Il piacere dei grandi personaggi

Chissà cosa avrebbero pensato Pietro Mascagni, o Oscar Wilde, o Charles Baudelaire, o Winston Churchill, o Aristotele Onassis, delle inquietanti scritte riportate oggi sui pacchetti di sigari e sigarette e sulle confezioni di tabacco. Forse, per esempio, il grande compositore livornese, non solo genio della musica ma anche simbolo di charme ed eleganza per il suo tempo (ebbe sul costume il peso che avrebbe avuto in seguito il principe di Galles), così come il dandy Oscar Wilde, avrebbero storto il naso ritenendo di cattivo gusto tali luttuosi avvertimenti. Ma nessuno di loro avrebbe rinunciato al piacere di un buon sigaro o di una sigaretta. Sono tante le curiosità, legate a personaggi o a tendenze di costume, di cui sono stati protagonisti Toscani e Cubani e “bionde”. I primi rappresentavano una delle grandi passioni di Pietro Mascagni, come testimoniano moltissimi tra i suoi ritratti e foto. Prima di ogni suo viaggio verificava in maniera a dir poco ossessiva le scorte preparate in specifiche valige e valigette fabbricate espressamente per trasportarle: il Maestro pare non sopportasse l’dea di rimanerne sprovvisto, visto che la razione quotidiana era di circa ben trentasei mezzi Toscani. Ma non solo: è la figlia Emy a raccontare in un libro autobiografico che il famoso papà conservava i suoi sigari nella propria camera, in un enorme armadio nel quale custodiva anche sigarette, cerini e fiammiferi e un enorme Avana della lunghezza di 40 centimetri. Lo stesso armadio conteneva poi cassette con speciali sfiatatoi, atti a far seccare a giusto punto i Toscani. Senza contare la sua collezione di pipe e bocchini. Un accessorio estetico che serviva a caratterizzare la sua persona: questo era ciò che pensava Oscar Wilde della sigaretta. Al suo sbarco in America, nel 1882, i numerosi giornalisti convenuti al porto per accoglierlo, notarono con attenzione la sigaretta accesa che il dandy teneva tra le dita, apparentemente senza mai aspirarla. Ironico, lo scrittore Max Beerbohm affermava che, prima dell’uscita del “Il ritratto di Dorian Gray”, la moda della sigaretta non si era ancora diffusa, anche se, sempre secondo lo stesso Beerbohm, il non fumare sarebbe stato da considerarsi “una cosa gravissima”. Il dandy, in effetti, amava fumare poco ma, si può dire, preziosamente: il salutismo, era lasciato ai borghesi perbenisti e un po’ ipocriti, che si dichiaravano infastiditi da quella “cosa dalla sconveniente forma fallica”. E, anche se il fumo poteva essere apprezzato da qualche snob, rimaneva comunque una enorme differenza: ancora oggi vige il detto secondo il quale, mentre lo snob spenderà una quantità di denaro considerevole per farsi arrivare direttamente da Cuba una scatola di preziosi sigari, quest’ultima rimarrà rigorosamente sigillata e in bella mostra su qualche scrivania. Al contrario, il dandy si assaporerà il suo Antico Toscano, dopo averlo acceso con l’ultima banconota che gli è rimasta nelle tasche. Se, come ha scritto di se stesso in “Racconto segreto” il romanziere e drammaturgo francese Pierre Drieu la Rochelle, “soltanto il tabacco riesce ancora a farmi sentire il sapore necessario della vita”, molto più “pratico” era il “compito” che il suo connazionale Charles Baudelaire affidava al sigaro. Oltre al piacere che gli procurava, per il poeta esso aveva la funzione di allontanare, con l’odore che emanava e che per molti poteva risultare sgradevole, i visitatori indesiderati. Quando infatti non voleva essere disturbato, egli era solito trarre da un elegante astuccio di pelle uno dei suoi amati, e l’importunatore capiva che era giunto il momento di andarsene. E’ il poeta stesso ad annotare, nei suoi scritti sul Belgio, di essere stato inseguito da “orde di donne che solo il mio sigaro ha messo in fuga”. Sir Winston Churchill è il sigaro, ma forse non tutti sanno che nel 1947 un membro laburista della Camera inglese dei Lord suggerì che lo statista fosse privato per due anni dei sigari, per aver criticato con troppa veemenza il governo ma, messa ai voti, la proposta fu respinta. E probabilmente ben pochi conoscono la risposta che Churchill dette al Maresciallo Montgomery il quale, dichiarando di non bere, di non fumare e di dormire molto, affermava di sentirsi al cento per cento. “Io bevo molto, dormo poco e fumo un sigaro dopo l’altro”, rispose Churchill, “ed è per questo che sono in forma al duecento per cento”.

A buon intenditor……..

 

 

Nel panfilo “cristina” del magnate Aristotele Onassis anche una cabina di umidificazione per conservare i sigari durante i viaggi in mare