Tutti – almeno una volta nella vita – hanno avuto un’esaltazione ormonale all’ascolto della famosa danza habanera “L’amour est un oiseau rebelle” dall’opera “Carmen” di Georges Bizet, musica molto forte e densa di significato che descrive la bella e focosa sigaraia spagnola, la Carmen. L’habanera è una danza di origine spagnola che si è propagata nei secoli, in particolare nell’isola di Cuba, e che per movimenti e sensualità ricorda il tango argentino.
Breve trama dell’Opera: il compositore Bizet si ispirò alla novella scritta dal francese Prosper Merimée. Carmen è la storia di un amore e morte che si svolge a Siviglia. Una sigaraia sensuale e passionale ammalia un soldato devoto all’arma e alla patria. Così viene descritto il primo incontro: “Dalle scale di una fabbrica di sigarette, una donna scende a precipizio inseguita da Carmen; le due inscenano una rissa, Carmen sta per uccidere la rivale, ma viene fermata da un uomo, Don Josè…”. Così si accende l’amore tra i due, un amore travolgente che porta il soldato a condividere la vita di Carmen. Dopo varie vicende, Josè si ribellerà ai suoi superiori, divenendo un disertore, legandosi a lei e rifugiandosi sui monti con i contrabbandieri. Ma la relazione è instabile, troppo diversi sono i caratteri, e in agguato ci sono i rivali: Escamillo, il torero innamorato di Carmen, e Micaela, l’eterna fidanzata di Don Josè. Così l’amore, nonostante la sua forza iniziale, non riesce a vincere e viene strozzato dalla disperazione e dal sospetto. L’innamorato Don Josè darà la morte alla sua amata Carmen in una crisi di gelosia.
Carmen è una donna creata e descritta con un temperamento forte, che affascina ed eccita. Lei si vuol distinguere dalle altre sigaraie anche ostentando le sue provocazioni e mostrando un carattere che è intensificato anche dal sigaro che fuma continuamente, a differenza delle sue colleghe di lavoro. Durante l’opera lei metterà con decisione il suo sigaro in bocca a Josè perchè l’uomo deve capire, fin da subito, che dei due conduce il gioco. È questo il suo principale piacere: stregare gli uomini, catturarli e gettarli via! Esattamente come fa con i suoi sigari. È una donna sensuale ed inebriante, proprio come l’odore forte del sigaro che rimane impregnato nell’aria e negli oggetti.
Il successo dell’opera musicale è eterno. Piace per la sua orchestrazione, piace per il gusto musicale, piace per la sua rappresentazione, piace per la figura che crea, esalta e fa amare con dolore. Il successo è sicuramente legato alla figura della sigaraia, un personaggio libero al punto da farlo sembrare più vero di tante altre eroine di altre opere.
Una delle migliori interpretazioni sicuramente è quella della Maria Callas, adatta alla famosa soprano per il suo temperamente sanguigno e passionale cui ha lasciato un’impronta perfetta della bella gitana.
Alla sua prima rappresenzione all’Opera-Comique di Parigi il 3 marzo 1875 purtroppo non ebbe un gran successo e il compositore, che morì tre mesi dopo, non potè vederne la fortuna nel periodo successivo. Per l’epoca era un’opera che rompeva con la tradizione classica e che si presentava ad un pubblico impreparato a capire un personaggio imbarazzante, che lottava proprio contro la borghesia conservatrice dell’epoca presente in sala.
Anche per la rappresentazione ci furono delle difficoltà sempre legate alla protagonista, infatti il ruolo della bella sigaraia, ritenuto sconveniente e licenzioso, non trovava cantanti disposte ad accettare la parte: alla fine accettò Celestine Galli Marie e si potè procedere alla realizzazione della rappresentazione.
Tutto il fascino e la ricchezza dell’invenzione musicale, il melodismo morbido e sensuale, la duttilità dell’armonia, la leggerezza delle danze e degli elementi del folklore sarebbero stati apprezzati solo più tardi e avrebbero contato tra i tanti ammiratori Friedrich Nietzsche (che la definì “la migliore opera che ci sia”), Petr Il’ič Čajkovskij, Giacomo Puccini, Johannes Brahms e più tardi il giovane Sigmund Freud, che l’ascoltò per la prima volta a Roma, al Teatro Quirino. Ma alla sua presentazione il soggetto suscitò un forte scandalo e all’esito deludente della “prima” fece seguito la reazione dura e violenta della stampa. Il sistema nervoso di Bizet ne fu profondamente turbato. Ad aggravare la situazione sopravvenne un violento attacco di angina con crisi di soffocamento, tanto che il trentasettenne compositore fu costretto su una sedia a rotelle. La sera all’Opera-Comique andò in scena la trentatreesima replica di Carmen; Bizet moriva il 3 giugno 1875. Egli non avrebbe certo potuto immaginare che nell’autunno dello stesso anno a Vienna, la sua opera sarebbe divenuta un successo mondiale. Per quell’edizione Ernest Giraud, da sempre amico di Bizet, compose la musica per i recitativi che nella versione originale erano parlati: Carmen divenne un’opera lirica a tutti gli effetti, apprezzata e applaudita in tutti i teatri del mondo.