Il sigaro

Versi di Michele Papale

Napoli, presso la stamperia di Gabriele Argenio Vico de’ Ss. Filippo e Giacomo n. 26
1869

al nobil uomo Pietro Morosini

cavaliere della corona d’Italia ed esimio direttore della r. manifattura tabacchi in Napoli.

Meglio che dividere coll’ozio la mia ora di libertà, volli tutta intera spenderla così.

Dalle Teoriche
Non mi distacco,
Che molti scrissero
Sopr’ al Tabacco,

Anzi desidero
Sempre seguire
Pur quelle traccie
E vengo a dire:
 
Ch’ insigni furono
(Com’ al presente)
Que’ valentuomini
Che di sovente

Il Mondo empierono
Di tanta scienza
Con nuove opere
Pieu di sapienza;
 
Comunque esimii
Tali scrittori,
Fra essi avvene
Molti dottori?

Non vò discorrere
Su quest’ affare,
Epperò m’ occupo
Di dimostrare,

Con facil metodo
Comecchessia
Del nostro sigaro
L’ Anatomia.

Si sà ch’ impiegasi
(Innanzi tratto)
Foglia del Kentucky
Morbid’ al tatto,

E poi spruzzandovi
Dell’ acqu’ appena
Via si scostola.
Con poca pena,

Indi ammucchiandola
A masse grosse,
Spand’un calorico
Da mover tosse,

Quando che trovasi
Così scaldata,
Tosto al termometro
Date un’ occhiata,
 
Se quel mercurio
E’ per segnare
Nove ventesimi
Del suo alzare,
 
Allora proprio,
Con voce usata ,
La foglia dicesi
Già fermentata.

Né poi per compiere
Tutt’ il processo
Debba pretendersi
Quiv’ il successo.

V’ é d’ uopo pratica
E conoscenza,
Sano criterio
Ed assistenza,
 
E verbi-grazia
In certi casi
Ignote restano
Talune fasi;
 
Poiché i fenomeni
Del fermentare,
Son malagevoli
Anch’ a pensare;
 
Ma per procedere
Meglio all’ effetto,
Secondo l’ordine
Da me concetto,
 
Piucchè analitico
E descrittivo,
Sarò sintetico
Dimostrativo,
 
Con retta logica
E pochi accenti,
Dirò dei sigari
Var’ elementi,

Come la Fascia,
Il Pier ancora,
Principalissimo,
Reputo ognora.

Chi guarda un sigaro
Vi scorge appieno
Dentr’uno scheletro
Egli è’ 1 Ripieno,

Ch’è di materia
Semi-asciugata
Di quella foglia
Già fermentata,

Che ricoprendola
Con garbatezza
D’ una camicia
Con isveltezza,
 
Avrassi subito,
Ciò che vien detto,
Fra noi di Napoli
Lamido letto *,
 
Quindi vestendolo
Di foglia pura
Anche del Kentucky
Buona e matura,

S’avrà un simmetrico
Sigaro bello,
Soffice e liscio
Fatto a pennello.

D’altri amminicoli
Lascio ‘1 parlare,
V’entra la pratica,
Il lavorare.

E perciò a chiudere,
Ora m’ affretto,
Le poche chiacchiere
Che per diletto,

Pur volli scrivere,
Come potevo,
Perché incumbendomi
Com’ un Allievo

Di sempr’attendere !
Per saper fare
Tabacch’ in polveri
E da fumare,

Sperando prospero,
In avvenire,
Ch’l mondo svolgasi
Per poter dire:
 
Scrissi del Sigaro ,
Ma desso fù ;
Un delle cause
Chè son quassù.

* Lamido letto – nel linguaggio tra le sigaraie della R. Manifattura di Napoli, s’intende, quel ripieno di sigaro che abbia la foglia , onde componesi , disposto in maniera da renderlo abbastanza soffice.