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Di questi  tempi, e la mia constatazione è un’ovvietà, si sta particolarmente attenti a quanto si spende ed a ciò che si compra,  risparmiare diventa (lo hanno fatto diventare) quasi un dovere etico. Sulle valutazioni morali, soprassiedo, non è questa la sede e non mi va di rompere le scatole con questi argomenti.

Questo breve e magari fuori luogo preambolo è per dire che, personalmente, posso rinunciare  a tante cose ma non al gusto (non tutti i giorni, certo) soprattutto per le “occasioni”. E certamente la domenica di Pasqua è un occasione irrinunciabile per noi amanti del “gusto tabacco” e non solo…

La scelta, la preparazione, nonché la consumazione, sono le fasi che ci portano, in concorso con il giusto abbinamento enologico, al momento apparentemente normale e quotidiano ma decisamente particolare e sublime che sugellerà il pasto, sigillerà il palato, conferirà un valore aggiunto che potrà rendere o meno la giornata piacevole e rilassante: il momento della fumata!

Medito da un po’ su cosa preparare per il pranzo di Pasqua e a dire il vero quest’anno i miei familiari hanno espresso delle loro preferenze, più legati alla tradizione benché in linea con i miei gusti, ma decisamente più “pratici”. Io, però, avevo altro in mente; beh, sapete che vi dico? Ve li  scrivo entrambi.

Questo è quanto vorrebbero che preparassi: bruschettone caprese, lasagne al ragù, spezzatino d’agnello e cassata siciliana… menù molto legato alla tradizione, quasi classico un “must” probabilmente, ma indubbiamente pratico e di soddisfazione. Da innaffiare con  un buon Lambrusco di Sorbara o una fresca Bonarda d’oltre Po Pavese, o magari qualcosa di diverso, un prosecco da bere sulla bruschetta e sul resto un Amarone (non troppo datato e di pregio) o un Nero d’Avola 2008, 2009 o 2010. Alla fine del pasto ci vedo solo un buon amaro d’erbe. Siglando il pasto con un Toscano Originale o un Originale Millennium (o forse quel “Moro” che conservo con ingordigia!)

cannelloni
Nella mi testa c’è invece questo: spiedini di melone, palline di formaggio Bayerlander e prosciutto crudo glassati con riduzione di Merlot, tirati su con un buon calice di Pinot rosa Tenuta San Giorgio; cannelloni di crepes ripieni di ortica e stracchino al ragù di suino nero dei nebrodi, da abbinare ad un Cerasuolo di Vittoria barricato “Dorilli” cantine Planeta o un buon Nebbiolo come il Gattinara. Lo stesso per innaffiare un carré d’agnello glassato alla menta, limone e miele d’eucalipto.

spezzatino_agnello

Pausa. Piccola pausa magari con una carica di Red Rapparee nella  mia Savinelli Roley. Alla fine la ricotta fa comunque la sua comparsa (così come l’agnello); ma non nella cassata, bensì in un millefoglie ricotta, canditi e gocce di cioccolato. Qui non rinuncio ad un Passito di Noto, un Moscato d’Alessandria o uno Sciacchetrà ( a dire il vero anche un Barolo chinato ha il suo perché).

A questo punto il suggello, la giusta carica di tabacco, stomaco zavorrato al punto giusto, fornello capiente e ci andrei giù con Samuel Gawith Brown n°4 e a farmi compagnia quel che resta del vino dolce. Nel caso del primo menù preferirei qualcosa di più latakioso (TIMM, CAO Midnight Ride; Latakia supreme Enrimore… a voi la scelta).

Mah! Con la testa già al pranzo di Pasqua, qualunque esso sia, e l’acquolina che sta inondando la scrivania, vi saluto augurandoVi…
Buone Fumate  Pasquali!

Agostino Rapisarda.