È arrivato il fine settimana, siamo al venerdì, qualcuno a pranzo sarà già a casa, altri, dovranno attendere ancora qualche ora; addirittura qualche sfortunato dovrà attendere il pranzo del sabato per poter dire di aver concluso la settimana.
In settimana abbiamo sfumacchiato, a denti stretti, durante la pausa pranzo mangiando velocemente e consumando il resto del tempo a tirar quattro boccate; forse a lavoro, in barba a quell’odioso divieto, novello inquisitore di una caccia alle streghe senza pietà. Forse non abbiamo mai acceso la nostra pipa, l’abbiamo caricata ma la teniamo in bocca in attesa che arrivi l’ora in cui deponiamo le armi del lavoro. Usciti dal lavoro cambia tutto, salto in palestra (ma anche no!), doccia e se nulla richiede la nostra attenzione ( assemblee di condominio, rubinetti da sistemare, cane da portare fuori, ecc). Certo la pipa si può fumare, mentre si fa una moltitudine di cose, personalmente preferisco il relax durante la fumata: passeggiare, leggere un libro o magari il mio caro “Tex”.
La pipa, però, è Lei quella che la mattina è uscita con noi per andare a lavoro, che stava in tasca ( o meglio nel borsello) mentre eravamo sulla metro, sul pulman o forse tra le nostre labbra, fino a che non siamo arrivati. Tutto questo ci condiziona nella scelta della nostra amata da portare con noi a lavoro: che non sia impegnativa, che sia leggera così da poterla tenere in bocca tranquillamente, che sia dritta affinchè pulirla sia molto veloce o magari le valutazioni saranno altre come scegliere una pipa da battaglia o quella che ci piace meno, forse il regalo di una persona a noi non più gradita. Temiamo che il nostro goffo collega possa scaraventare la nostra pipa riducendola in frantumi, qualcuno sulla metro ce la rubi insieme al portafoglio e documenti che non piangeremo mai quanto la pipa. Forse ci serve una pipa che sia piccola e che possa stare in tasca tranquillamente, quando tornando a casa passiamo dal negozio sotto casa ad acquistare quanto la nostra dolce metà ci ha comandato.
Ma al fine settimana, tutto cambia: la scelta è finalizzata a trarre soddisfazione dal momento dell’accensione a quando battiamo delicatamente sul palmo della nostra mano e tiriamo fuori solo cenere. La nostra pipa ci deve far compagnia nei momenti piacevoli: mentre stiamo pescando, davanti alla partita della nostra squadra del cuore, durante la nostra passeggiata nel parco, o escursione in montagna, in spaiggia mentre prendiamo il sole, forse in uno di quei rari pub in cui è consentito fumare o magari più semplicemente mentre siamo comodamente seduti sul divano e facciamo zapping.
Sfoggiamo il meglio della nostra collezione, tiriamo fuori la “dunhillona”, che normalmente teniamo come una reliquia, la spigot con la vera in argento ( o forse in oro addirittura!), la calabash, la Peterson che ci è stata regalata a natale da una persona speciale, quella col fornello più capiente; forse quella più appariscente che ci fa rimorchiare, quella più vecchia perché ormai è la nostra fidata amica.
Insomma la pipa del fine settimana è tutt’altra cosa, con Lei ci parliamo, le confidiamo quanto è successo a lavoro, e lei col suo sbuffo o filo di fumo ci risponde ci consiglia, ci conforta; a volte ci redarguisce, ci riprende; ma soprattutto ci rilassa e diventa un’appendice naturale del nostro corpo, ricaricandoci le batterie: Pronti ad un’altra settimana di fatiche quando, con rammarico, la riponiamo di nuovo, in attesa di goderne di nuovo il prossimo fine settimana.