ragazzo pipa

Fumare la pipa non è difficile 

Nell’era del web e del surplus di informazioni puó capitare che un neofita, incuriosito dal piú antico modo di fumare e desideroso di cominciare a goderne, finisca per ritrovarsi spiazzato ancor prima di avere una pipa in mano. Oggigiorno, molte esperienze cominciano di fronte allo schermo di un pc, piuttosto che dal tabaccaio:  pagine e pagine di consigli, indicazioni o, addirittura, veri e propri decaloghi sono facilmente reperibili da chiunque online. Alla fine, il povero neofita, ubriaco di informazioni e consigli (peraltro spesso perlomeno aleatori), rischia di soffrire di una forma di ansia da prestazione al primo vero contatto con la radica. Allora, siccome vado a dire la mia su questo argomento, voglio chiarire da subito che fumare la pipa non é difficile. Non é difficile, certo, ma alcune piccole indicazioni possono risultare utili. Come ho avuto modo di raccontare altrove, io ho iniziato da solo, senza guida né indicazioni: ora sono ancora qui a fumare e sono sopravvissuto, ma qualche punto di riferimento mi sarebbe senz’altro stato utile. Ecco, in quest’ottica mi approccio all’argomento: punto a scrivere ció che mi sarebbe stato utile leggere quando ho cominciato io.

Bene, per prima cosa: il fumo di pipa non andrebbe respirato.

Ok, potrá apparire scontato, ma per me non lo era e credo non lo sia per tanti. S’intende che ognuno é libero di scegliere come fumare: se un fumatore, magari che proviene dalle sigarette, ogni tanto butta giú una boccata non é certo la fine del mondo. Qui giova solo ribadire che, tendenzialmente, i tabacchi da pipa non sono concepiti per essere respirati. Tanto basta.

Il punto di partenza per ogni aspirante pipatore é senz’altro la scelta dello strumento: la pipa, appunto. Lasciate stare le pipe del nonno scovate in un cassetto: io consiglio di iniziare a fumare con una pipa nuova. Le pipe usate, rodate o mezze acciaccate, ancorché magari affettivamente importanti, lasciatele da parte, per il momento: é inutile complicarsi la vita sin da subito con restauri vari.
Molto meglio acquistare una pipa nuova, pronta da fumare o, al piú, una pipa rodata presso un rivenditore professionale che l’abbia giá ripulita e sistemata.
Orbene, che pipa scegliere? Partiamo dalla forma. É opinione comune che per cominciare sia meglio una pipa dritta: billiard, canadese, lovat, lubermann, ecc. Sono sostanzialmente d’accordo: una pipa dritta é in effetti piú semplice da gestire sotto molti aspetti. Tuttavia, se proprio vi piace una curva, foss’anche una Oom Paul, beh, prendetela. Certo, la strada sará leggermente piú in salita, ma se la pipa é costruita bene non ci sono ostacoli insormontabili. Consiglio, in questo caso, di verificare bene la foratura passando uno scovolino: se passa agevolmente senza incontrare ostacoli allora anche una curva va bene per cominciare. Per quanto concerne le dimensioni e la capienza, io direi di stare sul medio: un fornello di 19/20 mm, con una profonditá di 30/40 mm, per una lunghezza totale della pipa di una quindicina di centimetri (se dritta), andrá benissimo… Per una curva, la lunghezza sará in proporzione alle dimensioni del fornello.
Veniamo al brand e, di conseguenza al soldo: che marca scegliere e, di conseguenza, quanto spendere? Generalmente, rispondo a questa domanda in modo provocatorio: spendete per la vostra prima pipa almeno quanto avete speso per il vostro telefono cellulare. Avete in tasca un IPhone, beh, va bene anche la metá… Con questo voglio dire che la prima pipa dovrebbe essere la migliore che vi potete permettere, senza fare i taccagni. Migliore é lo strumento, migliore é la fumata e, dunque, piú semplice é imparare.
Evitate le pipe da cesto: puntate a radiche di marche note. Qualche suggerimento? Santambrogio, Amorelli, Ser Jacopo, Ardor o Dunhill.
Una Dunhill come prima pipa? Certo, se potete permettervela! L’unico vero suggerimento che sento di dover dare é di prenderla sabbiata o rusticata, giacché l’unico vero modo per rovinare una pipa é sbatterla inavvertitamente da qualche parte o farla cadere: questo, in effetti, all’inizio puó capitare e le pipe ruvide sono piú robuste da questo punto di vista. Una buona (o un’ottima) pipa é il miglior punto di partenza.
Non temete di rovinarla: bruciare una pipa é un evento raro e, in ogni caso, puó capitare a chiunque. In tanti anni, a me non é mai successo. Fumando non la si rovina, tranquilli! Inoltre, maggiore é la qualitá, minore é la possibilitá di far danni: fosse per me, suggerirei solo Dunhill Shell, senza dubbio tra le pipe piú robuste in assoluto. Inoltre, nel malaugurato caso in cui si dovesse decidere di smettere di fumare, le pipe di pregio mantengono un buon valore nell’usato: le pipe scadenti usate valgono zero. Da ultimo, evitate di acquistare la vostra prima pipa online: recatevi da un professionista, a costo di dover fare una gita fuori porta. Potrete cosí soppesare l’oggetto, verificare i dettagli e, inoltre, vi sará possibile acquistare subito curapipe, scovolini e, soprattutto, il tabacco.

Una volta scelta la vostra prima pipa, passiamo, appunto, al tabacco.

Evitate, per il momento, quelli pesantemente aromatizzati, se non volete giocarvi la lingua alla prima fumata…
Inizierei con un tabacco di facile gestione e perfetto se già fumate sigari: lo Scaferlati Caporal. Si presenta relativamente secco, è per nulla aggressivo sulla lingua ed è anche uno dei più facili da gestire. Se proprio non amate questa tipologia di tabacchi scuri, prendete l’Amphora Virginia: essendo un virginia (nomen omen) e puó essere un poco piú aggressivo sulla lingua, ma resta comunque relativamente semplice da fumare.
Da qualche parte dovrete pur iniziare e con questi tabacchi potrete impratichirvi con la meccanica del fumare la pipa.
Il caricamento é semplice, ma occorre prestarvi un po’ di attenzione: prendete il tabacco e riempite il fornello gradualmente, esercitando una pressione crescente. Una volta colmo, provate a tirare senza accendere: il tiraggio dev’essere simile a quello di un sigaro o di una sigaretta. Non avete mai fumato prima? Beh, diciamo che la resistenza all’aspirazione dev’essere simile a quella esercitata da una bevanda quando la si beve con la cannuccia. Se il tiraggio é troppo ampio, pressate e aggiungete tabacco; se é troppo difficoltoso, svuotate la pipa e ricaricatela. Datevi del tempo: dopo qualche tentativo, troverete la vostra quadra. Una volta caricata la pipa, accendetela: usate un Bic, che si fa prima, e date fuoco al tabacco in modo uniforme. Se si solleva, pareggiatelo col pigino e riaccendete. Tirate in modo placido e tranquillo, senza minimamente curarvi degli eventuali spegnimenti: non é una gara, potete riaccendere anche cinquanta volte. Col tempo, le riaccensioni diminuiranno. Usate il pigino per mantenere in pressione il tabacco, ma non premete con forza: limitatevi a pareggiarlo.

Io consiglio di far fuori almeno due o tre buste di questi tabacchi naturali per impratichirvi con le dinamiche della fumata. Se avvertite bruciori alla lingua non vi preoccupate: é del tutto normale. Al massimo, diradate le fumate e fate attenzione a non tirare con troppa frequenza o troppo profondamente: il fumo dev’essere il piú possibile fresco, e la pipa anche. Se non riuscite a tenerla in mano da quanto scotta, beh, o tirate troppo o non avete pressato abbastanza. Ricordate di passare lo scovolino dopo ogni fumata, ma anche durante, nel caso in cui doveste sentire gorgoglii o dovesse arrivarvi in bocca umiditá, per asciugare l’eventuale acquerugiola. Con le pipe nuove puó capitare.

Quando vi sarete impratichiti un minimo (ovvero quando avrete cominciato a godervi le fumate) potrete cambiare tabacco. A questo punto, avrete di fronte a voi diverse possibilitá: potete provare un virginia o una mixture con latakia. Sconsiglio ancora gli aromatizzati: anche se spesso vengono consigliati ai neofiti, sono tra i piú complicati da gestire e, per goderseli, occorre saper fumare come si deve. Se volete provare un virginia, vi consiglio il Capstan; se volete provare una English Mixture, vi consiglio il Timm 1000. Il Capstan, peró, é un flake (ovvero tabacco pressato) e dovrete sbriciolarlo prima di caricare la pipa, almeno all’inizio: in seguito, potrete anche caricarlo intero piegandolo nel fornello. In ogni caso, procuratevi un grinder: si trovano per pochi soldi in molti tabaccai. Sminuzzate le fettine sino ad ottenere un trinciato di pezzatura simile a quella cui siete abituati. Occhio al caricamento! I tabacchi piú umidi tendono a fare tappo: verificate sempre che il tiraggio sia corretto prima di accendere. Il Timm 1000 é di semplice gestione e non vi dará particolari problemi, ma vi permetterá di fare la conoscenza del latakia: un tabacco dall’aroma affumicato che o si ama o si odia.

Dopo aver fatto esperienza con un tabacco naturale, un virginia e una English Mixture, se vorrete potrete provare un aromatizzato. La scelta é ampia: consiglio di partire dall’Amphora Original Blend, un olandese classico che ha il pregio di essere, tutto sommato, non troppo aggressivo in bocca..

Il punto di arrivo, limitandosi ai tabacchi importati in Italia, sono senz’altro i Samuel Gawith: producono ottimi virginia, ottime EM e ottimi aromatizzati. Tuttavia, la loro gestione é piuttosto difficoltosa per un neofita: per questo motivo, vi suggerisco di fare un po’ di pratica prima di provarli…

Se comincerete con una buona pipa e la fumerete solo una o due volte al giorno, per un bel po’ di tempo non ve ne servirá un’altra, a patto di curarla bene dopo ogni fumata, passando lo scovolino e pulendo con una carota di scottex l’interno del fornello. Se, invece, per motivi di forza maggiore o per taccagneria avrete comprato una pipa modesta, beh, molto probabilmente vi accorgerete presto che la pipa sará stanca: muterá il gusto, aumenterá l’acquerugiola, ecc. A quel punto, dovrete per forza farla riposare, o comprarne un’altra da affiancarle.

Da ultimo, se avete la fortuna di conoscere altri fumatori, sfruttateli! Fatevi accompagnare a scegliere la vostra prima pipa, chiedete consiglio e, soprattutto, fumate in compagnia! Oltre a essere estremamente piacevole, é senz’altro il modo piú veloce per imparare.

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Foto di Morris Sneor da Pixabay