semois

La nostra prima storia comincia a Alle-sur-Semois, nella Vallée de la Semois, in Belgio: qui, nel 1855, Joseph Pierrat dedicó alla coltivazione di tabacco kentucky un piccolo appezzamento di terreno. Si trattava di un semplice esperimento, ma i risultati furono molto incoraggianti: a dispetto delle pessimistiche previsioni dei suoi compaesani, infatti, le piante crebbero in modo perfetto, producendo un tabacco da fumo di qualità sorprendente. Cosí Pierrat lo seminò anche l’anno seguente, e poi il successivo, aumentando sempre di più l’estensione della sua coltivazione.

Era nato il tabacco Semois.

Ben presto i compaesani del coraggioso avventuriero, dapprima scettici, iniziarono a imitarlo e la coltivazione del tabacco si estese in molti comuni vicini. La diffusione di queste nuove colture fu anche favorita dalla contingenza storica: in quei periodo, infatti, i campi di colza si erano gradualmente estinti a causa dell’avvento del gasolio. Il successo del Semois fu peró enorme e gli si dedicarono sempre più terreni, scalzando anche le coltivazioni tradizionali: l’erba di Nicot divenne velocemente la protagonista indiscussa dell’economia agricola di tutta la regione. La grande fortuna di questa varietà di Kentucky, divenuta una specie a sé, é merito del suo aroma peculiare, dovuto alle condizioni ambientali e al microclima tipico della zona. Esattamente come per i vitigni, infatti, la composizione del suolo e il clima ebbero da subito un ruolo fondamentale nella coltivazione del tabacco. Chiunque abbia anche solo una volta fumato un vero Semois, non può scordarne aroma e gusto: si tratta di un tipo di tabacco grezzo, forte di corpo e caratterizzato da un bouquet aromatico lineare ma, in un certo qual modo, intricato, in cui predomina un marcato sentore stallatico. Al giorno d’oggi, sono rimasti pochi veri Semois, non addizionati di aromi: uno dei più appezzati è quello prodotto da Vincent Manil, a Corbion-sur-Semois.

Dalle colline del Belgio, ci spostiamo ora in Francia per narrare un’altra storia.

pastis drinks Nel 1805, a Pontarlier, Henri Louis Pernod aveva fondato la sua prima distilleria di assenzio: la nuova bevanda aveva perso molto velocemente la sua funzione “terapeutica” per essere considerata una bevanda rinfrescante (a 72 gradi!). L’assenzio era diventato rapidamente un fenomeno sociale, ma stava creando anche notevoli problemi di salute pubblica: per questo motivo, finí per essere vietato. In seguito, nel 1920, furono messe al bando anche tutte le bevande con tasso alcolico superiore ai 30 gradi.

Nel 1932, a Marsiglia, Paul Ricard creó il Pastis come lo conosciamo oggi: una bevanda a base di anice, liquirizia e altre erbe aromatiche macerate in alcool. Il problema era la gradazione alcolica di 45 gradi, dunque fuorilegge, ma Paul non se ne fece un cruccio: inizialmente distribuì il suo Pastis sottobanco, finchè nel 1938 ne fu consentita la vendita. Il governo di Vichy, però, bandí nuovamente le bevande con gradazione alcolica superiore ai 16 gradi: la Pernod, da tempo famosa per i suoi liquori a base di erbe e che aveva cominciato a diffondere anche un suo Pastis (ottenuto, peró attraverso distillazione), trasformò la fabbrica in una cioccolateria; Ricard, invece, si adattò a produrre vermouth, succhi di frutta e altro. Alla fine della guerra, le autorità francesi revocarono solo parzialmente i divieti: venne consentita la produzione di bevande con gradazione alcolica inferiore ai 40 gradi. Ciononostante, in quel periodo si contavano almeno una quarantina di produttori di Pastis clandestino. Solo nel 1951 la produzione e la vendita furono definitivamente liberalizzate. Nel 1975, infine, le aziende Pernod e Ricard si fusero, dando vita al secondo gruppo mondiale per la produzione di alcolici. Sin dalla sua invenzione, il Pastis è la bevanda più amata dai marsigliesi e una delle più diffuse in Francia e non solo.

Oggi, vorrei proporre un incontro tra queste due tradizioni: abbinare il Semois nelle nostre pipe al Pastis nei nostri bicchieri.

Per godersi un buon Pastis occorre diluire una parte di liquore in cinque parti di acqua e aggiungere qualche cubetto di ghiaccio, rigorosamente da ultimo: il colore virerá cosí dal giallognolo al bianco sporco. Per gustarlo al meglio, si preferisce un tumbler medio, o comunque un bicchiere ampio. Si ottiene cosí una bevanda rinfrescante e appagante, con un bouquet aromatico dominato dall’anice stellato e dalla liquirizia che si sposa in modo sorprendente con gli aromi del Semois. Il Pastis entra anche nella composizione di alcuni cocktail – il mauresque (con l’aggiunta di orzata), il rourou (con sciroppo di fragola), il perroquet (con la menta) e il tomate (con l’aggiunta di granatina -, ma fumando lo prediligo con sola acqua. É un abbinamento forse insolito, fondato da un lato sul contrasto tra lo stallatico del tabacco e la spiccata aromaticità del liquore, ma che può assumere connotati diversi qualora si scelga di fumare il Florina, un trinciato a base di Semois, ma aromatizzato alla fava di tonka.

Consiglio a tutti di provare, soprattutto d’estate.

Pastis Semois pipa