Nella storia della pipa inglese i brevetti hanno avuto un ruolo cruciale nello sviluppo tecnico ed estetico di questi manufatti. Consultando gli archivi dell’ufficio brevetti britannico emergono documenti di grande interesse. Tra questi, spiccano i brevetti di Dunhill e Sasieni, entrambi legati a una delle innovazioni più celebri: l’oil curing.
Il “mitico” Patent 2157 di Alfred Dunhill
Il brevetto americano n. 1341418 del 1920, corrispondente all’inglese n. 119708 del 1918, è facilmente reperibile. Si intitola “Improvements in or relating to Tobacco Pipes” e riguarda la sabbiatura delle pipe sottoposte a oil curing, solo accennata nei dettagli.
Molto più significativo è però il Patent 2157 del 1913, “Apparatus for seasoning and finishing Tobacco Pipes”. In questo documento Alfred Dunhill descrive con precisione il problema che intendeva risolvere: l’uso dell’olio nella preparazione e finitura delle pipe, pratica già nota all’epoca, causava inconvenienti. Durante le prime fumate, infatti, il calore faceva trasudare l’olio assorbito dal legno, con effetti negativi sia sul gusto sia sull’aspetto della pipa.
Il rimedio tradizionale era una lunga stagionatura, anche superiore a un anno, che però immobilizzava capitali e rallentava la produzione. Dunhill concepì allora un sistema innovativo: una piastra metallica riscaldata a gas, su cui venivano montati cilindri o troncoconi di rame da inserire nel fornello. Il calore estraeva rapidamente l’olio in eccesso, che veniva rimosso manualmente per evitare croste superficiali. Alcuni cilindri erano persino forati per permettere il passaggio di aria calda all’interno del cannello, ottenendo così un’essiccazione più uniforme.
Il risultato, secondo lo stesso Alfred Dunhill, era una pipa “perfettamente stagionata e pronta alla vendita in un tempo relativamente breve”, con una superficie migliore e qualità di fumata sensibilmente superiori.
Joel Sasieni e il perfezionamento del metodo
Sei anni più tardi, nel 1919, Joel Sasieni depositò il brevetto inglese n. 124410, intitolato “An Apparatus for Seasoning and Drying Tobacco Pipe Bowls”. Il riferimento alle esperienze precedenti è evidente, sebbene Dunhill non venga mai citato esplicitamente.
Sasieni muove dalla stessa premessa: l’uso dell’olio era indispensabile nella produzione di pipe di alta qualità, ma comportava cattivi odori e sapori nelle prime fumate. Tuttavia, a suo giudizio, il sistema dei cilindri riscaldati non era pienamente efficace: parte dell’olio restava intrappolata nelle pareti interne del fornello, impedita a evaporare dal cilindro stesso. La sua soluzione fu una camera di essiccazione: un ambiente riscaldato dotato di pannelli girevoli muniti di pioli su cui venivano appoggiate le teste delle pipe. I pannelli ruotavano periodicamente, alternando le pipe tra l’interno caldo e l’esterno, dove venivano pulite prima di un nuovo ciclo. Il processo si ripeteva finché i fornelli non risultavano completamente asciutti, segno dell’avvenuta eliminazione dell’olio superfluo.
Considerazioni finali
Il confronto tra i due brevetti mostra come Dunhill e Sasieni abbiano concentrato i loro sforzi non tanto sul tipo di olio o sulla durata dell’immersione – informazioni che con ogni probabilità rimasero segreti industriali – quanto sui metodi di estrazione dell’eccesso oleoso.
Il sistema di Dunhill, basato sul riscaldamento interno tramite cilindri metallici, poteva avere limiti pratici: se i cilindri fossero stati lisci, come illustrato nel brevetto, l’olio avrebbe avuto difficoltà a defluire; è plausibile che fossero invece scanalati per facilitare lo smaltimento dei liquidi.
Il metodo di Sasieni appare più razionale, grazie ai cicli ripetuti di riscaldamento ed essiccazione che garantivano un migliore scambio tra olio e radica. Va però ricordato che lo stesso Dunhill non escludeva la possibilità di ripetere più volte il trattamento, segno che le due soluzioni potevano convergere.
In definitiva, questi brevetti non svelano completamente i segreti dell’oil curing, ma testimoniano il fermento tecnico e la ricerca costante che caratterizzarono l’epoca d’oro della pipa inglese.