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Giuseppe Verdi stava fumando un sigaro toscano in un corridoio del Teatro Alla Scala, tra un atto e l’altro di una sua opera. Una maschera, non appena lo vide, esordì dicendo: “Maestro, lo sa bene che non si può fumare qui!”.
Il Maestro, continuando a fumare, disse: “La sua affermazione non è corretta. Avrebbe dovuto dire che non si “deve”, poichè, in quanto a potere, si può eccome, non vede?!“.

Giuseppe Fortunino Francesco Verdi (Le Roncole, 10 ottobre 1813 – Milano, 27 gennaio 1901) è stato un compositore e senatore italiano.

Giuseppe Verdi è universalmente riconosciuto come uno dei più importanti compositori di opere liriche, ma anche come uno dei maggiori compositori in assoluto. Subentrò ai protagonisti italiani del teatro musicale del primo Ottocento: Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini e Gaetano Donizetti; come Richard Wagner, interpretò in modo originale, seppur differente, gli elementi romantici presenti nelle sue opere.

Verdi simpatizzò con il movimento risorgimentale che perseguiva l’Unità d’Italia e partecipò attivamente per breve tempo anche alla vita politica; nel corso della sua lunga esistenza stabilì una posizione unica tra i suoi connazionali, divenendo un simbolo artistico profondo dell’unità del Paese. Fu perciò che, un mese dopo la sua morte, una solenne e sterminata processione attraversò Milano, accompagnando le sue spoglie con le note del Va, pensiero, il coro degli schiavi ebrei del Nabucco. Il Va pensiero, da lui scritto circa 50 anni prima, esprimendo di fatto i sentimenti degli italiani verso il loro eroe scomparso, dimostrò fino a che punto la musica di Verdi fosse stata assimilata nella coscienza nazionale.