Correva l’anno 1907, quando Alfred Dunhill, che era già un affermato produttore di articolo di lusso per ricchi automobilisti, aprì il proprio negozio per fumatori a Londra.
Il negozio di Duke Street divenne presto famoso grazie alla cura con cui Alfred Dunhill preparava specifiche miscele per i suoi clienti, che annotava nel libro “My Mixture”. Il libro raccoglie più di 40000 annotazioni e miscele. Bisogna però aspettare il 1910 perché vengano prodotte le prime pipe “Bruyere” e “Dead Root” marchiate “Dunhill” e il 1915 per vedere il puntino bianco impresso sul bocchino in vulcanite. Sono di questo periodo le mitiche “Inner Tube”, per le quali i collezionisti sono disposti a spendere cifre favolose.
L’introduzione del celebre logo non è da ricercarsi in qualche operazione di mercato o per tutelare l’immagine del prodotto, quanto piuttosto nella richiesta di alcuni clienti, che non capivano quale fosse il lato superiore e inferiore dei bocchini.
I primi dipendenti, addetti alla produzione, erano due ex artigiani della Charatan. E da quel momento il confronto e la lotta per la supremazia “qualitativa” tra le due Case fu senza esclusioni di colpi.
A differenza della rivale “Charatan“, che offriva una garanzia illimitata perla qualità del prodotto, la Dunhill offriva ai propri clienti la garanzia di un anno per eventuali difetti di fabbricazione.
Ciò rese necessario incidere sulla pipa i dati identificativi dell’anno di produzione. Incredibilmente quello che doveva essere un punto a svantaggio per la “Dunhill”, si rilevò essere invece la carta vincente per attirare i collezionisti.
Ovviamente era necessario offrire agli stessi un prodotto di notevole fattura, assolutamente al di sopra della media e ciò lo si poteva ottenere solamente con una rigida selezione del prodotto durante l’intera fase di lavorazione, costituito da ottanta passaggi.
L’unico procedimento concesso per mascherare difetti estetici e che fu introdotto proprio dalla Dunhill, è la sabbiatura, durante la quale è comunque impossibile nascondere eventuali difetti più grossolani.
Le prime “Shell” vennero prodotte nel 1917.


Il 1920 rappresenta una data importantissima nella storia della Casa londinese: in quell’anno infatti Alfred Dunhill smise di acquistare teste già tornite provenienti dalla Francia, per utilizzare quelle prodotte nel proprio stabilimento londinese.
Oltre alla sabbiatura, la Casa vanta numerosi primati, tra i quali l’utilizzo del tubo riduttore all’interno del cannello, la catalogazione delle forme classiche delle pipe e la realizzazione, su richiesta del Principe di Galles Alberto – futuro Re Edoardo VII d’Inghilterra, di una particolare e inedita shape: la “Prince”.
Il 1928 vede Alfred Dunhill lasciare la gestione dell’attività a favore di Herbert; che gli anni seguenti avrebbe dato un’impronta fondamentale alla strategia aziendale.
Gli anni ’30 infatti vedono la cessata produzione delle “Dunhill” marcate “H.W.” (Hand Worked ossia lavorate a mano); delle “O.D” (Own Design), prodotte cioè su specifico disegno del cliente; delle “D.R.” (Dead Root) che indicavano i modelli straight grain e dal 1934 delle “Inner Tube”. Contemporaneamente nascono le prime “Root” e il successo nel mercato nord americano.
La Casa inoltre comincia a modificare la nomenclatura delle pipe, creando una certa confusione tra gli appassionati. Si pensi che l’apposito elenco delle datazioni , conservato nell’archivio di Duke Street n.30, consta di una trentina di pagine. Dopo la seconda guerra mondiale il tempo scorre tranquillo e nulla di nuovo viene proposto fino al 1950, quando viene ripresa la produzione delle “O.D.”, ora rinominate “ODA” e che faranno parte della modellistica della Casa fino al 1975. Nel 1953 vengono messe sul mercato le “Tanshell”.
Nel 1959 Alfred Dunhill muore nella sua amata Milano.


Gli anni ’60 non producono nulla di nuovo, gli anni ’70 invece vedono le prime “Redbark”, “Chesnut” e “Dress” (1973) e Collector (1978).
Le “Cumberland” vengono prodotte dal 1980, mentre le “Amber Root” vengono riproposte nel 1995..
In realtà se la presentazione di nuovi modelli (ad esclusione di quelli pensati per i collezionisti) è alquanto rarefatta, la Dunhill in quasi cento anni di storia ha speso molte energie nello studio di particolari talvolta trascurati dai produttori, ma fondamentali per il fumatore.
Si pensi ad esempio al continuo studio dei materiali da usare per il bocchino; ai continui investimenti per trovare macchinari adatti a produrre bocchini perfettamente anatomici e così via.
La radica usata proviene da diversi paesi e questo ha fatto nascere numerosi discussioni sulla recente qualità del prodotto finito: dalle eccellenti placche greche e italiane a quelle più modeste provenienti dal Nord Africa. Qualcuno ha addirittura collegato la provenienza con il tipo di fissaggio per il quale la radica sarebbe stata lavorata: Grecia e Italia per le “Root”, Algeria per le “Shell”.
La verità è che il gruppo Richemont (ora proprietario del marchio Dunhill) ha mantenuto la politica della vecchia Azienda, selezionando le migliori aree di lavorazione per i propri prodotti: la Francia per le buste porta tabacco, la Germania per i coltelli e i nettapipe e così via.
Malgrado queste credenziali, l’acquisizione del marchio da parte della multinazionale straniera “Richemont” fece perdere alla “Dunhill” la nomina di fornitore ufficiale della Casa Reale d’Inghilterra. L’attuale gestione permette in compenso alla Dunhill di avere punti vendita in tutti e cinque i continenti. L’odierna produzione prevede 6 gruppi di dimensione, 8 finissaggi e 25 modelli.
Ogni pipa riporta 4 numeri:
1° corrisponde alla dimensione della pipa
2° corrisponde allo stile del bocchino
3°- 4° corrisponde alla forma della pipa.

Come se non bastasse, la Dunhill è l’unica Casa al mondo che può vantare la commercializzazione di pipe “sottomarca” del calibro di “Charatan” e “Parker”.
La Casa londinese è anche produttrice di tabacchi e accessori, che sono riconosciuti in tutto il mondo come punto di riferimento da un punto di vista qualitativo.

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Fonte: www.calabash.it