Ci sono numerose storie e leggende che attribuiscono l’invenzione della fascia per il sigaro ad una moltitudine di persone. Ma tutte queste storie sono basate su di un falso presupposto, e cioè che le fasce da sigaro siano state introdotte originariamente per proteggere i guanti dalle macchie di nicotina del tabacco. Alcuni ricercatori hanno attribuito l’invenzione a Caterina II la Grande di Russia, la quale aveva un debole per i sigari e che per non macchiare i suoi guanti bianchi, si presume li avvolgesse in panni di seta. Altri hanno assegnato l’onore ai dandys di Londra, che per lo stesso motivo di Caterina II avvolgevano l’estremità dei loro sigari in pezzi di carta. In verità, la vera storia di questa invenzione è stata molto più prosaica e sostanzialmente banale. Bisogna ricordare che a metà degli anni 50 del XIX secolo vi fu un vertiginoso aumento di sigari importati in Europa, provocando una feroce concorrenza fra i produttori che non avevano mezzi efficaci per contrastarli.

La fascia da sigaro, inventata da Gustave Bock verso la fine di 1854, era al contrario una delle strategie di marketing più efficace di quei tempi per la vendita di sigari. Fino alla comparsa delle fasce di sigaro, infatti, sulle quali erano stampati il marchio dell’azienda manufattrice ed il marchio dei sigari non c’era nessuna identificazione personale che distinguesse i prodotti oltre alle scritte sulle scatole o sui sacchi di cuoio. Una volta venduti se ne perdeva definitivamente l’origine. L’intenzione di Gustave Bock , con l’idea della fascetta, era di sviluppare nei consumatori il gusto riconducibile al proprio marchio preferito. Con l’aiuto della fascetta, il produttore poteva abituare il consumatore al nome del suo prodotto e con grande probabilità contare che rimanesse leale alla marca.

Fonte: www.cigarclubvda.it