Toscano Varnelli

Aromatizzazioni sigaro fai da te 

 

Dati ufficiosi provenienti dalle Manifatture Sigaro Toscano, piazzerebbero la gamma degli aromatizzati fra i primi posti dei prodotti della linea Toscano più venduti nell’anno 2012.

La notizia, da prendere con le pinze vista la non ufficialità della stessa, ci offre però un frivolo spunto per una riflessione sul mercato degli aromatizzati.

Innanzitutto appare necessario, per i fumatori meno attenti, precisare che la Toscano non è l’unica azienda a produrre aromatizzati. Nel corso degli anni, giusto per fare un esempio, la ITA – International Tobacco Agency, è stata la prima a lanciare sul mercato dei sigaretti al caffè (i Mood’s) e, da ultimo, la linea De Medici, nella quale, oltre il “Classico”, è possibile acquistare anche De Medici all’arancia, al rhum e al caffè.

Risulta sintomatico apprezzare come questa tipologia di sigari detengano una fetta di mercato non trascurabile, tanto da spingere la Toscano a lanciare un nuovo aromatizzato con cadenza (quasi) biennale.

Le motivazioni di un’offerta che, agli occhi (o al naso) degli appassionati più “conservatori” potrebbero sembrare strampalate, trovano origine nella strategia di marketing ispirata al voler avvicinare giovani fumatori (anagraficamente e non solo) ad un gusto p­iù morbido e meno pungente e amarognolo del tabacco sic et simpliciter. I più maligni si spingono a sostenere che questa linea di sigari strizzi l’occhio anche alla convivialità forzata di fumatori e non fumatori: i secondi infatti, sembrerebbero meno infastiditi dalla presenza di volute di fumo al caffè o alla vaniglia (chiaramente in ambiente aperto).

Al di là dei gusti di ciascuno, sui quali, come sosteneva chi ci ha preceduto nella storia, “non si discute”, occorrerebbe chiedersi: ma le aromatizzazioni, sono davvero così naturali come sostengono le ditte produttrici? Personalmente ritengo di no, forte anche di illustre letteratura a riguardo. Eppure, per chi ha tempo, voglia e curiosità, è possibile sperimentare delle aromatizzazioni fai-da-te.

Il procedimento è abbastanza semplice. Una volta che avrete esaurito una bottiglia di un buon distillato o alcoolico (grappa, rhum, whisky, cognac, vino o champagne), abbiate cura che sul fondo di essa vi sia rimasta qualche goccia del vostro beverage. Inserite all’interno della bottiglia i vostri Toscani preferiti (consiglio quelli realizzati a mano) già umidificati e tappatela, magari facendo anche un paio di giri di pellicola per alimenti, in modo che il tappo protegga ermeticamente l’umidità interna. Riponete poi la bottiglia al fresco, in un ambiente buio, per qualche mese, suggerisco sei. Il timore di trovare sigari secchi è remoto, sia perché andrete a riporre nella bottiglia dei sigari già umidificati, sia perché quelle poche gocce di liquore/distillato/vino saranno sufficienti per mantenere umidi i sigari e aromatizzarli.

L’unica avvertenza da puntualizzare è quella di non fumare immediatamente i sigari una volta estratti dalla bottiglia, poiché è possibile che gli stessi si siano sovra umidificati. Il rischio sarebbe quello di incorrere in una fumata amara o caratterizzata da una pessima combustione. In tal caso, qualche giorno all’aria, fuori da qualsiasi humidor, renderà il sigaro fumabile.

Risulterà chiaro di come questo procedimento non renda i sigari “Bio”, poiché chissà cos’altro può essere successo durante la realizzazione del manufatto tabacalero, che noi non conosciamo. Ma almeno sull’aromatizzazione, possiamo fumare tranquilli.