Nell’ultimo periodo della grande guerra, e specialmente nei primi mesi del dopo guerra, la crisi del tabacco è stata comune a tutti paesi del mondo. In Italia l’abbiamo conosciuta ben poco e per pochi mesi: in Francia è stata assai più grave che da noi. Ma dove la crisi ha preso proporzioni veramente tragiche è stato in Austria e in Germania. Non parliamo della Russia; di questa sventurato paese ben poco si sa, ma dalle notizie recate da alcuni profughi  parrebbe che si riesce ancora a fumare nei paesi ove si coltivava il tabacco ed esistono ancora dei notevoli stocks. Dove non c’era  coltivazione non si fuma più. É una bella soddisfazione, come si vede, vivere in Russia  di questi tempi!!!!
In Germania, durante la guerra e in conseguenza del blocco, si andava avanti a furia di surrogati: ora la crisi va scomparendo rapidamente. Maggiormente colpita è stata l’Austria dove pure esisteva, ed esiste tuttora, un Monopolio di Stato che aveva una salda organizzazione. Ma si sa bene: questa orrenda guerra ha rovesciato tante cose nel suo furibondo cammino e non bisogna meravigliarsi se anche il Monopolio austriaco sia rimasto sconvolto.
Tuttavia quello che ora è caratteristico nella Repubblica austriaca e il modo in cui è organizzata la vendita dei tabacchi. Da oltre tre anni esiste la tessera, come per tutti gli altri generi di consumo indispensabili. Però il singolare e questo: che la tessera l’hanno tutti, cioè fumatori e non fumatori. Un giorno per settimana i tesserati hanno diritto alla loro razione di sigarette, di tabacco o di sigari e si presentano immancabilmente a fare la coda davanti al negozio del tabaccaio.
Ne deriva che,  essendo tesserati anche i non fumatori, i generi non bastano mai e le manifatture dello Stato non fanno mai in tempo a provvedere al bisogno. Ond’è, che a più riprese si è dovuta diminuire la razione per ogni tesserato.
La conseguenza di tutto ciò è quello che ci veniva riferito con queste parole da un nostro amico reduce da Vienna dell’ottobre del 1920:
– Sigarette? sigari? dal tabaccaio?-  neanche per sogno! Già, appena finita la distribuzione ai tesserati, i tabaccai chiudono gli  spacci e se ne vanno. Chi arriva da fuori e non ha la tessera ha un bel girare per tutta la città. Se non  conosce il trucco, non fuma. E il trucco è questo: i tabacchi si trovano dappertutto all’infuori che dal tabaccaio. Il farmacista, il portiere dell’albergo, il pasticciere, il lustrascarpe: tutti vi daranno delle sigarette se le pagate tre volte il loro prezzo di tariffa,  meno che il tabaccaio. In fondo è quello che succedeva anche in Italia un anno fa. Ma da noi è stata questione di pochi mesi, in Austria il male ha preso  carattere cronico. E v’è di più! Il tabacco in tutta l’Austria è divenuto ormai una moneta corrente, assai più apprezzata della corona. I pacchetti di sigarette o di trinciato hanno il loro valore di borsa, con quotazioni variabili nè più nè meno come i titoli più trattati dai finanzieri. Per i moltissimi che non sono fumatori e pure hanno la tessera, la compera del tabacco costituisce una discreta stipulazione. Infatti, dal tabaccaio, a prezzo di tariffa, un pacchetto di sigarette, poniamo, costa 8 oppure 10 corone. Appena finita la distribuzione il prezzo è già un altro. Chi ha comprato 5 pacchetti per complessive 50 corone vuole realizzarne almeno 120 e se è un incettatore che lavora in grande pretende anche di più, poiché gli incettatori comprano alla loro volta dai non fumatori tesserati pagando un sopraprezzo. Ma non è sempre agevole ottenere da questi non fumatori le sigarette: poichè in certi giorni, il sabato e la domenica per esempio, un pacchetto di sigarette, o un paio di sigari o un pacchetto di trinciato   costituiscono una moneta  di maggior valore. Una signora viennese che conservava oltre 50 pacchi di sigarette come un tesoro, mi diceva un giorno mostrandomi il prezioso deposito: questo è il mio libretto di chéques. Con questo io vado a fare le mie spese e mi accettano i pacchetti di sigarette assai più volentieri delle nostre miserabili corone!
Al caffè ho veduto io stesso pagare le consumazioni con del tabacco. Ed i camerieri    preferiscono questo genere di pagamento poichè mentre la corona vale sempre quello che vale, il pacchetto di tabacco dal momento che passa dalle mani del cliente in quelle del cameriere raddoppia, almeno, il suo valore! Del resto non è soltanto nel pubblico che, come ci raccontava un nostro amico, il tabacco ha preso il carattere di una moneta corrente: ma lo stesso Stato si trova nelle identiche condizioni. A noi risulta che parecchi grandi fornitori di approvvigionamenti per il dicastero austriaco dei consumi  sono stati pagati con centinaia di casse di sigarette. É assai probabile che i fornitori abbiano preferito questo denaro all’altro che, pure non fumabile, ha dimostrato di andare in fumo assai presto!!!

P.S.
E’ un articoletto pubblicato sull’annuario del 1921 della rivista “Il tabacco” fondato in Italia nel 1897 e pubblicato con cadenza mensile.