“L’ultima sigaretta”. L’estremo desiderio del condannato a morte; un gesto che abbiamo visto ripetere centinaia di volte al cinema e in televisione. Un gesto che nella sua semplicità raccoglieva di volta in volta il godimento della raccolta in pochi istanti di tutta una vita, il piacere di assaporare un ricordo avvolto nel fumo, la sensazione di pace interiore prima della morte del corpo.
Il fumo ha accomunato in vita personaggi noti in tutti i settori della cultura, dell’arte della storia.
Tra i condottieri, Pietro il Grande e Federico il Grande, primo collezionista di scatole da tabacco. E poi Napoleone, la cui tabacchiera era la fida compagna sui campi di battaglia.
Napoleone III e Guglielmo II non disdegnavano la sigaretta. Stalin invece preferiva la pipa, Churchill non si mostrava mai in pubblico senza l’adorato sigaro. Mao era così dipendente dalla sigaretta che dopo la Lunga Marcia, coltivò personalmente il tabacco. “Fumare tutto il giorno e non fare moto” era la ricetta di Joseph Chamberlain per aver successo in politica.
Il concetto che la riflessione sarebbe impossibile senza l’aiuto di uno stimolante artificiale quale il tabacco, ha preso talmente l’umanità che non ci sogneremmo di leggere un’avventura di Sherlock Holmes dove egli non fumasse in modo talmente assiduo da far uscire dalle pagine del libro l’odore stesso del tabacco.
E cosa dire del mondo dello spettacolo? Oscar Wilde, Hemingway, Charlie Chaplin (solo in tarda età diventò un convinto non fumatore a causa dei danni che il tabacco poteva arrecare).
Chi non ricorda nel film “Casablanca”, Humphrey Bogart con l’eterna sigaretta tra le labbra noncuranti? Ed il commissario Maigret, sempre occupato a pulire ed a ricaricare la pipa?
L’eccesso nell’uso del tabacco fu la causa del cancro alla bocca che condusse alla tomba Freud. Darwin imparò a fumare dai gauchos quando cavalcava con loro nelle pampas; dopo un mese di astinenza confessò di sentirsi “estremamente letargico, ottuso e malinconico”.
E tra i musicisti famosa era la pipa di Händel mentre Bach ha dedicato al fumo persino un poema. Mozart non abbandonava mai la scatola del tabacco da fiuto ma detestava gli ambienti impregnati di fumo. Beethoven prediligeva la pipa, mentre Wagner, impegnato a suonare il piano per alcuni amici, avendo terminato il tabacco da fiuto, esclamò: “Niente più tabacco, niente più musica”.
Fonte: Tabaccheria21