antica cartografia

L’alba della geografia moderna 

12 ottobre 1492 


Per tutta quella interminabile notte inquieti passeri avevano sorvolato cinquettando gli alberi delle caravelle di Cristoforo Colombo lasciando intuire che la terraferma doveva ormai essere vicina, ma gli esausti marinai che avevano continuato a scrutare instancabilmente le tenebre avrebbero dovuto aspettare l’alba di quel fatale 12 ottobre 1492 per udire l’urlo di gioia di Rodrigo de Triana che confermava, dalla coffa dell’albero di maestra della nave capitana, il fatidico annuncio che cambierà la storia del mondo. habemus terram!

cristoforo-colomboEra l’alba della geografia moderna. L’America, che ancora America non era (bisognerà apettare qualche anno perché Amerigo Vespucci si assicuri il copyrigt), stava venendo lentamente incontro alle malandate caravelle dell’ammiraglio nella forma di una piatta lingua di terra rigogliosa di vegetazione. Raggiunta la costa e dato fondo alle ancore Colombo e i suoi capitani scesero in pompa magna sulla spiaggia quasi increduli, all’ombra dei loro stendardi, prendendo possesso di quelle nuove terre in nome dei Cattolicissimi sovrani di Spagna Isabella e Fredinando.
La conquista del nuovo mondo era cominciata proprio da quell’isoletta di nome Guanahanì subito ribattezzata dal grande navigatore San Salvador e sarebbe proseguita, nel primo dei 4 avventurosi viaggi del grande navigatore, per Cuba e Hispaniola dove incontrerà, insieme a numerose incredibili novità che cambieranno le abitudini del mondo intero, anche il tabacco e il suo magico fumo.

Avvenne a Cuba, nella notte del 5 di novembre 1493, o la mattina seguente, che glielo mostrarono Luis de Torres e Rodrigo de Jerez, che dal canto loro lo avevano già scoperto, dal giorno 2 al 5 dello stesso mese, nell’esplorazione che condussero all’interno di Cuba su incarico di Colombo “. (Ortiz 109)
Incontrarono questi due cristiani durante il cammino molta gente che andava attraverso i suoi villaggi, uomini e donne, sempre gli uomini con con un tizzone nelle mani e certe erbe secche messe in una foglia secca a modo di tubo come quelli che fanno i bambini a Pasqua e acceso da una parte, dall’altra succhiano o aspirano o ricevono dall’interno il fumo prodotto con il quale si intorpidiscono le carni e quasi ubriaca, così dicono di non sentire la fatica. Questi tubi, o come li chiameremo, sono da loro detti tabacos “ (Diario de navegaciòn, 85)

Fu amore a prima vista. Proprio nel secolo della conquista, riporta il padre Bartolomé de las Casas, nella sua Storia Generale delle Indie, la seguente annotazione “C’erano spagnoli in questa isola (Hispaniola) che erano usi consumare tabacco e che, essendo redarguiti per il dedicarsi a quel vizio, rispondevano che non riuscivano a smettere”. (dal Diario de Navigaciòn 85). Gli spagnoli da quel momento non seppero più resistere ai piaceri ammaliatori del tabacco e non riuscirono più a fare a meno di quelle conturbanti spire di fumo che intorpidivano il corpo e la mente coinvolgendo poi con i loro viaggi chi era rimasto sull’altra sponda dell’oceano travolgendolo nella stessa passione.

Ma torniamo alla nostra data cruciale. Da quel momento nulla sarebbe più stato come prima, iniziava l’epopea delle grandi scoperte, degli intrepidi navigatori, dei grandi imperi coloniali, etc…
Nuovi popoli e paesi si andavano affacciando alla ribalta della storia: era iniziata l’età moderna.
Mille anni di oscurantismo avevano ridotto l’uomo a schiavo della propria ignoranza, ma da allora il mondo sarebbe radicalmente cambiato e l’Uomo nuovo avrebbe voluto sapere, conoscere e soprattutto capire ciò che avveniva intorno a lui.

Era iniziato il Rinascimento. Una rivoluzione culturale di portata enorme che porta la data ed il nome di: 12 ottobre 1492 – scoperta dell’America.

Colombo sbarca in America