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La lotta contro il fumo si è evoluta, spostandosi dalle sigarette tradizionali, ormai ampiamente riconosciute come dannose e regolamentate, verso una nuova frontiera: i prodotti elettronici come le sigarette elettroniche (e-cig) e i dispositivi a tabacco riscaldato (come Iqos e Glo). Questi ultimi sono stati definiti un “cavallo di Troia” per la loro capacità di creare nuovi dipendenti, in particolare tra i giovani, a causa dell’elevato contenuto di nicotina. Sebbene le industrie del tabacco li presentino come alternative meno dannose o addirittura come un aiuto per smettere di fumare, studi indipendenti dimostrano che svapare o usare tabacco riscaldato fa male e crea dipendenza, rendendo persino più difficile smettere completamente.

L’industria del tabacco adotta strategie mirate per attrarre i giovani, utilizzando i social media e aggiungendo aromi (frutta, menta, spezie) ai prodotti, che li rendono più piacevoli e invogliano i consumatori più giovani, legandoli a lungo. 

Nonostante Glo e Iqos contengano foglie di tabacco, in molti Paesi, inclusa l’Italia, non sono ancora pienamente regolamentati come prodotti del tabacco e beneficiano di sconti fiscali. L’industria finanzia anche, talvolta in modo occulto, studi scientifici che promuovono la falsa narrazione della “riduzione del danno”, insinuando che questi dispositivi aiutino a smettere o siano meno nocivi perché privi di combustione, mentre in realtà possono creare una dipendenza maggiore e nuovi composti chimici presenti (come mercurio e ferro nelle e-cig) possono essere altrettanto rischiosi. Il concetto di “danno minore” è ingannevole, poiché un danno rimane tale indipendentemente dalla sua entità apparente.

È stato rilevato che questi nuovi prodotti non solo non aiutano a smettere di fumare, ma rendono molto più difficile l’interruzione, anche perché l’assunzione continua di nicotina, spesso possibile di nascosto durante la giornata, crea un legame estremamente difficile da spezzare. In Italia, circa l’80% dei consumatori è “duale”, ovvero utilizza sia e-cig che sigarette tradizionali. L’uso combinato è significativamente più dannoso, aumentando il rischio di tumore al polmone fino a quattro volte rispetto alla sola sigaretta tradizionale. L’uso di Iqos, in particolare, non è risultato efficace nel ridurre il consumo di sigarette tradizionali nella vita reale, ma anzi può incentivare l’inizio del fumo tradizionale. Uno studio ha evidenziato che il 50% degli ex fumatori che hanno usato Iqos avevano smesso prima di iniziare con questo prodotto e poi hanno ripreso a fumare con esso, o erano passati dalle e-cigarette, dimostrando che questi dispositivi sono predittori dell’inizio o della ripresa del fumo. Per queste ragioni, paesi come l’Australia hanno già vietato le e-cigarette, consentendone l’uso solo su prescrizione medica nell’ambito di programmi di cessazione del fumo, con l’obiettivo di proteggere i giovani.

A livello globale, il recente Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 2025 sul controllo del tabacco evidenzia progressi significativi: oltre 6,1 miliardi di persone sono ora protette da almeno una politica di controllo del tabacco basata su “best practice”, un aumento notevole rispetto al 2007. Molti Paesi hanno implementato avvertenze sanitarie grafiche sui pacchetti, packaging neutro e ambienti completamente liberi dal fumo.

Tuttavia, il rapporto dell’OMS sottolinea anche persistenti lacune e nuove minacce. La tassazione del tabacco, uno strumento molto efficace, è ancora insufficiente in molti Paesi, e l’accesso ai servizi per smettere di fumare è limitato. Inoltre, molti Paesi non hanno condotto campagne antitabacco recenti e i divieti di pubblicità e sponsorizzazione sono ancora limitati. La principale nuova minaccia è rappresentata dalle sigarette elettroniche, che sebbene regolamentate in 133 Paesi, rimangono senza normative in oltre 60 nazioni, creando un vuoto che l’industria può sfruttare per attrarre nuovi consumatori, soprattutto giovani. L’industria del tabacco continua attivamente a interferire con le politiche di controllo, minando gli sforzi globali. La “pandemia da nicotina” continua a causare oltre 8 milioni di morti ogni anno, sottolineando l’urgenza di colmare le lacune e rafforzare le leggi per raggiungere un “Tobacco Endgame“, un mondo libero dal tabacco.