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Oltre il fumo:
Viaggio nel mondo del tabacco per sigari

Breve prefazione

Questo libro, più che fornire una semplice descrizione del ciclo di lavorazione del sigaro, intende andare “oltre il fumo”, ponendo particolare attenzione alle tecnico colturali del tabacco e ai fenomeni fisico-chimico che si possono verificare se non si rispettano alcune fasi del “disciplinare” stabilito per i sigari naturali.

Nel corso della trattazione sono analizzate le interazioni che avvengono tra i vegetali, insetti, parassiti e ausiliari. Basti dire a mo’ di esempio, che quando un bruco del tabacco, la Manduca sexta, si ciba di una foglia di Nicotina attenuata, grazie alla miscela derivata dal furanomercaptano volatile dell’erba lacerata e dalla saliva del bruco masticatore, la pianta fa intervenire in aiuto un predatore del parassita, il Geocoris, cha accorre in meno di un’ora: secondo un ricercatore, il Baldwin, che opera da anni nel deserto americano, questo caso dimostra che esiste un continuo bilanciamento tra la biodiversità dell’ambiente circostante e gli esseri viventi, perchè il bruco avrebbe potuto modificare la secrezione salivare, ma con il rischio di subire un più devastante attacco batterico.

Il lettore troverà pagine in cui è stigmatizzata la differenza tra i fumatori di sigari toscani e quelli di sigarette, consistente nel fatto che i primi non inalano il fumo e quindi l’atto del fumare (frutto di un comprometto fra tre tipi di processi mentali: consapevole, emozionale ed inconscio) non viene automatizzato, mentre nei secondi un accostamento automatico al fumo innesca un atteggiamento ottimistico, che falsa l’entità dei rischi legati al numero delle sigarette fumate. Questi rischi sono legati all’aumento di dopamina, il mediatore principale di scambio dei segnali nel circuito della gratificazione, che rende i fumatori incapaci di valutare in modo critico le gravi conseguenze per la salute. […]

L’augurio è che dai vari argomenti trattati il lettore possa ricavare una maggiore conoscenza dei piaceri e dei rischi legati al fumo, e li tenga presenti nella giusta misura ogni volta che si accinge all’accensione di un sigaro.

Giuseppe d’Amore

L’ autore

Giuseppe D’Amore è nato a Cava de’ Tirreni nel 1945. A vent’anni, dopo una breve parentesi nell’azienda telefonica nazionale, ha vinto il concorso nell’amministrazione autonoma dei Monopoli di Stato, entrando così in contatto con il mondo del tabacco, prima a Torino e poi nella città natale, dove – interrotti gli studi universitari di Informatica – ha fatto carriera fino ad assumere la carica di direttore di produzione. In tale qualità nel 1982 ha avuto il privilegio di selezionare, presso la Manifattura di Cava de’ Tirreni, i tabacchi per l’approntamento del sigaro “Toscano Garibaldi”, destinato al mercato americano (proprio per questo recava una fascia tricolore sugli astucci) e particolarmente apprezzato dallo scrittore Mario Soldati. Dal 2003 al 2007 è stato assegnato al Centro Ricerche Agrarie dell’Istituto Centrale per la Tabacchicoltura di Scafati. Ha collaborato con articoli sui sigari e sul modo migliore di gustarne il fumo alle riviste specializzate “Il Tabacco” e “Il Tabaccaio”. Suoi interventi sugli ortaggi e la loro importanza nella dieta mediterranea sono apparsi in due supplementi del quotidiano “Il Sole 24 Ore”.

Libro in vendita presso Marlin Editore