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Giuseppe “Peppino” Ascorti (1927-1984) aveva una certa dimestichezza con la lavorazione del legno anche se, nel mobilificio paterno, i prodotti di punta erano i “gusci” radiofonici.
Alla fine degli anni  50, grazie al cugino Renzo che già lavorava nell’emergente bottega canturina, entra in contatto con Carlo Scotti approdando alla Castello.

Peppino ha talento e un grande senso dell’organizzazione del lavoro e, in poco tempo, diventa il braccio destro di Scotti gestendo, di fatto, l’intera produzione.
Nel dicembre ’67 la collaborazione subisce un arresto inatteso e, pochi mesi dopo, fonda con Luigi Radice  la Caminetto.
Davoli, che già curava in esclusiva la distribuzione, entra in società nel ’74.

Dopo solo cinque anni e nonostante la dirompente affermazione del marchio sul mercato, il sodalizio si rompe e Peppino, affiancato dai figli Roberto (1958) e Pierangelo (1962-1990) ha finalmente la possibilità di avere un marchio tutto suo: Ascorti.
Oltre al nucleo di artigiani “storici” (Cesare, Mario, Enzo e Maurizio) in poco tempo l’attività si avvale di 15 dipendenti raggiungendo una produzione superiore ai 6000 pezzi annui.
E’ soprattutto il mercato estero, assorbendo l’80% della produzione, a decretarne il successo. Seppure in una fase di mercato favorevole, non era facile imporre un nuovo marchio di fabbrica, ma viene apprezzata non solo la qualità del prodotto – che rispetta le linee tradizionali abbinate a soluzioni innovative di design – ma anche il suo rapporto col prezzo e la serietà e la correttezza con cui vengono rispettati gli impegni assunti.

Alla scomparsa di Peppino la produzione è ormai saldamente nelle mani dei figli che, nel 1985, dopo non poche diatribe, rilevano totalmente il vecchio marchio “di famiglia” Caminetto che viene affidato alla conduzione di Roberto.
ascorti_new_dearPierangelo, seppur giovanissimo, è ormai un veterano nella produzione artigianale di pipe in radica ed ottiene non pochi riconoscimenti personali sia nella linea Rusticata (il suo pezzo forte) che nella New Dear, scolpita a mano e particolarmente apprezzata negli Stati Uniti.
Un banale incidente stradale con la moto, apparentemente lieve, nasconde tragiche ed inimmaginabili lesioni interne che strappano, in poche ore, Pierangelo alla vita. Roberto si ritrova solo ed è costretto ad unificare la produzione con l’impegnativo obbiettivo di dare un'”anima” distinta ai due marchi ed una caratterizzazione marcata alle diverse linee.
Al suo fianco, con quattro addetti,  ritrova Cesare, l’artigiano cresciuto fianco a fianco con Peppino e che sa “metter mano” con maestria in tutte le fasi della lavorazione; dal bocchino (che in Ascorti è rigorosamente ricavato da lastra in metacrilato) all’impeccabile finitura.
In Ascorti vengono attualmente prodotte ca. 3000 pipe all’anno, utilizzando radiche calabresi, sarde e toscane (con tre anni di invecchiamento sul sito) destinate a differenti linee e modelli che Roberto non solo si limita a ideare e proporre con spirito imprenditoriale moderno e aggressivo, ma – camice indossato – lavorando in sintonia col suo team.

 

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Fonte: MPC, Ezio Rocchi Balbi