insegna

Il Coca Buton é un liquore ormai quasi caduto nel dimenticatoio, ma che, nonostante l’oblio in cui il passar del tempo lo ha relegato, resta tuttora in vendita presso le enoteche piú fornite. Com’é noto, gli abitanti del Sudamerica, soprattutto in Perú, Bolivia e Colombia, sono soliti masticare foglie di coca non solo per abitudine o vizio, ma anche perché storicamente si attribuiscono loro proprietá mistiche, curative e energizzanti. Anche se originariamente l’uso delle sacre foglie era riservato alla casta sacerdotale o ai regnanti, è ormai assodato che essa trovava (e trova tuttora) largo impiego presso tutti gli strati di quelle popolazioni: le sue proprietà stimolanti, infatti, hanno finito col fungere da coadiuvante delle faticose attività quotidiane dei contadini che spesso si trovavano a lavorare in altura, percorrevano ripidi sentieri in quota o, ancora, avevano bisogno di un succedaneo alimentare nei periodi piú duri. Quando gli esploratori europei vennero a contatto con questa usanza indigena, cercarono di proibire l’uso della coca, ma, resisi conto della rilevanza che essa aveva per la produttività degli operai, finirono ben presto col monopolizzarne commercio e produzione e tassarla, alla stregua del tabacco. A differenza di quest’ultimo, peró, le foglie di coca vennero raramente esportate e le sue proprietá divennero note in Europa quasi esclusivamente grazie alle cronache e ai racconti che provenivano dal Nuovo Mondo.
Nel 1859, il chimico tedesco Albert Niemann isolò ed estrasse dalle foglie di coca l’alcaloide che divenne (tristemente) noto come cocaina: utilizzata come medicinale, si diffuse velocemente e in modo capillare e ben presto fecero la loro comparsa innumerevoli preparati che la contenevano. Nel 1886, John Pemberton adoperò le foglie di coca come ingrediente della sua nuova bevanda – la Coca Cola – e contribuì a rendere la cocaina ancor piú popolare. Sempre nel 1886, Angelo Mariani, in Corsica, inizió a produrre il suo Vin Mariani, ottenuto macerando foglie di coca in vino bordeaux. La bevanda acquisì grande notorietà: era molto apprezzata da Dumas, Verne, Stevenson e valse a Mariani addirittura una medaglia d’oro da parte di papa Leone XIII.

In quegli stessi anni, a Bologna, Jean Buton inventò il suo liquore distillato alla coca peruviana: il Coca Buton.

Solo col volgere del nuovo secolo i nefasti effetti sulla salute della cocaina furono riconosciuti e, gradualmente, smise di essere utilizzata: nel 1903 fu eliminata dalla Coca Cola e pochi anni dopo cominciò a essere sniffata, nell’illegalitá.


Questo mutamento epocale travolse tutti i preparati a base di foglie di coca
e anche il Vin Mariani sparì dalla circolazione: il Coca Buton, peró, fece eccezione. La quantità di foglie di coca adoperate per la produzione del liquore bolognese era ed è infatti relativamente bassa e, inoltre, la distillazione elimina la molecola di cocaina evitandone la tossicità. Grazie alla sua formulazione, cosí, il Coca Buton sopravvisse ai divieti, la produzione (sotto l’attenta supervisione delle autorità) aumentò e le vendite crebbero, così come la sua fama: le cronache raccontano persino di una foto di Coppi e Bartali che sorseggiano Coca Buton durante il Giro d’Italia del 1940, anche se non sono riuscito a reperirla.

Comunque sia, quello fu l’apice del successo di questo liquore: nei decenni successivi i gusti del pubblico cambiarono e un simile prodotto, dolce e forte, finí col diventare anacronistico. Tuttavia l’elisir alla coca sopravvive ancora ed è tuttora acquistabile.

Il Coca Buton si presenta di colore verde acceso: è un liquore denso, quasi uno sciroppo. Al naso si percepiscono immediatamente i profumi delle erbe aromatiche che contiene (coca, artemisia, melissa, ortica e assenzio), oltre a forti note alcoliche (36,5 gradi). Si gusta in bicchieri di piccole dimensioni (copita o pulcino): in bocca è rotondo ed equilibrato, marcatamente dolce – al punto da risultare stucchevole al palato di chi predilige liquori secchi – e fortemente connotato da sentori vegetali e lievemente balsamici. E’ un liquore adatto come dopopasto, ma che può essere dissetante nelle giornate calde, se diluito in acqua ghiacchiata (una parte di distillato in quattro parti di acqua): con l’aggiunta di acqua anche il suo sapore molto dolce viene attenuato, rendendo la bevanda meno stucchevole e adatta a bevute spensierate, al pari di un buon pastis, o a un aperitivo.

Suggerire un abbinamento col tabacco è estremamente arduo: se bevuto liscio, il carattere spiccato di questo liquore lo rende poco adatto ad accompagnarsi al fumo. Tuttavia, se diluito, sorprende in abbinamento a un buon virginia corposo come il Samuel Gawith Full Virginia Flake.

In fin dei conti, però, con la calura estiva il Coca Buton diluito può ben accostarsi anche a una fumata disimpegnata, magari a un buon semois.

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