tobacco pipes wood

Nel capitolo precedente…

La dodicesima pipa

Capitolo IV 

 

Era stato presentato ed introdotto nel Salotto dal Sig. Eugenio Cotroneo, un imprenditore nella distribuzione del tabacco, si erano conosciuti in passato durante una visita ai laboratori Brebbia, quando il nostro artigiano ancora sfornava pipette che finivano nei cesti delle tabaccherie. Il Sig. Cotroneo aveva riconosciuto però la buona mano e decise di dargli un aiuto introducendolo nel club, cosa che a suo dire gli avrebbe dato molti stimoli per passare a creazioni più appetibili. Aveva una mentalità da vero imprenditore. In effetti osservare le pipe di tutti gli altri soci, aveva scatenato nel nostro artigiano la ricerca di una pipa unica nel suo genere.

Il Sig. Cotroneo aveva pensato che, avendolo fatto conoscere agli “Amanti della Pipa”, che gli avevano commissionato ben dodici pipe, ed avendogli procurato diversi acquirenti e ottimi fornitori, era giunto il momento di riscuotere, era il minimo… già immaginava una bella boccetta, con quel candido inserto bianco, caricata con un Bouchon di Semois, di cui andava matto!

Il commissario, recatosi al Salotto oltre che per farsi una buona carica di Dunhill 965, aveva deciso di chiedere qualcosa di più sulla pipa senza marchio che aveva visto in obitorio tra le mani dell’assistente Heros. Mancava da un po’ dal Club, ultimamente era stato molto occupato dal lavoro… si sa come direbbero gli americani: ”proteggere e servire”. Si concedeva un paio di ore davanti al PC, faceva parte del gruppo “Amanti della Pipa”, proprio come il Sig. Cotroneo. Quest’ultimo aveva concordato la commissione di dodici pipe ad un artigiano della città, che era anche membro del Salotto. Quella del commissario era la dodicesima adesione, per quelle pipe da marchiare “AdP”. Aveva titubato un po’, ma aveva scelto uno shape molto danese, bent-apple square shank, per quella pipa dal candido bianco inserto.

Aveva quindi un’altra ragione per andare al salotto, conoscere il nostro artigiano e chiedere notizie su come procedeva il confezionamento delle dodici pipe. Ma il nostro artigiano era un po’ che non si faceva vedere al salotto, oberato di lavoro e…

Insieme al commissario Traversa ed al PM Coscio, il commissario Vallesi aveva maturato la teoria che una pipa che non riporti il marchio del pipemaker ci può stare, ma non una pipa senza alcun marchio, niente sul bocchino, niente sul cannello… niente. Strano, sembra proprio una di quelle creazioni non destinate al mercato, ma all’uso dello stesso pipemaker.

Dopo aver chiacchierato con Heros e con il Prof. Pirozzi, era stato chiarito che quella pipa l’aveva acquistata dal nostro artigiano, appena introdotto da un altro socio nel salotto, poco più di un mese fa durante una sua visita al laboratorio e subito regalata al buon Heros.

Dopo essersi fatto dare l’indirizzo del laboratorio, aveva adesso una ragione in più per scambiare quattro chiacchiere con il nostro artigiano, ovvero sapere perché una pipa, forse sua, era tra gli oggetti personali della vittima. Intanto accendeva la seconda carica e si versava due – facciamo tre – dita di Lagavulin 30 years.

 

…continua nel prossimo capitolo

 

 

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