fiamma

Io, Bruto e la pipa stronza

Sono passati alcuni mesi (troppi per me…) dall’ultima volta che mi sono visto con Bruto Sordini. Adesso, che ho meno tempo di prima, sono riuscito a ritagliarmi un po’ di tempo da trascorrere in bottega, almeno posso rilassarmi un po’.

Ho preso la scusa che ero a Fano per lavoro così, finito lì, a pranzo mi sono diretto subito a Cagli perchè Bruto mi aveva promesso una carbonara! E che carbonara!!! Diciamo che la ricetta è tutta sua perchè fa delle modifiche sostanziali alla classica carbonara però, 2 etti di pasta a testa, ce la siamo finita! Con l’aggiunta di salsicce e vari alcolici…
Hanno gradito il pasto anche sua moglie Rosaria, (santa donna che lo sopporta sempre) e il suo terzo figlio Paolo fresco di laurea in geologia. Bruto ha proprio una bella famiglia, molto accogliente e simpatica. Dopo un caffè necessario alla sopravvivenza siamo andati nella sua bellissima bottega e abbiamo cominciato a lavorare.

Io gli avevo portato 2 pipe di altri artigiani perchè queste non mi fumavano benissimo e volevo capire il perchè. Senza fare i nomi, per educazione e perchè il fumo della pipa è molto soggettivo, mi ha spiegato la sua “teoria del fumo” e come deve comportarsi tutta la fase della combustione dal fornello, al cannello, al bocchino.
Sistemate le vecchie pipe siamo passati al nuovo.
Lui aveva da finire dei lavori e quindi mi ha lasciato una sua creatura che a metà dell’opera, gli aveva fatto girare i cosiddetti perchè erano usciti dei punti neri, quindi da una bellissima pipa che poteva diventare, si stava mostranto di tutt’altra natura.
Siccome di buttarla non era il caso, era mezzo abbozzatta, mi ha detto di finirla e di tenerla.

WOW!

Però questa pipa ha cominciato a fare la stronzetta…
Sistemo da una parte, e si rovina dall’altra… rifinisco da un lato e dall’altro rimane “sbricciolosa” (termine che usa Bruto).
Arrivati a sera, stanchi tutti e due dal proprio lavoro, ci siamo andati a fare l’ennesimo bicchiere di vino bianco la bar che sta in piazza a Cagli e ci siamo salutati per la notte.

La mattina dopo, alle 8 ero già da lui, ma fuori della bottega c’era anche la sua moto… sapevo cosa significava. Il sole c’era quindi Bruto aveva intenzioni molto precise e infatti, con garbo e con la sua ineguagliabile simpatia mi ha detto che il pomeriggio sarebbe andato in giro con la sua BMW per i monti.
Fai bene Bruto!

Comunque la mattina c’era da lavorare ma il primo quarto d’ora l’abbiamo affrontato un tema molto importante e delicato per l’umanità intera: quale musica scegliere da ascoltare durante l’attività.
IV e V sinfonia di Beethoven hanno vinto la diatriba.

Io ho rimesso mano alla pipa del giorno prima, finalmente riesco a renderla quasi perfettamente liscia, Bruto è uno molto esigente. Inizio la lucidatura, prima spazzola, seconda spazzola, terza spazzola e quarta ed ultima spazzola…
e Bruto, ad ogni passata mi diceva “Stai attento che sono stronze…”.
Dalla prima alla terza, massima attenzione… tutto perfetto… mi avvicino all’ultima… il lavoro procede perfettamente e io penso “Ti ho fregata! Ce la sto facendo…

STATAPUNFETE…. la presa si alleggerisce di pochissimo, la spazzola trattiene la pipa e la schizza via…
PORTA PUTTANA LADRA SCHIFOSA LURIDA ‘MPESTATA… 

Risultato: pipa leggermente rigata e bocchino spezzato…
e si ricomincia…
e Bruto se la rideva!
Ma almeno mi ha consolato dicendomi che quel tipo di rischio fa parte dell’attività, anche a lui capita, molto raramente, ma succede. Alla fine sono riuscito a terminare il lavoro.

Credo che la pipa per ora non la fumerò, mi piacerebbe farci una incisione nella parte esterna del fornello, devo ancora decidere il soggetto.
Ha una discreta fiamma e un bell’occhio di pernice nella parte inferiore, peccato quei punti neri e qualche sfriscio che rimarrà indelebile…

Alla fine di questi due giorni (8 e 9 marzo) mi rimane comunque il ricordo di bellissime ore utili e piacevoli trascorse con Bruto.
Spero di non far passare troppi mesi per il prossimo appuntamento con lui.

pernice

pipa musica