, però posso assicurare che penso sempre a che sigaro (da un’oretta e mezza o due) mi fumerò durante il prossimo GP e durante la ultima 24 ore di Le Mans (vista su Internet fino a che il sonno non mi ha sopraffatto) ho fumato un Liga Maestro “Toro” da due ore abbondanti.

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Negli ultimi anni il mercato si è riempito di sigari extra-cubani, soprattutto provenienti dal Nicaragua. La loro produzione ha fatto un innegabile salto di qualità. I fumatori affezionati ad altre marche hanno accettato questo nuovo mondo di puros? Il mercato come ha reagito a così tante nuove novità?
Sono molto felice dei nuovi arrivi dal Nicaragua, perché mi ritengo un precursore avendo creduto subito nei primi puros di questo Paese (Micubano e Joya de Nicaragua), l’unico neo è che forse sono stati troppi e tutti insieme creando un po’ di confusione. Ovviamente la curiosità di noi fumatori ha fatto sì che una prova sia diventata apprezzamento e, per alcuni fumatori, abitudine ad alcune nuove marche in coesistenza con i propri Sigari preferiti.

La crisi economica ha fatto cambiare le abitudini di consumo di tabacco? Cosa si vende di più e di meno adesso rispetto a qualche anno fa?
Direi di no, almeno per quel che mi riguarda, avendo proposto sempre prodotti di qualsiasi livello da fumare non solo in particolari occasioni ma da fumare quando uno ha tempo e/o voglia. Di conseguenza i miei clienti continuano a scegliere quello che più si addice alle loro esigenze. Una cosa che sicuramente è successa: la scrematura dei fumatori “modaioli”.

Ci siamo incontrati qualche mese fa ad un evento al Cigar Club di Matelica “Don Alejandro Robaina”. Il presidente Minetti ci ha accolti veramente molto bene, hanno una struttura invidiabile! I cigar club e il CCA possono essere un modo per rilanciare il settore del lento fumo? Come? Per te tabaccaio cosa vorresti che facessero in più come attività?
Avendo la fortuna di conoscere bene gli Amici del Cigar Club di Matelica e la loro attività, ritengo che il Club in oggetto e quelli iscritti al CCA tra serate giusto per ritrovarsi, serate di gala, serate in cui presentano nuovi prodotti con tanto di produttori, i corsi di “Catador”, serate con sperimentazioni di abbinamenti contribuiscano a diffondere la cultura del Sigaro. Vorrei ricordare una frase che tanto tempo fa sentii da Francesco Minetti: ”Fumare un sigaro tra Amici? el placer de compartir”. Ecco questa è l’essenza del mondo del Sigaro che diffondono e queste attività sono un grande aiuto che i Club del CCA danno al nostro settore, non penso di poter chiedere di più anzi ritengo che noi operatori dobbiamo solo dire “GRAZIE” a queste associazioni.

Come attività di tabaccaio quali sono le difficoltà che hai quotidianamente visto che operi in un settore dove è vietata la pubblicità?
In un mondo dove la pubblicità fa mercato l’impegno da profondere è tanto, ma in fondo è un bene, così ci si assume responsabilità e solo provando i nuovi prodotti si può consigliare al meglio i nostri clienti, liberi da qualsiasi condizionamento perché di qualsiasi provenienza essi siano i nostri guadagni, non cambiano.

La FIT è un ente utile e necessario o fa parte ormai della burocrazia tipica dell’Italia che rallenta il lavoro di tanti?
No comment, purtroppo nel nostro Paese è oramai consuetudine che le funzioni e gli scopi di enti o istituzioni vengano troppo spesso travisate…

Raccontaci un evento o fatto particolare che hai vissuto da quando hai la tabaccheria che ti è rimasto particolarmente legato al cuore.
Più che un evento o un fatto quello che ogni giorno, in negozio, mi riempie il cuore è una sensazione: il rapporto di simpatia e di amicizia che quasi istantaneamente s’instaura con gli appassionati di Lento Fumo o con chi s’interessa, da neofita, a questo mondo, poi di storie in trentacinque anni di attività potrei raccontarne diverse ma annoierei qualcuno.

Un saluto ai nostri lettori!
Fumate quello che vi piace, sempre tenendo presente che un piacere così personale è molto più bello condividerlo con gli Amici! el placer de compartir! appunto.

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