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Il processo di lavorazione del sigaro Toscano, rimasto sostanzialmente invariato rispetto a circa duecento anni fa, ha nella fermentazione la fase chiave per la qualità finale del sigaro. Il tabacco Kentucky, proveniente dalle coltivazioni, all’arrivo in Manifattura, viene selezionato per interno e per fascia, messo all’interno di grandi gabbie e immerso in vasche di acqua demineralizzata. Questa operazione è necessaria per rendere il tabacco di fascia elastico in maniera da evitare rotture nella lavorazione e consentire al tabacco per interno la successiva fermentazione.
Il processo di fermentazione inizia subito e, quando la temperatura arriva a 50/60 gradi, per evitare che possa marcire, il tabacco viene raffreddato e arieggiato. Questa operazione è eseguita circa 3 volte nell’arco dei 14 giorni del primo ciclo di fermentazione. A causa dell’umidità molto elevata, il tabacco è inviato al prosciugamento e successivamente ad una seconda fermentazione per altri 8/10 giorni.Di seguito avviene la scostolatura, ossia l’eliminazione del costolo centrale dalla foglia di tabacco per fascia e separazione del lembo destro da quello sinistro.
Il tabacco per interno dopo il bagnamento viene posto in cassoni, detti “marnoni”, dove subisce la fermentazione, che si innesca naturalmente con sviluppo di calore e ammoniaca.
Ciò provoca trasformazioni intime della materia che portano al gusto inconfondibile del Sigaro Toscano (appunto sigaro fermentato).
Il tabacco per ripieno dopo la fermentazione viene prosciugato, spezzettato (fase di battitura) e tagliato a seconda del tipo di sigaro che si vuole ottenere.
Il tabacco pronto per la lavorazione (l’interno proveniente dalla battitura e la fascia dalla scostolatura) viene depositato in un apposito locale, dove i laboratori di confezionamento sigari si approvvigionano della materia per dar vita ai sigari. Il sigaro toscano originale è lavorato con abilità dalle sigaraie, le quali arrotolano i sigari uno per uno, assottigliando, affusolando i frammenti dentro la fascia verso le due punte opposte, e lasciandoli più grossi verso il centro. Sul banco di lavoro di legno, stendono la colla d’amido di farina di mais dove posizionano la foglia di tabacco e, con un taglio netto e preciso, le danno la forma necessaria. Il tabacco da interno è appoggiato sopra e, con una velocità impressionante, è arrotolato in un sigaro. A questo punto il sigaro viene spuntato ed è pronto.
I sigari così prodotti vengono sistemati, dopo accurato controllo, su appositi “telaini”.
I sigari provenienti dai laboratori di confezionamento vengono essiccati, per un certo periodo di tempo in apposite celle a temperatura ed umidità controllate che dura per tutti i prodotti 30 giorni (60 per il Toscano Antica Riserva). Qui la fascia inizia a fermentare. Dopo la prima essiccazione inizia il processo di “condizionamento” durante il quale i sigari, ormai asciutti (umidità 12%), vengono anellati (per ciascuna qualità con la rispettiva fascetta) e cellofanati.

Il prodotto, così confezionato, viene sistemato in appositi “sacconi” (pianali in legno e yuta) ed avviato al magazzino di maturazione dove resterà per un periodo mai inferiore ai sei mesi.
La fase di maturazione è, con la fermentazione, quella che più incide sulla qualità del sigaro e,avviene in locali che hanno particolari condizioni di temperatura, umidità e luce, che varia secondo il prodotto. In questo periodo i sigari raggiungono la piena maturità, assumendo quel gusto e quell’aroma inconfondibili.
Al termine della maturazione i sigari sono pronti per la vendita e vengono quindi confezionati in astucci da due o cinque pezzi, in bussoli di cartone da 40 pezzi, in bussoli in radica o , come per il Moro, in prestigiosi astucci in legno.

Un processo produttivo, di lenta e paziente artigianalità, unico al mondo.