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Nel capitolo precedente…

La dodicesima pipa 

Capitolo V 

A conti fatti il materiale non sarebbe bastato, il problema non era di certo la radica di qualità, né l’ebanite, ma l’inserto bianco. Sarebbe arrivato a completarne undici, ma gli occorreva il materiale per la dodicesima. Ci teneva a fare la consegna nei tempi giusti, lo considerava una manifestazione di serietà, gran buon biglietto da visita. Urgeva il materiale.

Il Sig. Cotroneo camminava di buon passo, con la sua Mastro de Paja caricata con Reserve du Patron che estasiava ed incantava i passanti come un moderno canto delle sirene. “Eh, una delle sue ultime creazioni dovrà pur regalarmela o almeno uno sconto, in fin dei conti sono praticamente il suo mentore”.

Stava lavorando su un bocchino, dopo esserci andato di lima adesso ci andava di coltello, o meglio di bisturi, strumento che per la sua lama affilata prediligeva particolarmente… quando irruppe nel laboratorio il Sig. Cotroneo: ”caro Mastro Manuel, è venuto il momento di sdebitarsi!” …

Ecco arrivato l’osso umano per l’inserto della dodicesima pipa, materiale nuovo a costo zero, peccato che ora avrebbe dovuto faticare, spostare il cadavere e cancellare ogni traccia, ma a questo avrebbe pensato dopo.

La mattina successiva il commissario Vallesi andò in ufficio per la consueta firma di pratiche e documenti preparati dall’agente Veneziano, un agente inossidabile fumatore di Early Morning che gli faceva trovare tutti i santi giorni una quantità monumentale di scartoffie sulla scrivania.
Finita la burocrazia, intorno alle 10:00, tutto il Commissariato – tranne pochi convinti salutisti che non avevano capito quale goduria si stessero perdendo – si adunava per una fumata collegiale di pipa o sigaro.

Fumata collegiale di pipa o sigaro, da accompagnare al massimo con del buon thè dal distributore automatico. Fece una scappata veloce al salotto per salutare i soci mattinieri, Presidente Camerino in testa. I soci Humbert, Fausto, Cornelio e Mauro che erano lì a fumare dal pomeriggio precedente, ininterrottamente! Fabio con la sua Dunhillona gruppo 1 e il suo Black Frigate era l’invidia di tutti i neofiti, il granitico Nello che aveva fatto fumare il Vesuvio, caricandolo con Amsterdamer, altri che messa a riposo la pipa per un attimo, si godevano un buon pasto o un buon bicchiere di Tintilia molisana dell’epico socio “Comune-dipendente” Antonio. Vallesi pensò che quella sera non avrebbe rinunciato a tale compagnia ed a una buona fumata.

Il commissario accese la sua pipa, Peterson 2011 con del Full Virginia Flake e si diresse verso il laboratorio e raggiuntolo, non ritenne di dover spegnere la pipa: “in un laboratorio di un pipemaker sarà mica vietato fumare?!?! Nooo!”

“Mastro Manuel vorrei parlarle” così irruppe il commissario.

Mastro Manuel, senza nemmeno voltarsi, chiese di pazientare un paio di minuti. Stava lavorando al tornio.

“Commissario, sto lavorando ad una bent-apple square shank per gli “Amanti della Pipa”, è l’ultima, la dodicesima” il commissario si illuminò, la pipa a cui stava lavorando era la sua, quindi poteva anche concedergli tutto il tempo che serviva.

A quel punto il suo sguardo andò sul bancone a fianco al tornio… sopra c’era un osso… umano!

Nello stesso istante in cui estraeva la sua fidata Glock 19, Mastro Manuel gli aveva già aperto una grossa ferita all’addome e l’aveva atterrato, ma non finito…

BANG! …il colpo sparato mentre cadeva aveva colpito Mastro Manuel alla spalla. Sbilanciato indietreggiò inciampando su un tubo passacavi, i cavi che alimentavano tornio, sega circolare e molatrice… troppo tardi. Cadendo la testa era finita sul mandrino del tornio. Niente più pipa con l’inserto in osso umano per il commissario.

Il commissario Vallesi si rialzò a fatica, mettendo una mano sulla ferita. Si avvicino al tornio, ai cui piedi stava ormai esanime Mastro Manuel, prese la pipa, la “sua” pipa, ancora non pronta, mancava l’inserto ed il bocchino, ma vi soffiò comunque dentro con forza, la poca rimasta, in quel momento arrivarono l’agente Veneziano e l’ispettore Mutton, che chiamarono subito l’ambulanza, il medico legale, Dott. Coscio e la Scientifica del Commissario Traversa. Il Commissario a quel punto perse i sensi.

Una volta sulla barella, il commissario Vallesi, ripresosi, disse: “Comunque le forature facevano schifo…!”

Fine

 

…a tutti i soci passati, presenti e futuri.

Agostina Rapisarda

 

Photo by Steve from Pexels