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Antiche Terre Fiorentine finito a spatola, la decorazione  delle pareti del salotto fatta da me ormai tre anni orsono; rosa beige e oro luccicano in secondo piano mentre lo sguardo va a focalizzare sulla testa del fiammifero acceso. Non è un semplice fiammifero, lungo ben 5 cm e decisamente più spesso d’uno normale.
Lo sfondo cambia, adesso è la TV accesa, naturalmente non è a fuoco, non si distinguono le immagini benché si veda comunque che si tratta di un film in bianco e nero, l’audio che giunge è inequivocabile. Le battute di quel film le conosco a menadito, specie quelle del Maresciallo Schultz che fa la sveglia nella baracca  dello Stalag 17,  lo vedo e rivedo non appena mi è possibile.

Ben focalizzata è, invece, la testa del fiammifero che brucia regolarmente, adesso dopo l’incandescenza iniziale dovuta al fosforo che si incendia all’innesco per sfregamento, e che, condotta dalla mia mano, si avvicina al fornello della mia pipa. Giunta sopra al fornello si avvicina al tabacco, caricato al punto giusto; a questo punto non percepisco più nemmeno l’audio del film; l’accensione è uno dei momenti della fumata che più mi piacciono: dopo la seconda boccata so già ( e credo sia cosa comune) se la fumata sarà piacevole o meno; in tal caso meglio spegnere e svuotare. Si alzano le prime volute di fumo, il tabacco scoppietta, sembra quasi il camino di una baita dolomitica. Sopra si posa perentoriamente il mio “chiodino” Brebbia; tutto si livella, sembra debba arrestarsi, poche spire di fumo dicono che c’è vita. Riecco la fiammella, che ormai ha consumato più della metà del fiammifero; …si, adesso sì, un cerchio rosso incandescente illumina il bordo del fornello ed il tabacco si solleva in modo uniforme sembra che respiri, …mmmm… la prima boccata di soddisfazione!
Prima di scottarmi le dita sbuffo il fumo sul morente fiammifero, ha fatto benissimo il suo dovere, onore! Chiudo gli occhi, si comincia, io e la mia pipa e dentro di essa il tabacco “vivo”  che respirando brucia fino a morirne, regalandoci il suo sapore, …….riecco l’audio.

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Film preferito e due dita (naturalmente in verticale!) di whisky Iralandese (sì, vado matto per il Jameson), cosa si può chiedere di più!
E la pipa?……. no, non è spenta! Né è passata in secondo piano, è semplicemente l’estensione naturale delle mie labbra e vive al mio ritmo respiratorio, quasi fossimo in “simbiosi”.
Che relax!

Titoli di coda, L’investigatore Price che era anche la spia della baracca, ha fatto la fine che ci si aspetta, Billy Wilder non ci ha regalato un grande finale, però il film è comunque bellissimo.
Anche la mia pipa dopo aver dato le sue ultime spire di fumo, s’è lasciata spegnere.
Attendo che si raffreddi completamente, …finiscono i titoli di coda… svuoto la pipa ruotandola ne esce fuori cenere ed un po’ di tabacco intriso di acquerugiola, una leggera battuta sulla mano e una soffiata…… fine!
Già anche davanti ad un film vecchio di 50 anni, accompagnato o no da un buon whisky, seduto su un divano di merda o su una poltrona relax in stile vecchia marina………. e queste sono solo alcune delle occasioni, forse le più piacevoli, in cui la mia pipa sta a farmi compagnia. Dandomi piacere. Come sempre.

P.S. 
Non ho voluto scrivere di che pipa si trattasse e che tabacco stessi fumando, potrebbe indurre a giudizi di merito, che vanno (io credo aldilà del valore della fumata), non ritengo si importante, nel bilancio di ciò che amo definire, probabilmente con ampollosità e retorica, “liturgia” della pipa; che ognuno di noi adatta al proprio singolare culto: radica o schiuma… aromatici, naturali, EM….pipe dritte o curve, ecc,ecc.

Augusta, 15 Ottobre 2011

Agostino Rapisarda