Jade 1901 Absinthe Supérieure: un altro assenzio ritrovato
Continua il nostro viaggio alla scoperta dei distillati dalla Jade Liqueurs, l’azienda francese capitanata da Ted Breaux che ha fatto del recupero degli assenzi del passato – scomparsi all’inizio del Novecento – la propria missione. Dopo aver parlato dell’Esprit Edouard, il clone dell’assenzio Edouard Pernod, è ora la volta del Jade 1901 Absinthe Supérieure. Ted Breaux ha formulato la ricetta di questa seconda release grazie a un paziente lavoro di ingegneria inversa su antiche bottiglie di Pernod Fils, all’epoca esportato in tutto il mondo e considerato uno dei migliori assenzi di sempre.
Come sappiamo, Svizzera e Francia vietarono la produzione di assenzio all’inizio del ventesimo secolo e diverse distillerie furono chiuse e liquidate: proprio in quel periodo, la distilleria Combier, a Saumur, acquistò gli alambicchi di Pernod a Pontarlier, che giacevano ormai inutilizzati. Anche per questo motivo Ted ha deciso di produrre proprio a Saumur i suoi meravigliosi assenzi: come per l’Espit Edouard, si parte da una base di acquavite di Chenin Blanc, nella quale vengono infuse erbe coltivate dall’azienda stessa. Una volta distillato in quegli storici alambicchi, il liquore viene lasciato riposare per tre anni e poi imbottigliato con grande cura, con tanto di tappo di sughero e ceralacca.
Prima della diluizione, questo assenzio si presenta di un bel verdino tenue, caratterizzato da modesti riflessi dorati. Il louche è meno rapido rispetto a quello dell’Esprit Edouard e, sempre rispetto a quest’ultimo, mi pare che al 1901 occorra anche una maggior quantità d’acqua affinché si completi. Al palato é rotondo, con qualche acuto vegetale, ed é caratterizzato da sentori di anice che, tuttavia, non soverchiano affatto le note di finocchio, particolarmente pronunciate e di intensitá quasi paragonabile a quelle della stessa artemisia, la reale protagonista. Sentori di liquirizia e altre erbe aromatiche completano il bouquet di un assenzio che ritengo essere ancora piú godibile se leggermente addolcito (un quarto o al massimo mezza zolletta, a mio avviso): lo zucchero, infatti, mi sembra esaltarne gli aromi e attenuare un sottofondo alcolico forse un poco sopra le righe, seppur di intensitá assolutamente non eccessiva o fastidiosa. La persistenza é, come di consueto, piuttosto lunga e senz’altro esaltante.
Gli appassionati che hanno avuto la fortuna di degustare alcuni assenzi vintage di inizio Novecento hanno dichiarato di averli trovati molto simili al Jade 1901: per il momento, io non posso confermare né smentire, ma ritengo nondimeno che si tratti di un prodotto di assoluta eccellenza, equilibrato e raffinato.
Il suo bouquet aromatico, ricco e fine, rende questo assenzio il compagno perfetto di un virginia delicato, come il Samuel Gawith Best Brown: tuttavia, volendo azzardare un po’, suggerisco anche di abbinarlo al Samuel Gawith Golden Glow, per via delle note erbacee del distillato che ben si legano a quelle di questo virginia biondo.