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Quando tutto ebbe inizio

Non avevo mai fumato un sigaro, quando decisi di farlo dissi addio alle sigarette.
Era una sera di novembre, pioveva e Claudia mi aveva appena dato l’ultimatum: “O ci sposiamo o lasciamo perdere tutto”.
Mi aveva proprio detto così: LASCIAMO PERDERE TUTTO.
“Perdere” 8 anni di convivenza solo perché indeciso di firmare un contratto mi sembrava esagerato ma sentivo di non essere ancora pronto; così, dopo averla accompagnata a casa, mi rifugiai in un antico locale di Trastevere.
Era da poco passata la mezzanotte e dopo un bicchierino di troppo un tale, dall’aspetto cupo ma gioviale, mi offrì un sigaro augurandomi una buona vita. Lo rigirai più volte tra le dita, indeciso sul da farsi. Avrebbe potuto contenere qualunque cosa oltre al tabacco, ma ero così “disfatto” e confuso che un problema in più non avrebbe stonato con l’intero contesto nel quale stavo vivendo. Ricordando un vecchio amico che li fumava abitualmente, tagliai l’estremità chiusa, circa 3mm, cominciai a far danzare in circolo il sigaro dinanzi la fiamma dell’accendino poi lo portai alla bocca tenendolo sempre vicino la fiamma.

Lo fumai avidamente, senza fretta, intanto ordinai dello Scotch single malt. Lasciarono che fumassi, nonostante il divieto. Forse per via dell’orario o della pena che il barista provava nei miei confronti. Non ricordo il nome di quel sigaro, ero troppo sbronzo ma l’aroma no, quello non riesco a dimenticarlo. Era un misto di legno e spezie, una dolcezza infinita, un fumo densissimo che tuttavia si alleggeriva nel tempo.

A distanza di 6 anni oggi fumo ancora i sigari, l’unica mia certezza e Claudia? Mi chiederete voi. Non so più che fine abbia fatto, la persi quella notte nel fumo inebriante del mio primo sigaro.