“Non canta la Raganella”, storia di una pipa italiana
“Non canta la raganella” è un marchio storico di pipe legato molto all’immagine dei nostri nonni.
L’azienda è stata fondata nel XIX secolo da Alcide Duranti nel centro delle Marche, a Castelfidardo.
Il nome così particolare è dato dal fatto che nel fondo del cannello della pipa c’era una camera d’aria che permettava di fare più fumate continuative intrappolando l’acquerugiola in questo spazio evitando che arrivasse in bocca.
Perchè questo sistema a camere d’aria? Al tempo la povertà non permettava il lusso di avere più pipe come ne abbiamo noi oggi e non c’era neanche l’idea del collezionismo di queste, se ne possedeva una, al massimo due. La pipa era semplicemente un modo per fumare il tabacco, soprattutto il Kentucky o rimasugli dei sigari.
La pipa fumata così frequentemente e con quel tipo di tabacco creava moltissima condensa e gracchiava come una raganella. Il signor Duranti creò così una pipa che dava la libertà di fumare più a lungo e con costi ridotti.
All’inizio del ‘900 Duranti fece associare alla sua ditta un certo Adriano Anselmi, venditore e agente di commercio che aveva la passione per le pipe, le sue diciture marchiate nelle pipe era A.A.A. (Adriano Anselmi da Ancona). Dall’unione dei due le marchiature successive della Raganella fu la DAC, che sta per Duranti Anselmi Castelfidardo.
Dopo la guerra, nel 1945 la ditta si trasferì a Loreto e fu venduta alla famiglia Gandolfi prima, e successivamente agli stranieri Braun. Otto Braun era console tedesco a Livorno, sedeva in consiglio di amministrazione nella Dunhill, fraterno amico e quasi unico fornitore di radica di Poul Stanwell, di Herman Lane-Charatan, di Starta (US), la più grande fabbrica di pipe al mondo negli anni 60-80, ma anche di Parker, Peterson, Hardcastle, Ben Wade… oltre che persona di enorme statura morale e grandemente rispettato da tutta l’industria piparia del tempo.
Quando dunque Otto Braun comprò la Raganella diede a Wojciech Lubinski – alla fine degli anni ’60 – la distribuzione per l’Italia che è durata con successo fino alla chiusura della fabbrica, databile negli anni ’90, con grandissimi risultati di vendita che hanno portato a qualcosa come 250.000 pipe nelle tabaccherie!
Dopo i primi anni fu abbandonata la doppia perforazione ma, con o senza le pipe prodotte per la Lubinski, furono sempre marcate “Raganella per W. Lubinski“. Il punzone a rombo bianco è proprio indicativo di questo periodo, mentre le “Non Canta la Raganella” che il Sig. Anselmi ha venduto fino ai primi degli anni ’70 (era già molto anziano), avevano il bollino celeste.
La Raganella purtroppo perse mercato e interesse per molti motivi. Chiuse pochi anni dopo.
Se siete passati con il treno dalla stazione di Loreto si vedeva fino a poco tempo fa ancora un edificio abbandonato con l’insegna rovinata “Non canta la raganella”, ora non esiste più, altre costruzioni hanno preso il suo posto.
Alcune pipe si possono trovare nelle bancarelle e nei mercatini di paese.
Le marchiature per riconoscerle sono:
Non Canta la Raganella | |
La Raganella | non sono state trovate immagini da pubblicare |
Raganella (scritta in vari modi) | |
NCLR (pipe con stuccatura) |
I simboli impressi nel bocchino sono:
Il puntino | |
Il quadratino bianco solo in alcuni esemplasi |
N.B.
Un ringraziamento speciale a Mario Lubinski per l’aiuto nel recuperare i cenni storici che altrimenti sarebbero stati impossibili da conoscere.