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La nuova Legge di Bilancio introduce, come consuetudine, un aumento delle accise che andrà a incidere significativamente sul costo dei prodotti del tabacco e dei loro succedanei. Già dal 2026, si prevede un rincaro medio per pacchetto di sigarette stimato intorno ai 15 centesimi.

L’incremento complessivo delle imposte è strutturato su un piano triennale. Per quanto riguarda le sigarette, l’aumento interessa specificamente la quota fissa dell’accisa per unità di prodotto. Tale quota, che attualmente è fissata a 29,5 euro per mille sigarette, salirà a 32 euro a partire dal 2026, per poi crescere ulteriormente a 35,5 euro nel 2027 e raggiungere i 38,5 euro dal 2028.

Secondo le simulazioni effettuate dagli esperti del settore, questo aumento progressivo farà sì che il prezzo per pacchetto di sigarette sarà maggiorato di 22 centesimi entro il 2028. In totale, nel corso dei tre anni di programmazione, si stima che gli aumenti per le sigarette raggiungeranno i 60 centesimi in più. Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva confermato che le sigarette sarebbero aumentate, anche se “poco poco”.

È fondamentale notare che, sebbene gli aumenti delle accise siano previsti dalla Manovra (la cui prima bozza è stata approvata in Consiglio dei ministri il 17 ottobre, in attesa dell’esame parlamentare), l’effettiva traslazione sui prezzi al consumo non è automatica. Le compagnie produttrici mantengono la facoltà di assorbire il rialzo in tutto o in parte. Potrebbero anche scegliere, come avvenuto in passato, di “sterilizzare” l’incremento iniziale dell’accisa per poi applicare un ricarico maggiore in un momento successivo.

L’Aggravio sui Prodotti Sostitutivi

L’aumento delle imposte non riguarda solo i tabacchi lavorati, ma si estende anche a una vasta gamma di prodotti succedanei (sostitutivi). L’aggravio peserà, in misure diverse, su articoli quali il tabacco da masticare, il tabacco riscaldato e i liquidi per i dispositivi elettronici.

Per il tabacco trinciato, l’accisa passa da 37 euro per chilogrammo convenzionale a 47 euro nel 2026, 49 euro nel 2027 e infine a 51 euro a decorrere dal 2028. In termini pratici, questo si traduce in un costo aggiuntivo di circa 40 centesimi per una busta da 30 grammi di tabacco a partire dal 2026.

Anche i tabacchi da inalazione senza combustione non sono esclusi. Per questi prodotti, l’imposta, che oggi equivale al 39,5% delle accise dovute su una quantità equivalente di sigarette, aumenterà progressivamente. Arriverà al 40,5% nel 2026 e raggiungerà il 42% nel 2028. A livello di costo finale per il consumatore, l’aggravio è stimato intorno a 1,50 euro per i liquidi contenenti nicotina e 1 euro per quelli che ne sono privi. Parallelamente, alcune fonti di settore hanno previsto un rincaro generico di 12 centesimi anche per le sigarette elettroniche.