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Il governo ha varato il decreto che ricalcola la tassazione sulle sigarette e su altri prodotti da fumo. Il colpo grosso è per la fascia di tabacco low-cost.
Per il fumo elettronico invece sembra che le accise verranno dimezzate.
Il decreto è stato varato il 10 novembre dal Consiglio dei Ministri ricevendo fin da subito il parere favorevole dalle Commissioni di Finanze di Camera e Senato.

Dal primo di gennaio 2015 per i fumatori ci saranno nuove tasse, queste riguarderanno maggiormente i pacchetti di bionde più economici che avranno un aumento di circa 20 centesimi, per intenderci sui pacchetti che ora costano circa € 4,40.
Invece per le e-cig si manteranno le accise ma con abbattimenti fino al 50%.

L’impatto sulle sigarette tradizionali

Cambierà la struttura dell’aliquota che si compone di una parte fissa ed una “ad valorem” che è in proporzione al prezzo finale.
L’accisa rimarrà mista, il valore che verrà modificato è il calcolo del “ad valorem” dove – se fin ora era riferito per il calcolo per la “classe di vendita più richiesta” – ora sarà per il “prezzo medio ponderato” delle sigarette.
Il provvedimento dispone un onere fiscale minimo di 170 euro il chilogrammo, quindi mirato per chi fuma le sigarette di ”fascia bassa”, quelle ora meno costose. L’aliquota viene elevata dal 58,6 al 58,7%, e non potrà essere inferiore a 90 euro per chilogrammo convenzionale (proporzionato a mille sigarette). Il riordino delle accise, nei calcoli del Governo, dovrebbe portare un maggior gettito di circa 200 milioni di euro per il prossimo anno.

E gli altri prodotti da fumo?

Il decreto prevede un aumento dell’accisa minima a 115 euro al chilo per i trinciati per sigarette (dai 108 euro fissati nel luglio scorso) e a 25 euro per sigari e sigaretti (dai 22 attuali).

Novità per le sigarette elettroniche

Sul versante delle e-cig il Parlamento ha ottenuto la riduzione dell’accisa, inizialmente prevista al 60% di quella gravante sull’equivalente quantitativo di sigarette. In CdM si è accolto il punto d’incontro al 50%.

Fiammiferi e rivendite

Da ultimo, viene eliminata l’imposta di consumo sui fiammiferi, con conseguente liberalizzazione della produzione e della vendita. Le rivendite che dispongono di un magazzino di fiammiferi sui quali hanno già corrisposto l’imposta di consumo, potranno ottenere un corrispettivo di credito d’imposta.