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Largo alle bionde

425 anni fa, Walter Raleigh fa conoscere agli europei il tabacco. Una storia iniziata con l’indiana Pocahontas

Vizi e peccati di gola sono arrivati insieme, o quasi, nel Vecchio Continente; e dalla stessa terra. Dopo lo sbarco del cioccolato, nel 1550, per gli europei fu la volta del tabacco. A farglielo conoscere, quel 27 luglio 1586, fu Sir Walter Raleigh (1552 – 1618), appena tornato da una delle sue spedizioni nel Nuovo Continente. Lo spirito di colonizzazione lo aveva portato nel Nord America e di ritorno verso casa Raleigh pensò di portarsi dietro come souvenir un po’ del tabacco così diffuso tra i nativi americani (insieme a qualche patata). Forse pensava che in questo modo sarebbe rimasto nelle grazie della regina Elisabetta I, che lo aveva preso a benvolere da quando aveva contribuito a mettere a tacere una sommossa, e soprattutto da quando stese il suo mantello sotto i piedi regali, per evitare che la sovranase li infangasse in una pozzanghera.
Le cose poi con la regina sarebbero andate diversamente (dalle stelle alle stalle, per via, si dice, del matrimonio segreto di Raleigh con una delle sue damigelle), ma almeno per il tabacco il successo tra i nobili britannici dell’epoca fu quello sperato. In Europa, a onor del vero, il tabacco era già arrivato, a tappe.

Il primo a portarcelo era stato Cristoforo Colombo, ma curiosamente proprio come avvenne con il cioccolato, anche stavolta le foglie secche della pianta che si era portato dietro non riscossero alcun successo. Nella terra che lui stesso aveva scoperto, invece, il tabacco era tenuto in gran considerazione: veniva masticato, fumato o inalato, a volte nelle cerimonie religiose altre in casi di malattia, attribuendo alla pianta scopi curativi. E in gran quantità, come facevano a Tobago (così battezzò Cristoforo Colombo l’isola caraibica, per via della pipa che gli abitanti usavano per fumare la pianta aromatica, la tobaga).
Non fu dunque Colombo, ma le spedizioni che con lui presero il via a introdurre il tabacco un po’ dappertutto nel Vecchio Continente: prima in Francia (con Jean Nicot de Villemain, cui si deve il nome delle nicotina), quindi in Portogallo e in Spagna. E poi in Inghilterra, per mano del navigatore John Hawkins intorno al 1560, forse non abbastanza nelle grazie reali per arrivare agli onori della cronaca come accadde invece con Raleigh.
Questi a sua volta era stato invitato a fumare da Ralph Lane, il governatore della Virginia che si era inventato una sorta di pipa-sigaretta, ovvero una lunga cannuccia per aspirare i fumi della pianta essiccata e bruciata.

La storia inglese del tabacco era appena cominciata e con John Rolfe, agli inizi del Seicento, sarebbe diventata una forza commerciale. Lui, nelle terre della Virginia (dove trovò moglie, l’indiana Pocahontas), c’era stato mandato proprio per fiutare affari, e il suo fu un naso decisamente buono. L’odore in cui incappò fu quello del tabacco, ma a quello del luogo ( Nicotiana rustica) preferì presto la varietà caraibica ( Nicotiana tabacum) che trasformò nel prodotto da esportazione di punta del paese. E il tabacco, fino ad allora per lo più inalato, masticato o fumato nelle pipe prese presto la forma di sigari e sigarette.

di Anna Lisa Bonfranceschi

Fonte: Daily Wired