pipa candela

Come igienizzare la pipa usata o da “mercatino”?
Pratica guida alla manutenzione ordinaria della pipa

Il punto di partenza di ogni aspirante pipatore è la scelta della prima pipa. Sarebbe consigliabile lasciare stare le pipe del nonno scovate in un cassetto così come quelle che affollano i mercatini di tutto il paese, in quanto spesso necessitano di restauri: è molto meglio acquistare una pipa nuova, pronta da fumare o, al più, una pipa rodata presso un rivenditore professionale che l’abbia già ripulita e sistemata. Tuttavia, prima o poi, capiterà a tutti di trovarsi tra le mani una radica malconcia da rianimare e, in questo contributo, forniremo alcune indicazioni per portare a termine questo compito.

Come spiegato in questo articolo, la pulizia andrebbe fatta dopo ogni fumata proprio per evitare di ridurla nello stato in cui si trova la gran parte di quelle che si possono acquistare ai mercatini dell’usato: incrostazioni varie, bocchini ingialliti o del tutto ossidati e simili segni di incuria sono comuni. Alle volte capita di trovare persino fornelli pieni di tabacco semicombusto, come se il precedente proprietario avesse dovuto abbandonarla in fretta e furia durante l’ultima fumata.

Il primo passo è rimuovere il bocchino.

Questa è un’operazione delicata in quanto è piuttosto facile romperne il perno, se questo risulta incastrato nel cannello: provate a ruotare e, se la resistenza è alta, la cosa migliore da fare è riporre la pipa in freezer per una decina di minuti. Il freddo dovrebbe far sì che il perno si restringa, rendendo più agevole rimuovere il bocchino.

Solitamente questa operazione è sufficiente a risolvere il problema. È utile ricordare che, nel ruotare il bocchino, è importante non tenerlo dall’imboccatura, facendo così leva e aumentando il rischio di rotture, bensì stringerlo tutto nella mano, per evitare di scaricare troppo la tensione sul perno.

Una volta smontato, il bocchino andrà ripulito all’interno con uno scovolino imbevuto di alcol alimentare: questa operazione andrà ripetuta fino a quando lo scovolino non uscirà privo di residui.

Dopodiché, se il bocchino è in acrilico sarà sufficiente lavarlo sotto acqua corrente e dargli una passata con un panno imbevuto di alcol (sempre alimentare). Per i bocchini in ebanite, la faccenda è più complessa e dovrete seguire questa guida.

Una volta rimosso e sistemato il bocchino, è tempo di ripulire l’interno del fornello e il cannello.

Per compiere la prima operazione occorre armarsi di curapipe, scovolini e pazienza: aiutandosi con punta e lama, andranno rimossi tutti i residui carboniosi e gli altri eventuali detriti presenti, senza fretta e facendo attenzione a non intaccare le pareti del fornello.

Ogni tanto, battendo la pipa sul palmo della mano o comunque su superfici morbide che non intacchino il bordo, si agevolerà la fuoriuscita di fuliggine e altre zozzerie.

Una volta rimosso il grosso, passiamo un dito all’interno del fornello per verificare che sia integro e uniformemente pulito, dopodiché una passata di Scottex umido sarà il tocco finale. Non è generalmente necessario riportare a legno aiutandosi con carta vetrata, ma se decidete di farlo usatene una molto fine.

Ora bisognerà pulire il cannello, uno dei punti in cui si raccoglie maggiore sporcizia: per farlo sarà sufficiente adoperare (molti) scovolini, possibilmente abrasivi, imbevuti di alcol alimentare.

Le operazioni di pulizia saranno concluse quando gli scovolini usciranno lindi come quando entrano. Aiutandovi con una torcia, cercate di verificare le condizioni del cannello, adoperando eventualmente la punta del curapipe per rimuovere incrostazioni ostinate.

Per l’esterno della pipa, bordo del fornello compreso, sarà sufficiente adoperare un panno morbido inumidito e tanto olio di gomito, utile nel caso in cui lo sporco sia particolarmente ostinato.

Se il fornello è danneggiato superficialmente e siete amanti del fai da te, potrete restaurarlo adoperando carta vetrata e simili: al momento di tingere, abbiate cura di utilizzare tinture atossiche adatte allo scopo.

Ultimate queste operazioni sulla testa della pipa, rimontate il bocchino, avendo cura di passare della grafite (va bene utilizzare una matita) sul perno per ridurre un’eventuale resistenza. Se, al contrario, il bocchino risultasse troppo morbido, prima di scaldarne il perno per aumentarne la superficie, provate a fumare la pipa: spesso di assesta autonomamente col calore della fumata.

A questo punto, provate a fumare. Se siete alle prime fumate, avete scelto la strada più difficile, giacché non sarete in grado di capire se la pipa influenza il gusto in modo negativo: vi consigliamo di leggere questo contributo. Se invece siete già fumatori, non occorre che aggiungere altro, se non che le pipe rodate e risistemate alle volte hanno bisogno di una ventina di fumate almeno per partire: prima di valutare rimedi drastici, mettetele alla prova come si deve. Il più delle volte, è sufficiente sopportare qualche fumata sgradevole.

 

Foto di Aleksandr Sobolev da Pixabay