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I fiammiferi sovietici: una piccola enciclopedia del regime 

Etichette illustrate, un’ “idea” degli zar

Interessante e documentato, “La rivoluzione, lo Stato il gusto” è un articolo di Gian Piero Piretto pubblicato sul numero sette della rivista FMR, una pubblicazione bimestrale d’arte e cultura nata nel 1982. Oggetto della dissertazione è un excursus sulle raffigurazioni presenti sulle scatole dei fiammiferi sovietici, che erano in grado di rappresentare una realtà teatralizzata della Russia post rivoluzionaria: sulle scatoline dei fiammiferi il Paese si trasformava in palcoscenico su cui andavano in scena manifestazioni, parate e attività che erano funzionali alla creazione di un sentimento popolare comune, fortemente identificativo.

La cultura sovietica prevedeva una completa identificazione tra tutte le manifestazioni artistiche, le ideologie e i comportamenti del popolo e proponeva di mostrare al mondo il proprio Paese come un’opera d’arte. Totale come totalitario era il regime che lo governava. Ogni aspetto della cultura doveva rispettare le medesime esigenze, quelle del partito, e dovevano tener conto dell’ideologia e del sentimento popolare. A questo proposito nel 1934 nasceva il realismo socialista, che tendeva ad armonizzare la realtà artificiosamente, spostando l’attenzione su una meravigliosa apparenza. Dalla forma d’arte più alta alla più banale, i principi rimanevano i medesimi e anche il confine tra aulico e modesto si assottigliava.

fiammiferi_russi_aereoLa produzione delle scatoline di fiammiferi in serie con etichette illustrate fu un’idea della Russia degli zar: in epoca zarista infatti marchi e produttori si facevano pubblicità attraverso illustrazioni sui pacchetti che seguivano la tradizione iconica russa per cui immagini e parole erano combinati per realizzare temi e sequenze narrative. Le raffigurazioni nell’età degli zar ricordavano le serie monotematiche di francobolli, in cui la stessa immagine veniva riproposta in colori e sfumature diverse. Lo stile si rifletteva sulle etichette e riprendeva motivi quali allegorie, stemmi e medaglie di cui la ditta in questione era stata insignita.

La produzione dei fiammiferi sovietici rinnovò modi e concetti, iniziò dagli anni di formazione del regime e continuò fino al suo crollo. Scomparsi i loghi commerciali e ridotto il messaggio testuale ad una secca didascalia, queste raffigurazioni divennero le nuove istanze culturali del Paese. Proprio sotto lo sguardo di chi accendeva un fornello o una sigaretta si alternavano immagini architettoniche, pitture, immagini di scienza naturale, di folclore, letteratura, geografia e conquiste sociali e politiche.

fiammiferi_russi_propagandaSi potevano trovare anche raccomandazioni per la sicurezza domestica, istruzioni sull’uso dei telefoni pubblici, insomma una piccola enciclopedia completa e in miniatura. Per costruire questo modello di mondo utopico a cui ispirarsi per far sognare un radioso avvenire, si ricorreva ad immagini quali la neonata metropolitana, progetti architettonici di edifici esistenti e non, come ad esempio il palazzo dei soviet, progettato negli anni Trenta e mai realizzato ma percepito dal popolo come reale o a slogan di carattere bellico come “Avanti verso la vittoria”. Ogni momento della storia della Russia trovava, secondo gli intenti del regime, spazio sulla stampa, sugli schermi cinematografici, nelle canzoni, nei manifesti, sui francobolli e certamente anche sulle scatole dei fiammiferi.

 

Fonte: TuttoTabacco