vecchio sigaro toscano

Quando ero bambino mi chiedevo perchè la mamma non comprasse il sale, tanto pubblicizzato nell’insegna, dal tabaccaio. Quando sono diventato adulto ho poi compreso i perversi meccanismi monopolistici a mie spese, e il sale almeno quello era stato liberalizzato. Le prime sigarette, poi quei deplorevoli sigari in similtabacco olandesi, la prima pipa, il tabacco e… la frequentazione, talvolta forzata, con i primi fumolentisti, categoria alla quale in giovane età mai avrei pensato un giorno di appartenere. E così, insieme al mio tabaccaio di fiducia, abbiamo conosciuto un nutrito quanto agguerrito gruppo di strani personaggi dalle caratteristiche umane insolite e stravaganti.
Questo mio scritto vuole quindi essere un modesto omaggio a tanti compagni di avventura nel magico mondo del fumolento.
Comincerei col fumolentista Italico per eccellenza, colui che al solo passaggio attira la generale attenzione, vedremo poi il motivo.

Il fumatore di toscano

Costui si caratterizza fra le altre cose, per l’abbigliamento e l’aspetto volutamente trasandato. Veste sempre allo stesso modo e non è raro incontrarne alcuni in piena estate con l’eskimo o il capotto. Generalmente porta la barba lunga e incolta con annessi baffi bicolore nicotina, in alternativa una barba di 3-4 giorni. Ha sempre un mozzicone di sigaro in bocca che non toglie mai neanche per mangiare o dormire. Di conseguenza si esprime con strani suoni gutturali dal lessico incomprensibile ai più. Si presenta dal solito malcapitato tabaccaio con un grugnito, dal quale solo i più navigati riescono a capire il senso. Detesta il tabaccaio poichè viola il sacro dio stortignaccolo con il suo vile commercio, e ha in odio profondo la famiglia Maccaferri e il conte Luca Cordero di Montezemolo (proprietari del Toscano) rei a suo dire di aver ridotto la pancia del Toscano Originale per una mera questione di risparmio, oltre che aver creato dei costosissimi nuovi sigari Toscano, dei quali avrebbe volentieri fatto a meno, ma visto che sono pure buoni è obbligato a comprare.
Non sia mai detto che trascuri l’igiene personale, ma grazie alla sua passione è il terrore di donne e bambini.
Grande appassionato del teatro di prosa è gran frequentatore di reading poetici, a teatro lo individuerete immediatamente poichè anche ad una prima con il tutto esaurito fa il vuoto intorno a sè. Generalmente è sempre fedele alla linea, gran comunista-leninista-marxista-stalinista saprebbe bene dove mandare i detrattori del suo piacere, oltre che quei detestabili fighetta di fumatori di avana che, orrore, gli contendono il primato del sigaro migliore.
Nonostante un apparente brutto carattere sono stranamente i meno litigiosi, che nella vita ne hanno viste tante e non si scaldano più di tanto.
I più agresti lo fumano rigorosamente alla maremmana e lo tagliano in due raramente e solo spezzandolo con le unghie. Sono sempre sull’orlo del divorzio che la povera mogliettina ne vuole mica a pacchi di cotanti maritini. Ma nonostante la rude e virile apparenza sotto la mefitica coltre di fumo si cela un buonissimo diavolo, provate a buttare là con nonchalance…
e però sai che quel tuo sigaro ha un buon odore…
vi sarete fatto un fedelissimo amico.

Il fumatore di avana

gentleman cigarEcco che s’avanza maestosa la nobiltà del fumolento. L’uomo veste elegante e ricercato nei particolari, cura meticolosamente l’igeine in particolare la manicure, sono le sue dita a reggere i tesorucci. Lo individuerete facilmente in mezzo alla folla per via di quel tale sorrisetto, di quel soddisfo di se che egli ha perennemente stampato in faccia. Il viso se non accuratamente rasato di fresco è ornato da una fluente e curatissima barbetta. Raffinato nel vestire come nel desinare, è un formidabile gourmet capace di abbinamenti cibo-vini-alcoolici-sigari davvero sorprendenti e di cui va fierissimo. Nei rapporti sociali è educato e gioviale, gran ascoltatore è infatti capace di annuire piacevolmente ai vostri discorsi, tanto a lui non gliene frega un passero, pensa solo ai suoi sigari. Gran collezionista possiede un numero imprecisato di sigari che per ovvie ragioni non riuscirà a fumare, ma che faranno la gioia della discendenza per 70 generazioni. E’ anche un formidabile feticista, accumula quantità industriali di accendini, tagliasigari, humidors, igrometri digitali e a capello, umidificatori statici ed elettronici, oltre ad una serie di ammennicoli vari dalle misteriose funzioni.
Ma non pensiate che siano tutte rose e fiori, l’avanofilo sa essere leziosissimo e una chiacchierata sui sigari può terminare in una epica baruffa. Si riunisce periodicamente con individui della stessa specie in lussuosi convivi dal sapore massonico, dove ci si incensa l’un l’altro a chi è più esperto conoscitore della comune materia. Quando non è a Cuba ma di passaggio nella sua città frequenta il sempre più malcapitato tabaccaio intortandolo con oscuri argomenti totalmente incomprensibili e maltrattando la sua colpevole ignoranza in fatto di avana, giacchè in cuor suo lo accusa di non essere un novello Davidoff. Ha quasi sempre una graziosa quanto succube mogliettina costretta a condividere la di lui passione e anche il sigaro serale. Una bella casa trasformata in un santuario sul sigaro avana completa il privato dell’avanofilo, foto di lui con Fidel Castro, Alejandro Robaina, gli ultimi 27 direttori di  Habanos s.a., i torcedores la China, Cueto, Riccardo, Yolanda ecc… adornano le pareti della casa e una gigantografia della fabbrica Partagas in calle de la industria troneggia all’ingresso. Ha anche dei figli che non considera punto fin che non hanno raggiunto l’età del fumo. Nel suo studio di medico o ingegnere o avvocato fa bella mostra una serie di diplomi attestanti che il dottor tal dei tali è sommo sommelier del sigaro avana, insigne catadores, gran maestro della Vuelta, confondendo non poco gli allibiti clienti. Insomma un epicureo edonista narciso e nichilista, un vero egocentrico.
Vorrei chiudere il ritratto con una storiella americana sull’avanofilo…
un signore in smoking e sigaro una signora in mise da sera chiacchierano sulla terrazza ad un party, le stelle, la luna, la risacca del mare a completare il sottofondo musicale…
Lui “Cara sono stato un imperdonabile maleducato, è tutta la sera che parlo dei miei sigari senza darti la possibilità di parlare dei miei sigari…

gregory peck pipa

Il fumatore di pipa

E’ quello che potremo definire il gentleman per eccellenza.
Pacato, equilibrato, riflessivo, colto, socievole, educatissimo, insomma la summa del vero signore… ma, c’è sempre un ma o un però quando si tratta di un fumolentista, costui è universalmente riconosciuto come l’essere più noioso mai apparso nel globo terracqueo. Capace d’inchiodarvi ad un muro per parlare ore e ore delle sue pipe, di quella che mentre fumava gli ha fatto una bolla e lui giù di cartavetrata grana 1500, cera carnauba quella d’api, succhiello, fino all’immancabile letterina di protesta al produttore che inizia invariabilmente così: “Egregi signori non vi scrivo certo per cambiare la pipa, non è nel il mio stile ecc…
Generalmente è un solitario che si aggira fra i tabaccai in cerca della sua prossima vittima, direte a questo punto che almeno fa la gioia dei tabaccai, niente di più sbagliato. Le sue 2347 pipe le compra a Londra o direttamente dai produttori, raccontando tutto goduto del suo ultimo ordine di 50 briar tutte uguali procurando dolorosissime ulcere duodenali al disgraziato tabaccaio.
In famiglia è completamente assente, sempre chiuso com’è nello studio a fumare, si che dopo 20 anni i figli l’avranno visto in faccia si e no 14 volte. Dotato di una memoria di ferro, che dico ferro, Picodellamirandolesca! Potrà ignorare il nome della terzogenita figliuola, ma conosce il nome di tutte le sue 2397 (nel frattempo che scrivo gli sono arrivate le 50 briar nuove) pipe, quando e dove le ha comprate, quando è stata l’ultima volta che le ha fumate: giorno mese anno e che tabacco ha usato!!!
Dobbiamo dare a Cesare quel che è di Cesare… sa anche essere un formidabile amico e confidente, provate a chiedergli un consiglio su una pipa o un tabacco non vi deluderà, ne avrete per settimane. Nostalgico delle pipe di una volta, maledice in cuor suo la natura così avara di radica di noce, dell’ormai lontano ricordo del vero latakia siriano non quella porcheria che cresce a Malta, e darebbe volentieri le sue tre figlie a chiunque gli procurasse qualche latta di Balkan Sobraine.
Ha conosciuto il presidente Sandro Pertini, è stato suo ospite nell’attico di fontana di Trevi dove per delle ore hanno parlato di pipe, nel congedarsi ha ricevuto in dono dal presidente l’immancabile pipa che tuttora custodisce gelosamente in una blindatissima teca a prova di fiamma ossidrica.

Ecco ho terminato questo mio piccolo omaggio al fumolentista, ma prima di chiudere, scusandomi di avervi ancora tediato le pudenda, concedetemi una piccola riflessione.
Cosa sarebbe stata la vita di questi nostri eroi moderni, dove l’uomo avrebbe tratto motivo di lucida riflessione sulle sorti dell’umanità, quale sarebbe stato il triste percorso in questa valle di lacrime se non fosse esistito il tabacco?

La risposta soffia nel vento, ma probabilmente l’umanità si sarebbe esaurita molti secoli fa.