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La mia amica Simonetta Paradisi, avvocato in Roma e cuore a Smerillo per il Festival (ma non solo) Parole della Montagna, condurrà domenica, insieme alle guide del CAI, un gruppo di persone sulla cima del monte Sibilla, dove “…sovvien l’eterno”. Non per sport o competizione, per una dimensione spirituale, spiega lei, imperterrita. Domenica scorsa è toccato al Cammino francescano, nel tratto tra Sarnano ed Amandola.

Due domeniche fa, gli “Insorgenti” marchigiani hanno seguito le tracce dei Briganti sui monti della Laga dietro all’assessore provinciale Andrea Maria Antonini.
Nella notte tra sabato 11 e domenica 12 giugno, 80 mila pellegrini hanno percorso in notturna la strada che da Macerata conduce alla santa Casa di Loreto.
Il mio amico Franco Borgani, personaggio di spicco del vecchio PCI maceratese, oltre al trekking in Nepal e India, attraversa settimanalmente gli Appennini avendo come punto base il rifugio  di Valle Scurosa, sopra al lago di Caccamo.
Il mio amico Cesare Catà, scrittore e filosofo, ha proposto, nella notte di mercoledì scorso, un suo testo teatrale all’interno di una grotta selvaggia in zona Tallacano di Ascoli Piceno. Cento persone lo hanno seguito, che in precedenza hanno fatto una bella sgambettata per raggiungere la località.
Un altro amico, Maurizio Serafini, forse più noto al pubblico come cantante dei Vincisgrassi, anch’egli con campo base a Vallescurosa, compie escursione a piedi da 100 km la settimana…quando non è in Nepal, India, Armenia, ecc. ecc.
Gli amici dell’Associazione Perigeo hanno trasformato il loro quartier generale di Penna san Giovanni (Le Saline) in una sorta di Contea della Terra di Mezzo, dove la bellezza della natura, il verde e le acque si mischiano a progetti internazionali, visite di personaggi notissimi, canzoni e poesie.

Personalmente, ad agosto, insieme alla mia “Compagnia dell’Anello”, compierò il percorso a piedi tra Farfa e Santa Vittoria in Matenano, sulle orme dei monaci Benedettini-Farfensi

Mi interrogo su cosa voglia dire tutto ciò? Siamo dinanzi ad un atteggiamento aristocratico post radical–chic? A escursioni sportive del weekend, a confusioni e frullati new age? Ad ecologismo tolkeniano da figli dei fiori in ritardo? A riscoperte paganeggianti, dalla Dea Madre sino alle ninfe silvestri? A processioni di Confraternite di Battenti?

Possibile. Ma non esauriente. Intravvedo voglia di altro, invece. Di natura, di luoghi belli, di pause, di riflessione, di silenzio, di festa. Eppoi, di concretezza, sincerità, amicizia. C’è voglia di Dio, perché c’è voglia di creato e di infinito. Di tracce dell’Eterno. C’è voglia di vivere diversamente. Di ritrovarsi in ogni senso.
Con la tv spenta e comunità vive.

E’ come un serpeggiare di vita nuova. Ancora marginale, ma progressiva. Che avrà riflessi anche sulla cultura e sulla politica. E già ce li ha. Ma non nel modo in cui tanti leggono certi risultati elettorali. Chi non lo capisce è orbo. Può essere orba la politica ma orbi possono essere anche i pastori della Chiesa. Siamo di fronte ad una società che sta prendendo forma all’interno di un’altra società (ho preso casi locali, ma ce ne stanno migliaia di nazionali ed internazionali). E’ un moto sotterraneo. Potrebbe diventare un terremoto. E stavolta, benedetto.