ruscalla cosmo

I segreti del lento fumo

Soluzione ai problemi di durata fumata

1: se la brace si inabissa bisogna controllare subito il colore del fumo. Se è sempre bianco grigiastro vuol dire che sta bruciando bene, se il fumo esce marroncino siamo in zona pericolosa, vuol dire che non ha più carburante, la manovra da fare è la seguente: tirate leggermente per allargare un po’ la brace, contemporaneamente picchiettate due/tre volte la superficie del tabacco, poi prendete un respiro e contate fino a dieci, generalmente se è appena sotto la brace risale, si vede aumentare la portata di fumo bianco e poi compare la brace. Se non risale soffiate leggermente per alzare la cenere e liberare la brace dalla stessa che la circonda poi tirate piano e picchiettate la superficie, prendete un respiro e contate fino a dieci. Questa è la manovra, da fare sempre con estrema calma, se ci si innervosisce e si tira forte la brace tende a scendere di più, se non si ha pazienza e si ripete continuamente il passaggio di cui sopra, si brucia un sacco di tabacco inutilmente.

2: se la cenere rischia di soffocare la brace bisogna prontamente intervenire per rimuovere l’eccesso, quindi pigino inserito nel fornello e soffiatina leggera, la cenere più leggera sale aderendo alle pareti del pigino che batteremo poi sul foglio di carta, preferibilmente di spigolo per non alterare il fondo abrasivo del pigino stesso, poi una leggera pigiatina con un piccolo tiro per far riprendere la brace, altra soffiatina e si ripete la manovra di prima. Tener ben presente che tra una soffiata di cenere e l’altra bisogna ben controllare la brace, che sia adeguata e quindi non una capocchia di spillo altrimenti la perdiamo, ma almeno mezzo chicco di riso, quindi soffiare pulire il pigino, pigiare tirando un po’. Quando nel fornello vediamo residuare poca cenere grigia o solo trito scuro siamo nuovamente in crociera.

3: il tappo; generalmente si forma attorno all’ultimo quarto o poco più. Può essere determinato dal fatto che abbiamo pigiato troppo forte e il tabacco sul fondo, umido degli umori del fumo, si è compresso a tal punto da non permettere più il transito del fumo, accade anche con tabacchi molto zuccherini. Lo zucchero e l’umidità sono una miscela micidiale perché gli zuccheri sciolti dall’umidità cristallizzano con il calore; per liberarsi dal tappo si può tentare una manovra, in questo caso gli uomini sono decisamente favoriti! Chi non ha mai giocato con le cerbottane da bambino? È praticamente lo stesso movimento: si tappa il fornello con l’indice ed il medio, cercando di lasciare solo una piccola fessura tra queste due dita, si appoggia la lingua a chiudere in bocchino, si prende aria e poi… un colpo secco! Il tappo sotto la pressione dell’aria salta, le dita coprono l’imboccatura e danno sfogo all’aria, il 99% delle volte la parte con la brace si appoggia al lato opposto al foro di uscita del cannello, un veloce colpo di pigino a schiacciare lateralmente il tappo e due profonde tirate a recuperare la brace ed il gioco è fatto; la mano leggera, solitamente, scongiura il formarsi del tappo.

Il tempo è passato e siamo ormai giunti all’ultimo quarto di pipa, adesso soffiare comincia a diventare pericoloso deve essere solo un leggero filo e non si potrà farlo per molto, ci viene in aiuto – ancora una volta – il pigino. È tempo di girarlo, la parte che si presenta è quella più abrasiva (ricordate?) e in più è ancora perfettamente pulita quindi svolgerà bene il suo lavoro, adesso non ci resta che girare il pigino e pulirlo poi sul foglio di carta. Il pigino nel fornello agisce un po’ come un pistone schiacciando un po’ di aria sulla brace aiutandola a bruciare ciò che resta, il pigino è lo strumento principe e va utilizzato diffusamente, girare e pulire con frequenza ci può portare a consumare l’ultimo quarto fino all’ultimo frustolo di tabacco o quasi, se i fondi dalle pipe sono fatti bene il pigino arriva fino al foro di aspirazione.

Ecco, questa è la teoria, la pratica aiuta a trovare il giusto coordinamento con il pigino, a capire quanta pressione dare e che velocità di rotazione, quanta spinta all’aria e quanta aspirazione, ognuno trova lì il suo equilibrio ed il “suo” metodo, impara a leggere il fumo ed interpretarlo e, più che ogni altra cosa, che per tenere accesa una pipa basta un sottile filo di fumo.

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