monografia del tabacco

 

Riporto un brano tratto da “Monografia del Tabacco”, di Giuseppe Mauro, stampato a Napoli nel 1866. Curioso riscoprire che cosa si pensava allora del tabacco, dei suoi coltivatori, del Governo.

 

“Or ciascuno può di leggieri presumere cosa potrebbe operar l’Italia in siffatta branca di produzione e di commercio con i suoi terreni fecondissimi e col suo tanto decantato clima, se per avventura la coltivazione del Tabacco fosse incoraggiata o promossa. Ma dirci si potrebbe che per raggiungere con più sicurezza e celerità lo scopo fa bisogno della libera coltivazione, affinché  ciascuno concorra al miglioramento del suo prodotto, e noi a questa gran verità teorica rispondiamo che il nostro saggio e paterno Governo ha fatto quanto era in lui per concorrere al miglioramento de’ prodotti tabaccacei, assegnando in primo luogo un premio di L.·10 m. a colui che avesse coltivato in qualunque Provincia d’Italia una foglia di Tabacco che più si fosse approssimata alla Virginia, e per quanto si sappia fin qui, lo scopo da niuno si è raggiunto.

 

Esempio lussuoso ne offre la Sicilia, ove per la dolcezza del clima, e fertilità del suolo, si ottengono risultamenti ottimi per ogni branca di produzione agricola; mentre pel Tabacco, comunque colà non sia giammai esistita privativa, pure non si è potuto ottenere un prodotto il quale avesse gareggiato con i Tabacchi che danno suoli italiani del siculo assai più ingrati.

 

Pel medesimo incoraggiamento accorda ancora un premio dal 10 al 20 per 100 a quei coltivatori di Tabacchi indigeni che presentano ai magazzini di ritiro i loro prodotti migliorati; e con dolore dobbiamo dire che anche questo provvedimento è andato a vuoto, dal perché la maggior parte de’ coloni accidiosi ed ignoranti, non curando i savi principi di agricoltura, coltivano senza regole, basando tutto sull’inutile quantitativo, il quale mena al dispiacevole risultamento che nella perizia di classifica qualche parte de’ loro Tabacchi viene dichiarata irrecettibile e condannata alle fiamme, e che perciò ad allontanare un tale inconveniente, i nostri saggi Governanti sono stati obbligati prescegliere degli Agenti Governativi i quali nel sorvegliare gl’interessi dello Stato cercano nel contempo istruire per quanto è a loro possibile i coltivatori.

 

Si figuri ciascuno quali o quanti inconvenienti s’incontrerebbero con la libera coltivazione lasciando i coltivatori in balia di loro medesimi, e specialmente quelli che per la prima volta volessero abbracciare questo ramo d’industria coltivando una pianta esotica privi d’istruzione; il prodotto della loro opera riuscendo cattivo non sarebbe al certo acquistato dal Governo;  asportandolo all’Estero, non troverebbe incettatori, o se pure, il prezzo ne sarebbe tanto meschino da non coprire la spesa del trasporto.

 

Saremmo quindi di avviso che per poter raggiungere con maggior sicurezza la desiderata meta, dovrebbe il Municipio di ciascun Capoluogo di Provincia formare un Orlo agrario Tabaccaceo modello, diretto da persona abile che possedesse delle conoscenze teorico pratiche della pianta in parola (…).

 

Stabilire similmente appositi locali di cura e disseccamento delle foglie, principale operazione da cui dipende la buona riuscita della qualità dei Tabacchi, imperoccbè la lunga esperienza ci ha dimostrato che buoni coltivatori, abbenchè si fossero ingegnati di portare le piante nello stato di massimo sviluppo e robustezza, pure per mancanza di convenevoli ed adatti locali di disseccamento hanno riportato dei danni notabili in discapito de’ loro prodotti.

 

Adottandosi i sistemi de’ sopraccitati Orti agrari, ne verrebbe di conseguenza, che i coltivatori, spinti se non altro da mera curiosità, recandosi sopra luogo ad osservare ocularmente i metodi di coltura e disseccamento, non che il risultato del ricolto del Tabacco, essi medesimi comprenderebbero i loro errori ed il danno che ricevono dalla loro crassa ignoranza, e quindi da essi stessi adottando i sani principi di regola, e gareggiando fra loro, n’imiterebbero lo esempio.

 

In pendenza di queste nostre idee che utilissime stimiamo e benefiche al Paese cui abbiamo la gloria di appartenere, ci facciamo in prosieguo a trattare del sistema col quale devesi coltivare questa pianta, da garantirne i risultati, se non da eguagliare interamente i Tabacchi Americani, almeno da migliorare immensamente gl’indigeni.”

 

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