No-Smoking-Sign

Vietato fumare, c’è scritto all’ingresso del nostro ufficio.

VIETATO stampato su tutti i corridoi dell’Azienda, VIETATO ribadito in tutti i singoli uffici da cartelli e foglietti scritti a mano e al computer, VIETATO detto con fermezza nelle asettiche ed impersonali toilette.

Il divieto di fumare aleggia come norma negli ampi spazi dell’open space, ma ci sono posacenere “Trattoria Al Volano” su quasi tutte le scrivanie, tappi di bottiglie dell’acqua traboccanti cenere, mozziconi contusi che annegano in bicchieri del caffè, cadaveri di sigari crocifissi alle grate dei cestini.

Numerosi infatti sono stati i tentativi di smettere col vizio, alcuni affrontati in omertosa solitudine, altri invece confessandolo un po’ dubbiosi ai colleghi per contare sulla loro solidarietà, almeno ogni volta che si tentava l’ingresso in un tabaccaio.

Il più eclatante dei tentativi fu però quello affrontato tre anni fa, in team. Successe infatti che l’Azienda, in uno scrupolo di campagna anti-fumo fatta solo per seguire il trend del momento, pagò ad un gruppo di fumosissimi manager un corso plurititolato per smettere di fumare, a Roma, in grand hotel in centro storico. Vino la sera alle sontuose cene consumate, quello correva a fiumi, ma le sigarette non vennero mai toccate. Al ritorno dai tre giorni di astinenza, gli oramai ex fumatori rientrarono in ufficio come se avessero preso parte a dei riti iniziatici pagani. Non ci raccontarono mai niente di quello che capitò, e, attorno ai misteriosi metodi del corso, si chiusero in un silenzio inquietante, e cominciarono a muoversi con fare circospetto. Durante le canoniche pause lavorative si appartavano dietro alle macchinette del caffè parlottando sottovoce, e durante tutta la giornata si controllavano nei reciproci movimenti.

Si palpava diffidenza, sospetto e vendetta.

  • C’è il signorino Alberto che ogni tanto si chiude in ufficio da solo, e fuma. Si pensa furbo lui, pensa che così nessuno lo possa scoprire.

  • Quel bastardo ha ricominciato a fumare?

  • Mah, non l’ho mai colto sul fatto, ma ieri sono andato di nascosto nel suo ufficio e ho trovato un mozzicone nel suo posacenere

  • Che sigaretta era?

  • Una Malboro Light

  • Allora non è sua, lui fuma le rosse..

  • Io lo so di chi è, è di Mario, quel traditore che ha iniziato anche lui, e secondo me va di nascosto nell’ufficio di Alberto quando lui non c’è, per non farsi scoprire!

  • Bastardo… ma tu che ci facevi nel suo ufficio?

Comunque, ancora, è VIETATO FUMARE.

E si fuma nei bagni, dove nell’acqua in fondo al water si vede il mozzicone, davanti alle macchinette del caffè, per le scale, mentre si entra o si esce, davanti alla porta dell’ open space.

Si fuma alla mattina dopo il primo caffè, dopo pranzo, dopo avere lavorato 4 ore di fila, mentre si parla al telefono, durante una partita al solitario sul proprio PC, mentre si indugia per le scale.

VIETATO FUMARE

no_lavoroAddirittura si narra che nei tempi della Gloriosa Azienda, il prode Guglielmo fosse arrivato un giorno, come protesta, munito di maschera antigas. Se ne stette lì tre ore di fila a lavorare, con la maschera addosso, senza che nessuno lo notasse o quantomeno smettesse di fumare. A quel punto Guglielmo al colmo della disperazione si tolse la maschera e la lanciò violentemente addosso al suo collega Giorgio, accanito fumatore di Malboro Rosse.

Fu subito convocato nell’ufficio del Direttore Commerciale, che si pensa l’abbia calmato con un caffè, ed ovviamente una sigaretta.

 

Giovanna de Simone