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Il Professor Ildebrando Castrocani della Sugna, nobile decaduto e insegnante di filosofia all’università di Genova da anni in pensione, passava molto del suo tempo libero passeggiando per le vie del centro storico fino ai vicoli di Genova, alle volte in compagnia di qualche collega anche esso in pensione, ma il più delle volte solo. Conosciuto e stimato per la sua serietà e filosofia di vita, oltre che per la mitezza d’animo, aveva un lieve quanto significativo difetto di pronuncia, quella che volgarmente viene definita la zeppola, causa di un problema al frenulo della lingua maldestramente irrisolto dal medico del paesino sulle montagne calabresi dove era nato e vissuto fino all’età di dieci anni, e fino a quando un noto mafioso del paese incidentò il conte suo padre con un trattore.

Allora la madre rimasta prematuramente vedova e sola decise di trasferirsi a Genova dove godette dell’ospitalità di una contessa sorella della di lei madre e zitella impenitente, in un antico palazzo in via di disfacimento nel centro storico.

Arrivato a Genova, a causa della zeppola e dell’accento calabrese, dovette prima subire i lazzi dei compagni di scuola fin dalle medie su su fino all’università per poi essere accettato, prima come eccellente studente, poi come rispettato Accademico.
In specie quando si alterava il professore cominciava a blaterare con un curioso accento zeppolato e claudicante davvero incomprensibile e c’è da dire piuttosto divertente.

frink-beveGiunto relativamente presto alla cattedra di associato in filosofia all’università, si invaghì di una bionda avvenente e procace insegnante di educazione fisica tal Mariolina Allegretti. La coppia così assortita venne prontamente rinominata Marilyn e Arthur in onore di Marilyn Monroe e del secondo marito lo scrittore e commediografo Arthur Miller, e come la celebre coppia anche il loro amore svanì presto a favore di un tal Rocco Spaccadenti, camallo al locale porto e noto per i suoi bicipiti oltre che per altre virtù, invero poco nobili, sulle quali preferirei tacere.

Fu allora che il professore cominciò a dar segni di disfacimento mentale, piccole cose, un tic quà uno scatto d’ira là, ma per carità tutto sotto controllo. Era anche un grande appassionato e conoscitore di sigari avana, i suoi preferiti, oramai diventati l’unica valvola di sfogo, l’unica fonte di distrazione fino a diventare una mania, un rifugio dalle amarezze quotidiane. Ciò che lo angustiava era il decadimento della qualità dei suoi amati sigari, e lo spropositato aumento del diametro, fino alla dismissione di quei sigari dal ceppo “umano” tanto amati. Un vero e proprio complotto, a suo dire, messo in atto dalla CIA e dai dirigenti della casa produttrice di Habanos S.A. venduti alla concorrenza.
La CIA non riuscì mai ad uccidere Fidel Castro e allora se la prese con i sigari avana in accordo con le multinazionali americane del tabacco. Era diventato un mono-maniaco, ad altro non pensava e d’altro non parlava. I suoi amici, professori come lui in pensione perlopiù fumavano la pipa e non lo capivano. In compenso non c’era barista o giornalaio o bottegaio del centro storico che non conoscesse l’intera storia, per filo e per segno, quotidianamente aggiornata con nuovi inquietanti particolari. Ma chi su tutti era il bersaglio preferito delle visionarie elucubrazioni del professore erano i malcapitati tabaccai, quelli che vendevano sigari avana, con preferenza agli specialisti. Questi ultimi ormai spossati dalle giornaliere visite del nostro erano arrivati al punto di fuggire o improvvisare una dolorosa colica renale pur di scamparsi il quotidiano tormento. Il brav’uomo ispirava cristiani sentimenti di umana pietà, oltre al denaro che ogni mese gli lasciava in sigari.

frink-fumettoScrisse anche parecchie lettere di protesta via via più veementi all’importatore di avana la Diamant spa. Una fitta corrispondenza che finì sul tavolo dei rispettivi legali, sino a che la Diamant fu costretta a querelare il professore, che divenne il primo querelato per stalking da fumolento! E poi un ventoso pomeriggio di Febbraio successe quello che avrebbe per sempre cambiato la vita al nostro professore.

Ma andiamo con ordine; il professore usava fumare un grande sigaro nel dopopranzo e quel pomeriggio toccò all’adorato Sir Winston di H.Upmann, un Churchill le cui virtù sono leggenda tra gli appassionati, ma quella volta il pregiato manufatto non ne volle sentire di tirare e nella mente del professore successe un bigbang assoluto, un blackout definitivo, e fu così che prese quella tal decisione.
Apparentemente calmo, prenotò via web un volo di sola andata per la Avana Cuba, fece con cura le valigie, si abbigliò come un novello cacciatore di farfalle nella giungla amazzonica e per la prima volta in vita sua s’avventurò in un viaggio, per giunta transoceanico, lui che dopo il natio villaggio non aveva mai preso un treno in vita sua. La portinaia, Lisetta, lo vide per l’ultima volta curiosamente vestito prendere un taxi per l’aeroporto… passata la dogana e salito sull’aereo si appisolò, sognando Mariolina e le sue arti amatorie fino a che Rocco non la prendeva e le dava il fatto suo, si risvegliò sudato e confuso all’aeroporto di La Habana. Taxi, albergo, doccia, elegante smoking rispolverato dopo anni per l’occasione e via!
Destinazione sala congressi hotel National dove aveva luogo l’annuale festival dell’Habano, periodica manifestazione dove i ricchi appassionati di sigari si incontrano per conoscere le novità sigarofile e contendersi, a suon di milioni, gli esclusivi mobili pieni del meglio che c’è sulla Isla grande.
Signore in eleganti e un po’ kitch misè splendono di luccicanti gioielli, gentlemen altrettanto eleganti puranco in frac e sorrisi. Saluti, chiacchere, il gruppo musicale dei Van Van suona un poutpourrì di musiche del Buena Vista Social Club e dell’indimenticato Compay Secundo al cui ritmo un corpo di ballo, formato da bellissime fanciulle creole in mini abitini di paillet, sgambetta ammicante per la gioia dei numerosi ospiti anziani che già pregustano il proseguo di serata, là dove Venere non si sarebbe mai spinta.
A quel punto della serata tocca al presidente di Habanos S.A. prendere parola e dare il benvenuto agli ospiti presentando l’ultima vitola in edizione limitata. Graziose fanciulle sorridenti e promettenti passano fra i tavoli distribuendo l’ultima leccornia agli ospiti, fu allora che il nostro eroe diede il primo preoccupante segno di instabilità emotiva emettendo una risatina isterica alla vista del puros offertogli dalla hostess, un Upmann triple canonazo di ceppo 64!
Mai i Cubani si erano spinti fino a tanto, ceppo 64, una pulgada! E si, questo fu davvero troppo per il professore che come in trans si alzò dalla festante tavolata di sconosciuti amici e puntò dritto sul palco, dove l’asturiano Jaime Alejandro Ortega de la Muniz, direttore di Habanos S.A., illustrava ai presenti gli esclusivi mobili humidors prima dell’asta pubblica. Gli addetti alla securidad lo videro deciso salire sul palco, pensando fosse il battitore d’asta, arrivato davanti all’Ortega gli strappò con decisione il microfono e… fra gli sguardi sbalorditi dei presenti cominciò a farfugliare frasi incomprensibili nel suo personale lessico zeppolato.
frink-disperatoRosso in viso con gli occhietti iniettati di sangue urlava schiamazzando come un porco al macello. Allora un aitante giovinotto della securidad, tal Francisco de la Pena, con un balzo saltò sul palco affrontando il pericoloso disturbatore. Il giovine, come tutti i giovini di sangre caliente senza mezze misure e mediocre pugile, diede al povero professore un formidabile cazzottone che fece saltare la dentiera del poverino riducendolo ad una maschera di sangue. Fu imbracato e portato al più vicino posto di polizia, dove proseguì col andar di matto sceneggiando un misterioso e incomprensibile argomentare in sua difesa. Non aveva con se i documenti e alle autorità poco avvezze alle diversità razziali sembrò un magrebino ubriaco di acquavite di datteri, e fu messo ai ferri. 

 

frink-guantanamoMolti anni sono passati da quella fatidica sera, le condizioni di salute psico-fisiche del professore non sono di molto migliorate, riesce solo ad avere rapporti con un connazionale suo simile un vecchio nobile anch’esso decaduto e noto in patria per essere scampato per ben due volte al coma profondo, tal conte Alcibiade Tronzetti Caprera, gran signore, gran collezionista di sigari avana finito in disgrazie grazie ad un complotto ordito a suo danno dal di lui debosciato figliolo, conte Romualdino, e la di lui moglie contessa Ildebranda Franchillucci della Passera. 

Sempre vestiti con un pigiama arancione e infradito bianche passano un paio di ore al giorno passeggiando e ricordando dei bei tempi che furono le loro speranze i loro amori e di quanto erano buoni i puros dal cepo “umano”.

 

Guantanamo Cuba 25-08-2025

 

 

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