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Ma la sigaretta è uomo o donna? Quale sesso ha il prodotto? Il tema è affascinante, ma apparentemente senza soluzione, perché lo stesso prodotto, può avere, a seconda di sottilissime sfumature d’aspetto e di presentazione, un’anima femminile o maschile e quindi differenze di uso di immagine e di colori che possono risultare più gradite all’uno o all’altro sesso. Un secolo fa il problema non si sarebbe mai posto, considerando il fatto che il fumo era una questione da uomini, ma le immagini femminili (sensuali, erotiche, maestose e misteriose) o le figure maschili (virile, sportiva, eroica ed avventurosa) sui pacchetti di sigarette, che negli anni si sono avvicendate, hanno attirato l’attenzione e le fantasie non solo delle donne, ma anche degli uomini.

Sigarette al femminile

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Dopo Nei primi quaranta anni del secolo, sulle sigarette sono apparse toilettes, monili ed immagini di donne seducenti, come nel repertorio delle sigarette olandesi “Miss Blanche”. La casa produttrice ha adeguato l’immagine nel tempo, seguendo la moda delle diverse epoche. Negli anni Venti infatti, si mostrava Miss Blanche con un elegante copricapo di piume, negli anni Trenta il volto molto più sbarazzino di Miss Blanche, poi negli anni Quaranta, lo sguardo femminile diventa molto più seducente ed intenzionale fino ad arrivare agli anni Sessanta, con stile più moderno e disinvolto.
Un’altra confezione che come le “Miss Blanche” ha seguito l’evoluzione della moda e del mondo variando i suoi pacchetti e proponendo visi femminili sempre di moda, sono state le “Marylong” provenienti dalla Svizzera.
Ancora una sequenza affascinante e misteriosa tutta al femminile è quella dedicata alle immagini dell’antico Egitto. Il busto di Nefertari ispirò sia le svizzere “Milla” che le cecoslovacche “Nil” che riproponevano la regina, nel primo caso in tutta la sua sensualità e bellezza, nel secondo in una variante stilizzata in nero ed oro.
[filefield-onlyname-original]Ancora immagini dell’Egitto si trovano sulle “Cigarettes Kefis” con la confezione metallica e sulle “Cleopatra” con scritta egiziana ed immagine della regina su fondo oro. Altre sigarette di produzione egiziana invece riproducono odalische con colori ed immagini che trasformano i pacchetti metallici in piccole e preziose opere d’arte. Ancora donne nelle “Memphis”, odalische narrate più come elemento dell’ambiente che come donne fascinose e sensuali.
E le bionde? Le “Aparto” e le “Santè” (queste ultime di produzione greca), dedicano loro bei disegni, le prime con un bel volto assorto nell’aspirare una boccata di fumo, le seconde con una figura molto più provocante che lancia uno sguardo ammiccante dal centro di un pacchetto rosso fuoco.
Le sigarette cecoslovacche invece, hanno una versione grafica molto fredda e poco fantasiosa del fascino femminile.
Negli anni Cinquanta e Sessanta, i riferimenti alle immagini femminili si fanno più seri e trattenuti, perdono un po’ di fascino e di mistero, arrivando anche a riprodurre donne in divisa, come nelle canadesi “Export A” e le giamaicane “Stewardess”.
Esempi di raffigurazione “esotica” tutta al femminile sono le “Africa”, italianissima interpretazione delle donne africane, rimaste sul mercato dal 1955 al 1965, le “Congo” prodotte in Francia e rimaste in vendita dal 1931 al 1940, create in occasione della “Exposition Coloniale” di Parigi, e le “Amazones”, lanciate sul mercato nel 1925 in un momento di grande allargamento del mercato femminile con, nel pacchetto, una amazzone che cavalca un cavallo nero.

Sigarette al maschile

[filefield-onlyname-original]E’ l’uomo il protagonista indiscusso del fumo, il consumatore principale, l’interprete della virilità evocata in mille forme nell’iconografia dei pacchetti di sigarette. Il repertorio delle immagini maschili utilizzate per pubblicizzare le sigarette, offre un diverso ambiente di provenienza, nobiluomini, proletari, sportivi, uomini duri, avventurieri e lavoratori. Proprio quest’ultima immagine ha ispirato molte confezioni popolari. Dalle russe “Dei Minatori” alle “Workman” prodotte a Malta che rappresentano un maniscalco al lavoro. “Le “Muratti’s After Lunch” hanno un riferimento al fumo molto esplicito, come giusta conclusione di un lauto pranzo, le “Kensitas” si riferiscono alla situazione analoga, ma aggiungendo sulla confezione il maggiordomo.
Tra le figure professionali, una delle più rappresentate è quella del marinaio: sulle indiane “Cavander’s” saluta sorridente, e ha lo sguardo oltre l’orizzonte sulle “Master” (delle isole Mauritius). Anche un ufficiale, appare sulle tedesche “Panama”. Ma l’immagine più famosa di tutte, è l’effigie del marinaio barbuto nella cornice del salvagente delle sigarette inglesi “Player’s Navy Cut” che oltretutto porta una divisa che nella realtà risulta non rispecchiare quella originale .
Una doppia valenza di simbologia virile la si riscontra nei guerrieri-marinai, con più esattezza i Vichinghi. La prima raffigurazione la troviamo sulla coloratissima confezione delle “Sea Rider”, un’altra meno convenzionale, ma molto più minacciosa, è il bucaniere che appare sulla confezione inglese “Pirate” dove il marinaio (si precisa sul retro) è appena tornato da una sanguinosa battaglia. Una divisa sempre militare è quella scozzese sul pacchetto britannico “Royal Guard” che raffigura la guardia reale con alle spalle il palazzo di Buckingam Palace: il tutto risulta curioso in quanto questo pacchetto è prodotto a Macao.
Per finire, il filone dei “duri”. Tre sono i pacchetti di effetto: le “Al Capone”, chiaro riferimento al gangster italo-americano senza nessun altro commento sul pacchetto, le “Mister X” raffiguranti un uomo mascherato e le “Good Luck” con un uomo sorridente ed ostentatamente fortunato.
Tutte le confezioni menzionate avevano come scopo quello di attrarre un determinante pubblico di consumatori: sarebbe curioso ed interessante sapere se i vari prodotti abbiano coinvolto più consumatori uomini o consumatrici donne.

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