tabacco e fumo nella pittura

Degas, Manet, Renoir, van Gogh, Cezanne e Picasso, ovvero i più illustri rappresentanti della pittura dei secoli XIX e XX, hanno tutti rappresentato fumatori. La terza e ultima parte del volume Tabacco e fumo nella pittura, edizione curata da Luigi Salerno e proprietà riservata dei Monopoli di Stato, è interamente dedicata a questi Maestri, tutti artisti che meglio degli altri espressero il fiorire delle nuove e varie classi sociali e lo spirito della nuova vita moderna. Il volume offre un interessante e acuto spunto iconografico, una serie di pitture, per lo più capolavori, sostanzialmente un pretesto per scorrere con lo sguardo, a mo’ di antologia, le opere scelte e selezionate e condividere con gli autori e i soggetti rappresentati il senso di svago e di evasione che può offrire il fumo, compagno della fantasia, come lo è del resto l’arte. Con i Romantici, era esploso negli artisti il desiderio di rappresentare luoghi lontani ed esotici. I dipinti quindi spesso avevano come soggetti odalische, fumerie e mercanti d’oriente. Con l’Impressionismo, a iniziare dai suoi precursori, lo sguardo ritorna ai luoghi della città, le case degli artisti. Il moderno caffè sostituisce ormai la taverna cara ai pittori olandesi.

Sigaro e sigaretta prendono il posto della pipa. Mentre l’osteria degli olandesi è il luogo dello svago e della giovialità, il caffè dei moderni è il luogo della riflessione, dello sfogo e della condivisione delle amarezze della nuova e difficile vita sociale. La riflessione che diventa a tratti malinconia è il tema di Al Caffè, dipinto di Honorè Daumier, un autore marsigliese rivalutato dai moderni dopo la morte e particolarmente apprezzato per la forza della sua satira. Hilaire Germain Edgar Degas seguì Ingres e Delacroix ed esercitò un grande influsso nelle generazioni. E’ considerato il precursore dell’Impressionismo, e come gli Impressionisti amò rappresentare il caffè e i fumatori, che accompagnavano il loro assenzio con una sigaretta. L’originalità dell’autore sta nelle inquadrature in cui la figura è colta nella sua naturalezza e spontaneità.

manet_serraCon Edouard Manet siamo nel pieno del periodo impressionista. Nel suo dipinto La serra l’effetto di luce piena di una mattina di sole illumina il viso della donna e dell’uomo che le sta accanto fumando il suo sigaro. Anche Pierre Auguste Renoir è il maestro del cogliere il gesto spontaneo: in La fine del pranzo, il gesto di accendere la sigaretta è reso con immediatezza e realismo: sul tavolo sono posate le cartine, la scatola dei fiammiferi che hanno sostituito gli stoppini del 1600. Una curiosità: le donne, da sempre più conquistate dalla sigaretta, negli ambienti chiusi continuano ancora fino al secolo XIX a fumare la pipa e il sigaro. La scrittrice George Sand ad esempio non disdegnava il sigaro.

Con Henry Touluse Lautrec si è oramai nel post-Impressionismo: i suoi fumatori sono colti nella disinvoltura del gesto e inquadrati liberamente, lo stile inizia a prevalere sul realismo della figura e sulle proporzioni. Vincent Van Gogh, considerato il primo espressionista rappresenta se stesso nel suo celebre Autoritratto nell’atto di fumare la pipa, ma sulla sua “sedia gialla”, anche se molti non ricorderanno questo particolare vi è appoggiata una pipa. Paul Cèzanne fu un autodidatta; postImpressionista e precursore del cubismo, ha spesso rappresentato dei fumatori. La pipa per lui è un volume puro e una nota di colore: la pipa bianca del dipinto Uomo con la pipa spicca nel ritratto.  Da un punto di vista documentale, i dipinti di Constantin Emile Meunier, hanno un valoreillustrativo fortissimo.

la sedia van goghIl museo di Bruxelles ospita Manifattura di tabacchi a Siviglia del 1889, una fabbrica di sigari e sigarette con le sue operaie intente al lavoro accompagnate dai propri figli, alcun che scorrazzano per terra accanto alle madri, altri addirittura nelle culle. Anche le opere di Gorn Hansen, pittore di origine danese, sono particolarmente interessanti da un punto di vista rappresentativo: in diverse esposizioni d’arte a cui ha partecipato si è specializzato nella rappresentazione di tutto ciò che concerne il tabacco: pipe, fumatori e collezionisti, come Il fumatore.

Con Pablo Picasso si apre una diversa e nuovissima concezione della figura: la pittura cubista distrugge l’ordine obiettivo della forma e inizia le tendenze moderne dell’arte. Nel 1914 il Maestro dipinge Il fumatore, tipico esempio di “collage cubista”, cioè una pittura realizzata con zone dipinte e pezzi di tappezzeria di carta o di stoffa incollati alla tela. I colori non sono scelti a caso e rappresentano il tema alla perfezione: tutti i toni sono intonati al tabacco e la figura rappresentata non è più una figura umana. La visione cubista è intellettuale, i loro esponenti perciò rinunciano alle pretese di veridicità e aderenza alla realtà. Gli artisti scomposero le forme nei loro elementi geometrici per dipingere anche ciò che non è visibile e girare attorno alla forma. Il risultato, apparentemente caotico, è dovuto alla legge che organizza forme e colori. Pipa e pacchetto di tabacco in questi dipinti sono anch’essi forme geometriche.

 

Fonte: TuttoTabacco