La Santa “fumata”
Annuncia al mondo il nuovo Pontefice
Bianca, nera o gialla. Così può essere colorata la “fumata” che fuoriesce da un camino visibile da piazza San Pietro, in occasione dei Conclavi chiamati ad eleggere un nuovo Pontefice. Il più festoso e il più atteso dai fedeli, quello che annuncia al mondo l’avvenuta elezione e precede, generalmente di circa un’ora, l’”Habemus Papam”, è quel pennacchio di fumo bianco che indica la buona riuscita dello scrutinio. Nello specifico, quando un nominativo riceve i due terzi delle preferenze dei cardinali riuniti nella Cappelle Sistina, le schede contenenti l’espressione di voto vengono bruciate in una apposita stufetta allestita in un locale attiguo alla stessa Cappella producendo, appunto, la fumata bianca. A partire dal Conclave 2005, la fumata bianca è accompagnata dal suono delle campane a festa della Basilica di San Pietro, e le stufe sono diventate due: a quella tradizionale ne è stata aggiunta una seconda contenente fumogeni artificiali per migliorare la visibilità. Non è certo mai immediata né scontata la nomina di un nuovo Papa, e la sua mancata elezione durante il Conclave viene indicata dalla fumata nera che, appunto, si ripete alla fine di ogni sessione di scrutini quando nessuno dei candidati al soglio pontificio riceve i due terzi delle preferenze. In questi casi la votazione è considerata nulla e, per darne notizia al mondo, le schede vengono bruciate aggiungendo nella stufa paglia e trucioli umidi che provocano il caratteristico fumo denso e scuro. Nell’uno e nell’altro caso, le schede votate vengono bruciate per conservare il segreto sugli schieramenti formatisi all’interno del Conclave. Esiste poi la fumata gialla. Si tratta semplicemente in una fumata di prova che si fa prima dell’inizio del Conclave stesso per verificare che la stufa sia correttamente funzionante. In occasione del Conclave del 2005 tale rituale non è stato ripetuto, poiché si è deciso di affiancare alla classica stufa anche un sistema elettronico per assicurarsi del corretto funzionamento della stessa, rendendo di fatto inutile la fumata gialla.
Fu nel 1198 che per la prima volta i cardinali si riunirono in clausura per decidere la nomina del nuovo Papa, ma la risoluzione dell’isolamento della riunione cardinalizia fu stabilita solo nel 1274 dal Concilio di Lione. In realtà, qualche anno prima era accaduto l’evento storico che avrebbe dato il nome di Conclave alla elezione dei Pontefici. Dopo la morte di Papa Clemente IV nel 1268, fu la città di Viterbo ad ospitare la riunione dei cardinali: dal momento che i 19 prelati non riuscivano ad eleggere un Papa, dopo 33 mesi di sede vacante la città rinchiuse letteralmente gli stessi nel palazzo vescovile, li mise a pane ed acqua e scoperchiò il tetto. Fu così che in tutta fretta fu eletto Papa Gregorio X. Rigidissime, comunque, anche le regole stabilite ufficialmente dal già citato II Concilio di Lione: i prelati dovevano riunirsi in un’area chiusa e non avevano diritto a stanze singole, nessuno di loro doveva farsi assistere da più di un servitore (a meno che non fosse infermo). Il cibo, poi, doveva essere somministrato attraverso una finestra: dopo tre giorni i cardinali avrebbero ricevuto solamente un pasto al giorno, dopo cinque (sull’esempio di Viterbo!) soltanto pane ed acqua. E durante il Conclave nessuno dei chiamati al voto poteva ricevere alcuna rendita ecclesiastica. L’introduzione dell’elezione del Papa con votazione a schede a maggioranza dei due terzi risale al 1621, mentre il Conclave si svolge nella Cappella Sistina fin dalla creazione di quest’ultima alla fine del XV secolo. Oggi, con regole meno severe di quelle che ci racconta la storia.
Fonte: TuttoTabacco