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Quanti anni deve stagionare una placca di radica, prima di essere lavorata per realizzare una buona pipa?
É utile il rodaggio della pipa? 

Siccome si leggono interpretazioni e giudizi discordanti, ho pensato che la cosa migliore fosse chiedere un parere a tre grandi artigiani italiani.
Nello specifico, ho contattato Bruto Sordini (pipe Don Carlos), Damiano Rovera (Ardor) e Salvatore Amorelli (Amorelli pipe) ponendo loro le stesse domande a riguardo.
I risultati? Tutti e tre si sono dimostrati in sostanziale accordo!
Li ringrazio ancora per la disponibilità data a me e a voi!
Buona lettura.

Quanto é importante la stagionatura della radica per la realizzazione di una pipa?

Bruto Sordini: il 90%! La stagionatura non comincia quando il segantino ti porta la radica, bensí il giorno seguente alla bollitura. La stagionatura inizia lì e i primi giorni sono i più importanti: se la si strapazza, mettendola vicino a fonti di calore, c’è la possibilitá che si spacchi, asciugandosi troppo velocemente e danneggiando cosí le fibre del legno. Per cui va trattata bene, va svezzata.
Damiano Rovera: La stagionatura è molto importante per una fumata “asciutta” che possa rendere appieno ed esaltare il sapore del tabacco che solo in una radica perfettamente secca si esprime al meglio, accentuando le caratteristiche del legno
Salvatore Amorelli: Importantissima! Per la lavorazione della stessa è fondamentale. La differenza tra una radica bollita un anno, cinque, undici o vent’anni fa è tantissima. Quella fresca di uno, due o tre anni risulta tenerissima sotto gli attrezzi da lavorazione e la carta per carteggiare. Poi sotto le spazzole dá un effetto che definirei ondulato. Io sono abituato a lavorare radiche vecchie di più di dieci anni, quindi molto dure.
Dalla mia esperienza che vuol dire molto poco (sic!) posso dirti che fumo la pipa per passione, ma anche per senso critico per capire che cosa succede con l’uso anche estremo della stessa: nelle pipe fatte con radiche bollite pochi mesi prima si sente decisamente un senso di umidità in fumata, di acquerugiola. Sotto il profilo del gusto, le prime due fumate sono un po’ più “verdi”, però il gusto ci sta! Non è infumabile la pipa fresca, ma ha un altro gusto.
Invece con la pipa che ha avuto una buona stagionatura, consiglio una cosa che abbiamo ripreso a fare dopo tanti anni: mettere un velo di olio d’oliva all’interno del fornello. In questo modo, nutriamo un minimo la fibra del legno che ha subito una perdita di tutte le sue componenti vitali.

Quanti anni sono necessari per avere una radica perfetta per la lavorazione?

Bruto Sordini: una radica decente deve avere minimo due anni, poi matura a cinque anni. C’è differenza tra secca e matura, lo capisci lavorandola. Quella di due anni è una radichetta leggerina, può essere dolcina, “stupidina”. Una radica matura senti che ha un gran corpo. Se hai la possibilità di arrivare a dieci anni, allora hai il non plus ultra, stagionata come Dio vuole, e questo vuol dire tanto. Io ho delle persone che mi scrivono poesie quando han fumato la mia radica del ‘99!
Damiano Rovera: Per nostra esperienza non esiste una stagionatura perfetta, ma una buona e minima stagionatura che garantisce una buona prestazione di fumata: dai quattro anni in su.
Salvatore Amorelli: Questa è una cosa troppo complicata che va a interpretazioni delle più varie, tipo ”sono grandi cazzate, è un imbroglio, ecc…”: nessuno ci crede che noi lavoriamo radiche che sono state bollite trenta anni fa! Io mi sono abituato a lavorare radiche che hanno almeno dieci anni, ma la mia è una fortuna rara perché ho sempre comprato dieci, venti volte quello che era il mio fabbisogno annuale di produzione. Quindi per anni ho comprato per dieci volte e chiaramente ho un grande magazzino. Ogni volta, poi, lavoro la radica che ho comprato prima. Tuttavia, mi rendo conto che la mia è stata una fortuna: io mi sono ritrovato ad avere dei capitali che ho investito, rischiando per questo lavoro.
Inoltre tantissima radica la metto da parte perché è aggredita dal tarlo. Sappiamo benissimo che il tarlo è un buongustaio, non va nei legni giovani, va nei legni durissimi e vecchissimi. Però quando mi è capitato di vendere a titolo di amicizia ad altri colleghi delle radiche nostre, mi hanno detto “ma che bellezza! Dura, non viene fuori il truciolo, solo il polverino in lavorazione!”.
Però capisco che con i tempi che corrono molti artigiani vanno a comprare solo le placche di radica che gli occorrono per lo stesso anno, non tutti hanno disponibilità economiche.

Se viene lavorata prima che rischi possono avere i clienti?

Bruto Sordini: Se tu lavori una radica addirittura verde – te ne accorgi mentre la lavori – devi costringere il cliente al rodaggio, altrimenti il calore eccessivo potrebbe spaccare la pipa.
Io che te devo di’? Io una radica verde non l’ho mai fumata.
Il rodaggio era richiesto proprio per ovviare a questo problema, era una difesa che si prendeva il produttore se lavorava la radica verde, oppure se uscita dai forni malamente, e quindi si chiedeva al cliente di fare il rodaggio un po’ alla volta. A chi compra le mie pipe dico proprio “il rodaggio non lo fate”.
Damiano Rovera: Il rischio è una pessima fumata con molta condensa (un po’ di condensa è accettabile in base alle forme e forature più o meno coniche)
Salvatore Amorelli: a mio avviso le fibre del legno non sono compatte. Se poi si ha avuto una stagionatura o troppo umida o troppo secca, il legno magari non è ben stabilizzato e c’è il rischio che si spacchi. Il legno è stabilizzato dal tempo, dal periodo di stagionatura, e lo stesso vive e si muove sempre.

Da cosa si riconosce se la radica è stata ben stagionata

Bruto Sordini: non lo so… un neofita se ha comprato un pipa stagionata come Dio vuole dice “Cacchio quant’è buona la pipa!”.
Il neofita che si compra ‘na pipaccia dice “forse la pipa non è per me”. E’ questo il punto.
Damiano Rovera: Dal peso e leggerezza… Dal suono provocato quando si sbattono due pezzi insieme…
Dal truciolo e dalle scaglie che si ottengono durante lavorazione.
Salvatore Amorelli: Come detto prima, dal tipo di lavorazione. Non deve fare trucioli.